Batteriosi del kiwi, il gioco di squadra dà i suoi frutti

Esiti confortanti dal progetto di ricerca condotto in Emilia Romagna che continuerà altri due anni

Batteriosi del kiwi, il gioco di squadra dà i suoi frutti
Una importante risposta alle ipotesi che fino a ieri erano semplici deduzioni o intuizioni: è questo, in sintesi, il risultato del progetto di ricerca e sperimentazione sulla Batteriosi del kiwi condotto in Emilia Romagna negli ultimi due anni, illustrato durante la conferenza stampa tenutasi nella splendide cornice dei colli faentini ieri, martedì 10 giugno.
Coordinato dal CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) e cofinanziato da Regione Emilia Romagna, Organizzazioni dei Produttori Ortofrutticoli, banche e altri organismi privati di servizi, tutti legati alla filiera produttiva del kiwi, il progetto si poneva essenzialmente l'obiettivo di studiare a fondo la malattia e individuare le tecniche migliori per contrastarla.

"In questi due anni – ha esordito il presidente di CRPV, Giampiero Reggidori  – abbiamo fatto importanti passi avanti nella conoscenza della Batteriosi del kiwi e degli strumenti migliori per prevenirla e contenerla. Restano però ancora molti aspetti da approfondire e dubbi da chiarire. A questi interrogativi cercherà di rispondere il nuovo progetto "Ricerche su PSA del kiwi e PPV delle drupacee", che proseguirà l'attività di ricerca in questo campo per altri due anni. Sempre coordinato dal CRPV e cofinanziato in particolare dalla Regione Emilia Romagna, cercherà di fornire le indicazioni per consentire una convivenza, seppur non semplice, con la batteriosi prevedendo che non sarà possibile debellarla completamente".



Nella foto i partecipanti alla conferenza stampa.

"Grazie a questa iniziativa, che rappresenta un esempio virtuoso di lavoro di squadra a cui hanno partecipato in modo sinergico istituzioni pubbliche, cooperative, agricoltori, tecnici e ricercatori, abbiamo ottenuto informazioni estremamente utili per affrontare con maggiore consapevolezza la prevenzione e la difesa del kiwi dal PSA" – dichiara Maria Grazia Tommasini, coordinatrice del progetto per CRPV

"In particolare – ha proseguito Tommasini – abbiamo potuto approfondire alcuni importanti aspetti epidemiologici di Pseudomonas syringae pv. Actinidiae relativi ad esempio all'influenza del polline e dei frutti nella disseminazione del batterio: mentre i frutti non manifestano presenza di Psa alla raccolta e pertanto non rappresentano un rischio, il polline può rappresentare un veicolo di diffusione della malattia. Il progetto ha anche confermato la capacità di sopravvivenza del batterio come ospite occasionale su altre colture e specie infestanti, senza dare origine a sintomi. Interessanti prospettive sembrano essere offerte da antagonisti isolati da impianti di kiwi infetti e su cui gli studi stanno proseguendo. In merito alle pratiche agronomiche, l'irrigazione, entro i limiti della normale restituzione idrica, sembra non avere particolari effetti sullo sviluppo del batterio, influenzato invece dalla fertilizzazione ed in particolare da alcuni microelementi come lo zinco, su cui si sta ulteriormente indagando".


"Se da un lato i risultati di due anni di ricerca confermano l'importanza di una corretta gestione agronomica per prevenire e contenere questa malattia – ha sottolineato Tommasini – dall'altro evidenziano che sul fronte della difesa stiamo attraversando una fase di work in progress nella quale, comunque, alcuni prodotti come i rameici ed il Bion (Acibenzolar-S-methil) continuano a ricoprire un ruolo importante nella lotta al PSA".

In sintesi, il progetto di ricerca realizzato dall'ottobre 2011 al settembre 2013 ha consentito di conoscere più in dettaglio la dinamica infettiva del batterio che colpisce il kiwi provocando conseguenze particolarmente gravi fino alla morte delle piante e alla conseguente estirpazione dei frutteti, fenomeno purtroppo verificatosi in diverse aree produttive italiane e di altri Paesi.

Dopo il contributo della Dott.ssa Tomassini, si sono susseguiti gli interventi dei rappresentanti delle maggiori OP ortofrutticole emiliano-romagnole coinvolte nel progetto. Nella fattispecie, Davide Vernocchi presidente di ApoConerpo, Davide Zanotti presidente di Apofruit e Luciano Pula Presidente di Pempacorer, i quali hanno ringraziato all'unanimità l'importante lavoro di squadra effettuato dai diversi "attori" coinvolti.



Nella foto l'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni.

"Ho intenzione di scrivere al Ministro Maurizio Martina  - ha commentato a a conclusione della conferenza l'assessore all'agricoltura dell'Emila-Romagna Tiberio Rabboni - per promuovere un appuntamento nazionale sull'esito degli studi riguardanti la batteriosi del kiwi, realizzati in Italia negli ultimi anni. Ritengo infatti sia mancata una regia nazionale che raccordasse le diverse iniziative promosse a livello regionale, ed in futuro auspico un maggior coordinamento fra il ministero e le regioni, in modo da combattere efficacemente queste problematiche ogni qualvolta si ripresentassero".


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