Coldiretti Puglia: stop allo sbarco di ortofrutta marocchina

Coldiretti Puglia: stop allo sbarco di ortofrutta marocchina
"È una buona notizia per l'Italia l'avvio dell'operatività della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo che ha proceduto alla propria costituzione, eleggendo Presidente Mario Catania, vicepresidenti Colomba Mongiello e Francesco Cariello. È un chiaro segnale che l'Italia sta facendo sul serio nella lotta alla contraffazione e alla pirateria nell'agroalimentare".

"L'aver messo nuovamente in campo la Commissione di inchiesta significa introdurre delle priorità di intervento colmando lacune normative e, soprattutto, apprestando adeguata attenzione a misure con significativa efficacia deterrente. In queste ultime settimane stiamo assistendo all'invasione, solo per fare un esempio, di pomodoro proveniente dal paese africano, dove è consentito l'uso di antiparassitari, vietati in Europa, che espongono i consumatori italiani a rischi sanitari e fanno concorrenza sleale alle produzioni locali. Per non parlare delle scarse condizioni igienico-sanitarie e delle pericolose acque utilizzate per l'irrigazione".

"È proprio di queste ore l'allarme per i pomodori ciliegino provenienti dal Marocco, soprattutto dopo quanto accaduto in Repubblica Ceca e in seguito ai 26 casi di intossicazione alimentare in Francia con una grave sintomatologia con "sintomi digestivi" ascrivibile al consumo di pomodori ciliegino. Purtroppo, gli stessi pomodorini sono in vendita in Italia". È il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a commentare positivamente la piena operatività della commissione parlamentare anticontraffazione, in un periodo in cui stanno aumentando le importazioni di prodotti agroalimentari dall'estero, ad esempio dal Marocco.

Il Marocco può permettersi di vendere a bassi prezzi per i minori costi di produzione, per il basso costo della manodopera, ma anche per la difesa antiparassitaria che può contare su decine di principi attivi non più utilizzabili dai produttori comunitari, come era stato denunciato da Coldiretti già all'epoca della stipula dell'accordo. Basti pensare al famigerato bromuro di metile, bandito dall'UE perché dannoso nei confronti dell'ambiente, che i produttori marocchini possono continuare ad utilizzare, determinando un ulteriore svantaggio per le produzioni comunitarie. Il tutto con buona pace dell'etica, della coerenza e della reciprocità delle regole produttive che dovrebbero guidare l'UE quando stipula accordi di questo tipo.

"In Puglia arrivano anche carciofi e uva da tavola - denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - due produzioni in cui la nostra regione risulta leader indiscussa, con tanto di riconoscimenti comunitari che lo attestano "IGP per il carciofo di Brindisi e per l'uva da tavola pugliese. I prodotti esteri freschi e lavorati sbarcano in Puglia a prezzi bassissimi. Il Marocco spesso ha esportato pomodori verso l'Unione Europea al di sotto del prezzo minimo di 0,461 euro al chilo stabilito dall'accordo commerciale tra la UE e il paese nordafricano. Ovviamente spesso i prodotti importati vengono spacciati per "made in Italy" e venduti con ricarichi esorbitanti. Chi ci rimette sono i consumatori che acquistano prodotti di dubbia provenienza e qualità a "prezzi ingiusti" e i nostri produttori agricoli che non possono competere con questo sistema drogato".

Solo nel 2010 l'Italia ha importato dall'estero circa 10.004 tonnellate di pomodori freschi o refrigerati, il cui controvalore economico supera i 12 milioni di euro (esclusivamente importazioni definitive). La merce importata proviene prevalentemente da Israele (7.319 t, 73,2% del totale), e Marocco (1.935 t, 19,3% del totale). Complessivamente, il controvalore economico delle importazioni di pomodori freschi e refrigerati dai due Paesi è pari a circa 11 milioni di euro (92,7% del totale). Nello stesso anno, le importazioni di pomodori preparati o conservati (prodotti dell'industria alimentare) ha raggiunto le 153.358 tonnellate (valore 89,5 milioni di euro). Le importazioni temporanee rappresentano il 70,8% del totale in termini quantitativi (108.509 tonnellate) e il 73,8% in termini di controvalore economico (66 milioni di euro).

Fonte: Vini e sapori