CON LUCIANO TRENTINI, PRESIDENTE EUROASPER: PRODUZIONE E COMMERCIO, TUTTO SULL'ASPARAGO ITALIANO. SPAZI DI MIGLIORAMENTO

CON LUCIANO TRENTINI, PRESIDENTE EUROASPER: PRODUZIONE E COMMERCIO, TUTTO SULL'ASPARAGO ITALIANO. SPAZI DI MIGLIORAMENTO
Bianchi - Può fornirci una panoramica sulla coltivazione dell'asparago in Italia?

Trentini
- La produzione italiana di asparagi può essere suddivisa in tre tipologie, distinguibili per il colore del turione: bianco, verde e violetto.

In Italia la produzione di asparagi è stimata vicina ai 6.500 ettari, coltivati prevalentemente in pieno campo, ma anche in serra. I dati relativi ai principali areali produttivi individuano la Puglia come prima Regione produttrice di asparagi verdi, destinati prevalentemente al mercato fresco, ma utilizzati anche dall'industria di trasformazione. La produzione pugliese rappresenta circa il 35% di quella nazionale ed è concentrata nella provincia di Foggia.

Gli asparagi bianchi, invece, sono coltivati soprattutto nel Veneto che oggi rappresenta oltre il 75% degli asparagi bianchi prodotti sul territorio nazionale. La seconda Regione in ordine di importanza per la produzione degli asparagi bianchi è il Friuli Venezia Giulia.

Gli asparagi violetti sono una produzione piccola, di nicchia, sviluppata soprattutto in Liguria dove si coltiva la quasi totalità dei violetti immessi sul mercato.

Superfici interessanti riguardano anche Piemonte ed Emilia-Romagna (in particolare nella provincia di Ferrara, dove si concentra circa l'80% della produzione regionale). Infine in Campania, così come in Sicilia, si è invece sviluppata ed affinata la produzione in serra per ottenere asparagi precoci. La Regione Sicilia, in particolare, ha forti potenzialità produttive in grado di competere con le altre produzioni precoci del Bacino del Mediterraneo e non solo.

Bianchi - Cosa ci può dire in merito alla diffusione della meccanizzazione? Quali novità sono state introdotte negli ultimi anni? 

Trentini
- La meccanizzazione ha fatto importanti passi avanti anche se, a mio avviso, siamo ancora distanti dal raggiungere l'obiettivo di una raccolta automatizzata senza l'ausilio di manodopera, in particolare per l'asparago verde.

Le operazioni meccanizzabili stanno riscuotendo l'interesse dei coltivatori sia italiani che stranieri. Una delle operazioni più onerose è la raccolta (10-14 kg/ora) in asparagiaie di buona produttività, che salgono a 26-32 kg/ora se i turioni vengono raccolti con l'ausilio di una agevolatrice. Le macchine più moderne e di nuova generazione sono ad avanzamento elettrico (Bagioni, Valisi, ecc.) e consentono la raccolta anche in serra, senza inquinamento e praticamente in assenza di rumore. 

Anche in questo comparto la meccanica italiana è riuscita a mettere a punto agevolatrici in grado di utilizzare al meglio la raccolta. Per le operazioni di calibratura, taglio e legatura si può affermare che la tecnologia francese (Besnard) e tedesca sono quelle che hanno avuto il maggior successo, in particolare nella confezione dell'asparago bianco.

La mancanza di omogeneità nella forma dell'asparago verde crea, purtroppo, qualche difficoltà in più per le operazioni di calibratura e confezionamento. Molti asparagicoltori per queste operazioni si sono comunque affidati a costruttori locali, che hanno messo a punto macchine in grado di velocizzare le operazioni di selezione e confezionamento.

Anche durante la fase di coltivazione si sono ottenuti importanti risultati nell'introduzioni di macchine per agevolare il lavoro dell'uomo o favorire l'impatto ambientale. E' il caso del diserbo con l'uso del calore (pirodiserbo) e l'abbassamento di rischi dovuti a patologie gravi quali la ruggine e la stemphilliosi combattute sempre con l'utilizzo del calore.

La riduzione dell'uso di principi attivi diserbanti e fungicidi ha fatto sì che fossero  messe a punto a tecniche alternative alla chimica che stanno garantendo importanti risultati. Oggi una serie di macchine, diverse a seconda dell'uso, possono garantire un'azione efficace ad un costo molto competitivo con i prodotti chimici (60/80 Euro/ha per 30/40 kg di GPL/ha utilizzato per diserbare l'asparagiaia anche durante le fasi di raccolta, pratica altrimenti vietata nel caso d'impiego dei prodotti chimici). Una buona pulizia autunnale consente di ridurre drasticamente il rischio di patogeni in grado di attaccare i giovani turioni al momento della loro fuoriuscita dal terreno. Il risultato ottenuto su coltivazioni di asparago verde, quello più sperimentato, sono molto buoni sia per le imprese che coltivano con il metodo convenzionale che per quelle che producono asparagi biologici, sempre più richiesti dai consumatori europei.  



