Fagioli e fagiolini veneti, il mercato apprezza

Fagioli e fagiolini veneti, il mercato apprezza
Si presentano bene i primi fagioli borlotti nani, coltivati nelle terre del radicchio: sani, grossi, di un bel colore crema con vivaci screziature rosse, completi nei loro valori organolettici. Sono famosi, in provincia di Treviso, quelli di Levada di Pederobba, che hanno una secolare tradizione.

Molto apprezzati per l'ottima resa sul campo e in cucina, maturano dalla prima metà di agosto. Adesso si trovano sul mercato soprattutto i borlotti nani che sono coltivati sulle terre, nelle quali tra poco si pianterà il radicchio rosso tardivo, ai confini tra le province di Treviso, di Padova e di Venezia.

È una coltura importante e complementare al radicchio, perché consente alle aziende un supplemento di reddito. Si distinguono per delicatezza e tenerezza. Sono diventati un cibo, soprattutto se consumati freschi per amatori, per chi ama la buona cucina sana tradizionale.

"Hanno un mercato costante - rileva Sergio Tronchin (nella foto) - responsabile commerciale di OPO Veneto, con quotazioni che da alcune stagioni non registrano sensibili variazioni. In questo momento c'è una buona richiesta, con prezzi interessanti, soprattutto se si fa il confronto con altre produzioni orticole".



I fagioli sono i principi dei legumi. Considerati un tempo la carne dei poveri per il basso costo, la facile reperibilità e coltivazione e per la ricchezza di proteine, sono stati recentemente riscattati e rivalutati, pur essendo penalizzati dal fatto che sono sentiti come cibo molto tradizionale e da anziani. Il fatto è che faticano a rientrare nella tipologia del "Fast food", cibo veloce, ristorazione rapida, che prevale nei comportamenti alimentari del nostro tempo.

Preparare, cucinare e servire il fagiolo è un'arte che poco si concilia con la fretta. Il Veneto è una regione importante per produzione di fagioli: nello scorso anno ne sono stati raccolti quasi centomila quintali. Tra le varietà più note, oltre al borlotto nano di Levada, vi è fagiolo di Lamon, nel Parco delle Dolomiti bellunesi.

Una chicca, pregiatissima, piantato per la prima volta attorno al 1.530, poco dopo che i fagioli erano arrivati dall'America con il ritorno dei conquistadores. Li portò sulle Dolomiti il bellunese Pietro Valeriano, frate umanista, scrittore, che li aveva avuti in dono da Papa Clemente VII, del quale era dignitario. Al Pontefice i fagioli erano stata fatti arrivare dal Re di Spagna.

È questo anche il tempo dei fagiolini nostrani o delle tegoline (nome veneto, che deriva dal latino teca, custodia, il baccello che contiene i semi). È una varietà di legumi che si consuma fresca, tenera, intera. Si distinguono per diversi colori (verdi, violacei, gialli) e forme (piatte o cilindriche). I fagiolini sono tra gli ortaggi più presenti negli orti di casa e più consumati, grazie al basso valore calorico e alla ricchezza di fibre, minerali e vitamine. Si prestano quindi alla cucina leggera del nostro tempo, dove contano molto gli aspetti salutistici e dietetici.
Buona l'accoglienza ricevuta dal mercato, con prezzi sulla media.



Fonte: Ufficio Stampa Opo Veneto