Russia: il piano è creare una «piccola Olanda»

Obiettivo 500 ettari di serre entro il 2020 a Belgorod. Caccia agli investitori esteri

Russia: il piano è creare una «piccola Olanda»
"L'Olanda di Russia". È cosi che è stata soprannominata la città di Belgorod, a 660 km da Mosca, in Russia. È qui che il governo russo vuole realizzare un vero e proprio "epicentro" di produzione orticola, attraverso la messa a dimora di 500 ettari di serre entro il 2020 per la produzione di cetrioli e pomodori. Per farlo ha bisogno di know-how che al momento non possiede ed è per questo che è partita la caccia agli investitori esteri.

Come riporta Fresh Fruit Portal, il progetto del governo russo è già partito da tre anni ed è riuscito per ora ad attrarre due investitori: le olandesi Agricultural Projects Holland B.V e Certhon Greenhouse Solutions, le quali hanno già investito su 70 ettari.

Il piano prevede una prima fase in cui gli investitori vengono attirati ed invogliati ad entrare nel progetto, per poi essere guidati in tutte le operazioni burocratiche. Come riferisce il responsabile del progetto Viktor Berko, tutte le fasi preliminari sarebbero centralizzate a Belgorod e sono previsti dalla legislazione anche importanti sgravi fiscali e burocratici per chi volesse investire e sussidi per prestiti bancari. Inoltre, è possibile prendere parte al progetto anche investendo su una piccola superficie, proprio per non creare alcuna barriera.

Secondo Berko, sono numerosi i vantaggi provenienti da un investimento del genere. In primis il clima: la zona di Belgorod è una delle migliori in tutta al Russia per la coltivazioni di orticole, con inverni miti ed estati calde e soleggiate, a differenza di quanto avviene nel resto della nazione. Interessante anche la posizione strategica, per raggiungere sia i mercati russi che potenzialmente anche altri Paesi come Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan e Turkmenistan. Un altro vantaggio decisamente poco trascurabile è il basso costo dell'energia. Ad esempio, l'elettricità è disponibile a 0,50 €/kWh, il gas a 100 € per 1.000 metri cubi ed il diesel a 0,5 € al litro.



La domanda di prodotti freschi è in sensibile aumento nelle regione dell'ex Unione Sovietica, specialmente dopo l'introduzione dell'embargo: basti pensare che rispetto al 2013 l'import russo di pomodoro è crollato del 45%. Rimane il fatto che anche prima dell'embargo Putin avesse manifestato la volontà di ridurre le produzione agricole importate, per rendere la Russia sempre meno dipendente dagli altri Paesi.

Tuttavia, anche Viktor Berko riconosce che il deterrente maggiore potrebbe essere l'attuale situazione politica russa. "Capisco che ci siano persone spaventate da questo. Effettivamente, il quadro politico ha causato dei lievi rallentamenti al progetto, ma siamo pronti a spingere sull'acceleratore e a tranquillizzare chiunque abbia delle perplessità, se necessario. Il modo di fare business qui è lo stesso del resto del mondo".

Oltre alle due aziende olandesi già coinvolte, sono in corso trattative con operatori provenienti anche da altri Paesi, come Spagna, Cuba e Turchia.

Traduzione ed adattamento a cura di Italiafruit News. Tutti i diritti riservati.