CONVEGNO GOWAN: PRODUZIONE ED EXPORT, IL "MADE IN ITALY" DEVE PUNTARE SULLA QUALITA' PERCEPIBILE

CONVEGNO GOWAN: PRODUZIONE ED EXPORT, IL "MADE IN ITALY" DEVE PUNTARE SULLA QUALITA' PERCEPIBILE
Si è parlato anche di prospettive commerciali, strategie di marketing e politiche dedicate all’ortofrutta in occasione del sesto convegno nazionale di Gowan del 22 e 23 gennaio scorso a Cervia, che ha sancito tra l'altro l’accordo di collaborazione tra la Spa che opera nella fornitura di prodotti agrofarmaci e fertilizzanti speciali per l’agricoltura professionale e il colosso Isagro.
Un vero e proprio evento con 300 invitati, due giorni di convegno, oltre 20 relatori, 5 sessioni di lavoro e, ciliegina sulla torta, la consegna dei cataloghi da parte della soubrette televisiva Alessia Ventura.
Tra i numerosi eventi trattati la nuova Pac, il Piano d’azione nazionale sull’uso dei prodotti fitosanitari e il mercato delle produzioni agricole. In quest'ultima sessione sono intervenuti Luciano Trentini (nella foto), Responsabile della innovazione e delle relazioni europee CSO e Roberto Della Casa, Docente di Marketing dei Prodotti Agroalimentari - Università di Bologna, Polo di Forlì e titolare Agroter.
Trentini si è inizialmente soffermato sullo scenario mondiale parlando di quantitativi prodotti (oltre 1,5 miliardi di tonnellate nel 2010 stando ai dati Cso su base Fao, meno di un miliardo se non si considera la Cina), produzione per aree geografiche (sul podio Asia con il 45%, Europa con il 17% e Centro Sud America con il 16%) e commercio mondiale post globalizzazione (che vede la Cina leader davanti a Argentina ed Egitto).


Quindi, dopo un rapido cenno alle tendenze mercantili degli ultimi anni che hanno visto crescere nuovi competitor grazie anche allo sviluppo di logistica e tecnologie,  Trentini ha focalizzato l’attenzione sulla situazione nell’Unione Europea, dando vita a una rapida ma approfondita carrellata sulla produzione ortofrutticola: in vetta, in termini quantitativi, Italia e Spagna, rispettivamente con il 26 e il 25% delle circa 105 milioni di tonnellate espresse dalla Ue 27.
Il focus si è quindi ulteriormente ristretto all’Italia, analizzata attraverso il trend delle principali produzioni aggiornato al 2012. Italia che, ha ricordato ancora l’esponente del Cso, è leader per diverse specie.
Nella frutta spiccano albicocche (Italia 33%, Spagna 24%);
 pesche e nettarine (Italia 43%, Spagna 30%); kiwi (Italia 70%, Grecia 15%);
 pere (Italia 35%, Spagna 18%).
Per le mele, Italia secondo con il 20% dietro alla Polonia (25%).
Quanto agli ortaggi la leadership dello Stivale si riduce ai pomodori (Italia 37%, Spagna 27%); secondo posto invece per lattughe (Spagna 37%, Italia 22%); meloni (Spagna 44%, Italia 32%); indivie e radicchi (Francia 63%, Italia 28%).


Trentini ha quindi proposto la mappa dell’export aggiornata alla stagione 2012-2013 ricordando che “l’Italia è la piattaforma logistica naturale verso l’Europa”; a seguire una ricca serie di slides con la situazione aggiornata dell’import-export prodotto per prodotto e un aggiornamento sulla situazione dei consumi che, ha ricordato Trentini rappresentano il
 3,5% della spesa complessiva di una famiglia (1,7% frutta e 1,7% ortaggi) e il 23,5% della spesa alimentare familiare (11,7% frutta e 11,8% ortaggi); in termini economici, una famiglia italiana spende mediamente ogni giorno, per frutta e verdura fresca, circa 1,52 euro.
Ma cosa manca al sistema-Italia per essere più competitivo? Cinque i punti elencati da Trentini: una strategia di gruppo (troppe imprese operano sui mercati e presso la GDO in maniera individuale); una strategia commerciale della produzione in grado di costituire marche forti; una segmentazione produttiva capace di garantire standard qualitativi disponibili per lunghi periodi; una politica d’innovazione ideona a seguire e soddisfare le esigenze dei consumatori; una politica promozionale gestita direttamente dai produttori. E poi, manca sinergia nell'approntare una strategia nazionale sulla promozione in Italia e all’estero.


Della Casa si è invece soffermato su come “ideare, costruire e comunicare la qualità nell'agroalimentare”, sottolineando come “vince sempre chi dispone di maggiore forza emozionale e non di prezzi più bassi”. E’ tutta questione di percezione; negli ultimi cinque anni, stando a elaborazioni Agroter su dati Gfk, il consumo pro capite annuo in Italia è calato da 137,6 a 132 kg. Ma perché malgrado tutti enfatizzino il ruolo di frutta e verdura in una corretta alimentazione la gente ne compra meno? Semplice, 
perché la maggior parte di noi crede di mangiarne abbastanza, ha spiegato Della Casa: è, appunto, un problema di percezione. Ecco allora che “è sicuramente possibile ideare, costruire e comunicare la qualità nell’agroalimentare”; occorre però “partire dalla qualità percepibile dal consumatore migliorandola e se necessario
o modificando quella intrinseca per renderla percepibile”. Già, la qualità da sola non basta a costruire un successo, a maggior ragione in un settore complesso e fortemente disgregato come quello dell’ortofrutta.
Tutte le relazioni relative al convegno nazionale di Gowan sono reperibili sul sito di Agronotizie.

Mirko Aldinucci
editor

mirko@italiafruit.net

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