Apparecchiatura per il diserbo dell'interfila dell'asparago in vegetazione



Attrezzatura per la disinfezione del terreno dopo lo sfalcio e la trinciatura della vegetazione secca dell'asparago con semi di infestanti e spore di funghi


Bianchi - Come si muovono gli scambi commerciali dell'Italia ed i consumi nazionali?


Trentini
- In riferimento alla bilancia commerciale dell'Italia si può affermare che le importazioni di asparago sono in leggera flessione (meno di 4.000 tonnellate, per un valore di circa 12,5 milioni di euro) a causa del calo della disponibilità in Spagna, dove le superfici coltivate si sono ridotte a poco più di 9.000 ettari. Sono invece in aumento le importazioni dal Nord Europa (in particolare Belgio e Olanda, paesi importatori e riesportatori, ma anche forti produttori insieme alla Germania che ormai è il primo paese produttore in Europa con oltre 19.000 ettari) e dai due maggiori Paesi esportatori al mondo, Perù e Messico. 

Per le esportazioni il trend è positivo: oltre 5.500 le tonnellate (valore superiore ai 16,5 milioni di euro) spedite in molti Paesi europei, ma soprattutto in Germania dove l'Italia colloca oltre 1.500 tonnellate (il 25% circa dell'export). L'export di asparagi bianchi e verdi sta andando bene anche in Austria, Danimarca, Svezia e Regno Unito.  

La sostanziale tenuta degli investimenti dimostra che i consumi di asparago sono in aumento. Si potrebbero consumare più asparagi se, tecnicamente, fossimo in grado di aumentare la disponibilità di una produzione nazionale troppo concentrata e presente sul mercato solo per 3/4 mesi all'anno (da marzo a maggio/giugno). E' questo uno dei motivi per il quale l'asparago registra un indice di penetrazione nelle famiglie italiane sostanzialmente basso (meno del 40% circa).

Per aumentare l'indice di penetrazione, a mio avviso, bisognerebbe:
- aumentare la disponibilità di prodotto italiano sfruttando al meglio il potenziale climatico del nostro Paese: possibilità di coltivare dalla Sicilia a Bolzano; possibilità di coltivare in serra ed a pieno campo, in pianura ed alta collina.
- incentivare la raccolta degli asparagi anche nel periodo autunnale, adottando la più opportuna tecnica di coltivazione.
- scegliere le varietà più opportune per le differenti aree di produzione.    


Grafico - Indice di penetrazione delle diverse specie di ortaggi fra i consumatori italiani




Bianchi - Qual è lo stato dell'arte relativamente allo sviluppo di nuove varietà?

Trentini
- La costanza delle superfici investite consente un miglioramento produttivo dovuto alla riconversione degli impianti con nuove cultivar più produttive.

A questo proposito mi piace sempre ricordare come l'Italia sia all'avanguardia nella ricerca di nuove cultivar di asparago che, lasciatemelo dire, molti Paesi vorrebbero avere. Il lavoro svolto dal CRA insieme ad alcune Regioni italiane ha permesso di coltivare asparagi molto apprezzati dal mercato non solo in Italia, ma anche all'estero.

Prima di impiantare una asparagiaia è bene avere sperimentato la varietà nell'areale in cui si intende coltivare. Al Nord Italia predominano le cultivar selezionate in ambienti freddi, come quelle italiane (Eros, Giove, Marte, ecc.), francesi e olandesi. Al Sud Italia vengono più apprezzate le cultivar americane (tipi UC, ecc.).

Bianchi - Quali sono le caratteristiche fondamentali per una buona varietà?

Trentini
- Il turione alla raccolta deve essere possibilmente tutto verde o completamente bianco, con la presenza o meno di brattee di color violetto più o meno intenso in quello verde, di una buona lunghezza ( superiore ai 18 cm), di calibro grosso, di elevata omogeneità, scarsamente fibroso, con apice ben chiuso al momento della raccolta.

In questi ultimi anni sono gli ibridi maschili quelli più richiesti dal mercato, in quanto sfruttano la maggiore vigoria vegetativa per garantire una più elevata produttività e migliori caratteristiche qualitative. Un aspetto determinante per rendere una varietà interessante è la tolleranza o resistenza alle più comuni fitopatie, in particolare la tolleranza/resistenza ai fusarium ssp., alla ruggine, alla stemphilliosi. Sotto questo profilo buoni risultati sono stati ottenuti dalla ricerca italiana.

Speriamo che in futuro l'Italia possa proporre progetti di ricerca nuovi, necessari per costituire cultivar in grado di garantire una maggiore sostenibilità ambientale ed incontrare sempre di più i gusti dei consumatori.





Daniele Bianchi

Deputy Editor
daniele@italiafruit.net


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