L'atmosfera dinamica controllata sbarca in Australia

A esportare nella terra dei canguri la tecnica, di cui l'Italia è leader, la società Isolcell

L'atmosfera dinamica controllata sbarca in Australia
Il consumatore moderno è sempre più attento alla salubrità dei prodotti ortofrutticoli, da come si evince osservando gli ultimi dati sul settore biologico esposte al Sana, e riportati nell'articolo, Sana: tutti i numeri dell'ortofrutta biologica. L'Unione Europea, raccogliendo questa crescente domanda ha incrementato le azioni atte a promuovere un'agricoltura sempre più eco-sostenibile, talvolta con direttive particolarmente criticate. Una delle più discusse ha riguardato il divieto all'utilizzo dell'etossichina come trattamento post-raccolta nelle pere, che ha causato danni notevoli ai produttori italiani.
Polemiche a parte, la ricerca italiana è in prima linea nello studio di tecniche alternative di conservazione a basso impatto ambientale. Fra i diversi studi, il sistema della DCA, ovvero Atmosfera Dinamica Controllata, si sta confermando come la tecnica più efficace e salubre per conservare i prodotti frutticoli, in particolare per le mele.

Come funziona l'Atmosfera Dinamica Controllata?

Questa tecnologia, grazie a dei sensori di rilevanza della fluorescenza porta la frutta al limite della respirazione. Tali sensori agiscono in tempo reale, adattando la concentrazione dei gas in funzione dello stato fisiologico del frutto, evitando così stress da ipossia, che contraddistingue l'AC (atmosfera controllata), e garantendo un'elevata qualità del prodotto. Tramite questa tecnica è possibile portare la concentrazione dell'ossigeno a valori estremamente bassi (fino a 0,4%), condizione che permette di evitare l'instaurarsi del riscaldo superficiale. Ovviamente, la DCA, ricopre particolare interesse nei prodotti biologici, in quanto non richiede trattamenti chimici post-raccolta con difenilammina (DPA) o con 1-MCP. L'unico inconveniente riguarda l'impossibilità di utilizzarla per la varietà di pero Abate Fétel, che si è dimostrata insofferente a condizioni di carenza d'ossigeno.

Italia leader del settore

Come riportato dal sito postharvest.biz, il Trentino Alto-Adige ricopre un ruolo di primo piano nell'utilizzo di questa tecnica, grazie alla ditta Isolcell Italia S.p.a. che distribuisce in esclusiva la tecnologia DCA-Isostore, brevettata in Canada e messa a punto dal dott. Angelo Zanella, del Centro Sperimentale Agrario di Laimburg – Bolzano. Attualmente più di 350.000 tonnellate di mele vengono conservate  tramite DCA-Isostore, stoccate in più di 800 celle sparse sia in Italia che all'estero (Argentina, Cile, Brasile, U.S.A., Germania, Austria, Slovenia, Croazia, Israele, Francia, Spagna, Portogallo). L'ultima nazione in ordine di tempo ad interessarsi a questa tecnica è l'Australia. Infatti, proprio quest'anno, l'azienda Isolcell ha aperto un'agenzia direttamente nello stato di Victoria con lo scopo di far conoscere il sistema anche a produttori e distributori australiani.
Tuttavia, in Italia, la DCA è diffusa prevalentemente in Trentino Alto-Adige, ed è auspicabile come in futuro le principali aziende frutticole si dotino di questa tecnica per  assicurare al consumatore l'acquisto di un prodotto esente da trattamento post raccolta.

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