Seimila euro di multa per le foto della frutta in vetrina

San Donato Milanese, neo-fruttivendolo sanzionato per omessa denuncia. E arriva Striscia la notizia

Seimila euro di multa per le foto della frutta in vetrina
Seimila euro di multa per aver affisso foto di frutta e verdura in vetrina. Succede a San Donato Milanese, dove il concessionario comunale dell'imposta della pubblicità, Ica Tributi, ha fatto recapitare un maxi-verbale a un neo-fruttivendolo, sanzionato per aver affisso in vetrina fotografie di frutta e verdura. Un fatto per certi versi clamoroso che ha calamitato persino le telecamere di “Striscia la notizia”. Anche perché non è la prima volta: in Comune penderebbero cinque ricorsi per altrettante multe comminate per lo stesso motivo.

"Il collega - ha spiegato al quotidiano "Il Giorno" Andrea Roer, portavoce dei negozianti - ha presentato la documentazione dell’avvio dell’attività e nessuno gli ha detto di aprire una posizione a Ica Tributi. In molti Comuni la comunicazione viene fatta direttamente dagli uffici comunali, quindi non avendo ricevuto istruzioni in merito pensava di essere in regola. Due mesi dopo, gli è arrivata la multa da 5.763 euro, di cui oltre un migliaio per omessa denuncia".

Nei mesi scorsi alcuni commercianti erano stati multati anche per aver esposto la targhetta con gli orari di apertura, un disegno sulla vetrina o una lavagnetta con frasi recanti il menù del giorno, tutte considerate pubblicità e quindi sanzionate.

"Il problema è iniziato quest'estate, quando il controllo e la riscossione è stata affidata a Ica Tributi, che ha adottato nuovi criteri", spiega a Italiafruit News Diego Parigo, segreterario della Confcommercio di Melegnano. "Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con il sindaco, utile anche per avere il quadro esatto delle sanzioni e della loro entità; al momento mi sento di dire che l'amministrazione ha affrontato la questione in maniera lenta".

A fronte delle proteste degli operatori, gli amministratori del Comune milanese avevano fatto sapere all’Unione del Commercio che si riservavano 30 giorni di tempo per rendere noti i risultati delle verifiche.

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Fonte foto: Il Giorno