Kiwi e pirodiserbo: prevenire per non dover curare

Una nuova macchina di Officine Mingozzi frena la diffusione della Psa

Kiwi e pirodiserbo: prevenire per non dover curare
Sostenibile perché riduce l'impiego di agrofarmaci, biologico e in grado di contenere la diffusione del batterio PSA (Pseudomonas syringae). Sono questi alcuni dei più importati vantaggi che il "pirodiserbo" porta con sé e che da oggi potranno trovare impiego anche sull'actinidia.

Durante l'anteprima della passata edizione di Macfrut Marco Mingozzi, titolare della ditta "Officine Mingozzi" di Ferrara, ha presentato l'innovativa strumentazione per contrastare la batteriosi del kiwi gestendo gli scarti di potatura (clicca qui per consultare la nostra recente notizia). Da sempre i residui di potatura rappresentano una fonte di inoculo dato che la classica trinciatura non è in grado di contrastare la diffusione della sintomatologia. Recenti prove sperimentali (come riportato da L'Informatore Agrario numero 44) hanno confermato la bontà della tecnica del pirodiserbo per frenare la diffusione del patogeno all'interno dell'impianto, con costi accessibili per il produttore.

Attraverso il trattamento termico, infatti, si ha la possibilità di gestire ed abbattere l'inoculo in campo. Nelle prove condotte dal CRA, gli scarti di potatura sono stati disposti al centro dell'andana per garantire la piena copertura del materiale trattato. Dopo un'analisi microbiologica i tralci contenenti il batterio sono stati colorati in modo che fosse possibile riconoscerli ed analizzarli una volta conclusa l'operazione.

Il trattamento con la macchina pirodiserbatrice è stato svolto variando alcuni parametri. Premettendo che la potenza termica della macchina è di circa 304 kW, a velocità di 1500 m/ora si è in grado di coprire 0,6 ettari con un consumo di gas pari a 40 KG/ha e con un'esposizione alla fiamma di 4 secondi. Con una velocità di 750 m/ora, invece, si dimezza sia la superfice coperta che il consumo di gas e l'esposizione alla fiamma dura circa 2 secondi.  I costi stimati per l'impiego di gas oscillano tra i 60 e 120 euro/ettaro. Da ulteriori studi sarà possibile avere un costo complessivo ad ettaro che terrà in considerazione tutte le voci che vi concorrono.

In entrambi i casi le analisi microbiologiche post-trattamento hanno accertato la totale assenza del batterio sulla matrice trattata, rispetto alle infezioni registrate nelle fasi preliminari. Questo conferma indiscutibilmente la validità della tecnica. Nodo cruciale rimane la scelta della velocità di avanzamento che va commisurata alla quantità di materiale presente in campo. Non stiamo parlando certamente di soluzione al problema ma se "prevenire è meglio che curare"...

Copyright 2014 Italiafruit News