L’OSCAR A “LA GRANDE BELLEZZA”: IL TOCCO ITALIANO DEVE RIEMERGERE NEL NUOVO FILONE DEL MARKETING STORICO

L’OSCAR A “LA GRANDE BELLEZZA”: IL TOCCO ITALIANO DEVE RIEMERGERE NEL NUOVO FILONE DEL MARKETING STORICO
Il premio Oscar a "La grande bellezza" dovrebbe far capire a noi italiani quando sia importante riuscire a comunicare in maniera appropriata ed emozionale il bello dell'Italia.
Il registra napoletano Paolo Sorrentino c'è riuscito mostrando con un grande estro - "alla Maradona" (a cui ha dedicato il premio) - e un pizzico di innovazione "la grande bellezza" del patrimonio artistico e culturale di Roma, unico al mondo. La storia, il passato, sono le basi per reinterpretare il nostro futuro, oggi messo in forte discussione da una crisi economica quinquennale che ha modificato la mentalità di tantissime persone. Questo approccio può valere per molti settori da sempre fondamentali per l'Italia e, sicuramente, per tutta quella parte di industria alimentare che fa dell'origine dei prodotti il suo "marchio di fabbrica". Se ci pensate bene, "La grande bellezza" che racconta Sorrentino può essere intesa come qualcosa di incomparabile, qualcosa che altri ci invidiano e non potranno mai avere... pensiamo solo all'Arancia di Sicilia Igp che matura soltanto alle pendici dell'Etna.
Pertanto, guardando al nostro "orticello", penso che i manager delle migliori aziende ortofrutticole italiane dovrebbero quantomeno provare a beneficiare della prestigiosa statuetta assegnata a Los Angeles. Come? Lavorando con creatività ed innovazione nelle aree del marketing, della comunicazione e più in generale della pubblicità. Altro settore dove il nostro Paese ha scritto pagine storiche. Tutto partì a cavallo tra l'Ottocento ed il Novecento con gli artisti Giacomo Puccini e Gabriele D'Annunzio: il primo pubblicizzò il dentifricio Odol con lo slogan "Mimì, Rodolfi tutti/che avete i denti brutti/adoperate l'Odol/e a modo li terrete"; il secondo era talmente innamorato dell'Amaro Montenegro che lo definì "Il liquore delle virtudi". Col tempo, poi, agli artisti si sono sostituiti geniali professionisti pubblicitari, come Armando Testa ed Emanuele Pirella che, grazie anche al potenziale che nasconde l'ortofrutta, sono riusciti a realizzare campagne memorabili ("O così o Pomì", "Chiquita 10 e lode", "Storie di Frutta Mulino Bianco, anche questa è la mia frutta", ecc.). Per chi ha budget per fare pubblicità bisognerebbe però fare di più: lasciare una volta per tutte il "filone" della qualità, ormai superato (la qualità è diventata per prodotti premium un attributo basilare nella mente del consumatore), e pensare a nuovi concetti promozionali che cercano di mixare arte, cultura, scienza e tecnologia con le caratteristiche peculiari e territoriali del prodotto da promuovere.  





A livello generale, non vi è dubbio sul fatto che chi in passato aveva già scelto di puntare in un qualsiasi modo sul patrimonio artistico e culturale del Bel Paese, troverà importanti vantaggi commerciali in queste settimane, seguenti alla Notte degli Oscar. Tra i pionieri del "marketing storico" - mi piace chiamarlo così - si devono menzionare  le aziende di quarta gamma Bonduelle Italia e La Linea Verde, che nel 2013 hanno lanciato, rispettivamente, le linea di insalate "Gli orti per l'Arte" e DimmidiSì "I love Italia". L'APE 50 di Oranfrizer, colma di arance rosse di Sicilia Igp e dal design che trae ispirazione dai dipinti originali dei carretti siciliani dell'artista Venera Chiarenza (conosciuta come "Nerina"), è un altro chiaro esempio innovativo di come si possa provare attraverso il marketing in-store a guardare al futuro ponendo le basi sull'identità storica dei luoghi. Continuate su questa strada, chissà che non sia quella giusta!


Daniele Bianchi
Deputy Editor
daniele@italiafruit.net


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