REPORT: L’IMPORTANTE E’ FAR NOTIZIA, ANCHE SE QUELLA ANNUNCIATA NON E’ DETTO CHE CI SIA

REPORT: L’IMPORTANTE E’ FAR NOTIZIA, ANCHE SE QUELLA ANNUNCIATA NON E’ DETTO CHE CI SIA
Ho atteso un giorno per scrivere questa breve nota perché volevo riflettere con calma su quanto abbiamo visto nella puntata di Report di lunedì dedicata alla patata. A menta fredda, ripensando a quanto ho osservato e ascoltato, al di là del ritmo della trattazione, come sempre incalzante e senza respiro, un aspetto del servizio sulla “patata bollente” mi è apparso degno di nota sul piano tecnico.
Sugli  aspetti di cronaca non voglio dire nulla, ogni parola sarebbe di troppo ragionando su qualche fotocopia di documenti ripresi a un metro di distanza o inquadrandone solo qualche riga senza vedere il contesto. 
La cosa inquietante, dal mio punto di vista, è che la vera notizia, quella annunciata come sensazionale, tanto da far meritare al servizio il titolo di “patata bollente”, ovvero la gigantesca truffa che farebbe mangiare agli italiani le patate straniere spacciate per italiane non è minimamente supportata dal teorema costruito dai giornalisti di Report, almeno nelle dimensioni prospettate. Si parlava, infatti, di un colpo potenzialmente da 600.000 tonnellate sulla base di una semplice sottrazione fra consumo interno e produzione nazionale. Dovendo ricorrere all’import per colmare la lacuna fra ciò che mangiamo e ciò che produciamo per oltre un quarto del totale, i giornalisti di report non sono riusciti a spiegarsi come sia così difficile trovare prodotto straniero nei supermercati italiani, da cui l’equazione della maxitruffa supportata dai casi riportati.
Ora, al di là che i numeri forniti non sono proprio accurati perché l’Italia fa anche un po’ di export e una parte del prodotto va all’industria di trasformazione, l’elemento chiave è che più di un terzo dei consumi interni del cosiddetto prodotto “da fresco” vengono dal canale ristorazione, mentre i consumi domestici, quelli fatti comprando nei negozi al dettaglio, valgono meno di 1 milione di tonnellate, di cui la Distribuzione Moderna rappresenta circa il 60%, cioè meno di 600.000 tonnellate contro 1,5 milioni di tonnellate di patate prodotte. Quindi, senza ulteriori approfondimenti nel merito della distribuzione della produzione nazionale fra i vari canali, dai soli numeri la GDO italiana potrebbe benissimo vendere solo patate italiane senza problemi di approvvigionamento. In realtà, però, andando un po’ più sul tecnico, la GDO potrebbe fare a meno della produzione straniera per gran parte dell’anno con facilità, mentre per qualche mese può avere maggiori difficoltà. Inoltre, qualche telefonata fatta ieri ad alcune catene, ha evidenziato che più o meno tutte quelle interpellate vendono un po’ di prodotto straniero, dal 5 al 15% del totale a quantità, soprattutto per il prodotto da primo prezzo, o in alcuni periodi specifici o per prodotti particolari. Quindi, senza sapere quando è stata fatta la visita ai punti di vendita, dove è la grande notizia di aver faticato a trovare prodotto straniero? 

Roberto della Casa
Managing Director
roberto@italiafruit.net