Embargo russo? I dati parlano chiaro: non ha frenato l'export totale. Anzi...

Analisi dettagliata per UE 28 e Italia nel 2014. Impatto sui prezzi di drupacee e pomacee

Embargo russo? I dati parlano chiaro: non ha frenato l'export totale. Anzi...
L'embargo russo ha creato tanti dibattiti nel settore ortofrutticolo. Per questo si presentano di seguito i dati su frutta, verdura, legumi e frutta secca elaborati dal Monitor F&V di Agroter su base Eurostat per comprendere al meglio quali siano stati i reali impatti del muro di Putin.

L'Ue ha aumentato l'export di Frutta e Verdura

Nel periodo agosto-dicembre 2014 l'UE 28 ha aumentato le proprie esportazioni di ortofrutta, frutta secca e legumi del +6,3% in quantità registrando però un calo del -10,4% a valore. Si evidenzia così una prevedibile pressione interna dovuta all'embargo che si è riversata con data probabilità sulla diminuzione dei prezzi medi. Nel 2013, la Russia rappresentava per l'UE 28, capitanata dalla Polonia, ben il 22,5% delle esportazioni extra-UE di ortofrutta.

Nel 2014, l'UE 28 ha incrementato le sue esportazioni in paesi come Bielorussia, Brasile, Egitto, Bosnia, Serbia ed Emirati Arabi Uniti.
All'interno dell'Unione, l'Italia non rappresenta un player significativo nella corsa all'esportazione ortofrutticola in Russia, avendo rappresentato nel periodo agosto-dicembre 2013 solamente il 3,6% a valore e il 2,8% a volume dei flussi europei verso questo paese.

Export italiano stabile nonostante l'embargo

Da agosto a dicembre 2014 l'Italia ha esportato 1.781.775 tonnellate (+3% rispetto al periodo precedente) di frutta e verdura fresca, frutta secca e legumi per circa 2 miliardi di € (+2% rispetto il periodo precedente). Paradossalmente quindi nel periodo dell'embargo russo l'Italia ha performato meglio dell'anno 2013. Si sottolinea che i dati presentati sono in forma aggregata, non evidenziano quindi particolari problematiche che si sono viceversa manifestate su alcuni prodotti come Drupacee e Pomacee.
Il mercato di riferimento rimane sempre la Germania che ha presentato però un calo di 5 punti percentuali di quota rispetto all'anno precedente, frutto probabilmente di un aumento della pressione di altri paesi europei fornitori del paese teutonico.


canali-export-italia-2014


Stabilità per i primi 10 mercati ad esclusione dell'Egitto che ha quadruplicato i volumi assorbiti e ovviamente della Russia che ha portato quasi a zero il suo peso sull'export italiano. Volumi fortemente in aumento nei mercati meno impattanti.
Contrariamente alla teoria di possibili scivoloni di prezzo dovuti alle eccedenze europee non più vendibili in Russia, durante il periodo preso in esame, i prezzi sono rimasti costanti nel complesso della categoria, anche se all'interno della media vi sono andamenti molto differenti.

La Russia? Per l'Italia un mercato strategico, ma i volumi sono modesti

È importante ricordare come, negli ultimi anni, la Russia abbia rappresentato uno dei paesi maggiormente strategici in ottica di sviluppo, ma non a livello di volumi mossi. Nel 2013 l'export italiano di frutta e verdura fresca, frutta secca e legumi verso la Russia rappresentava solamente l'1,8% dei nostri flussi con 70.640 tons e 72,5 milioni di €, dato che si può innalzare fino al 3% considerando eventuali triangolazioni pre imbarco, con ad esempio la Lituania. Da sottolineare ovviamente che in questa sede si stanno presentando dati medi che non approfondiscono specifici prodotti, areali di produzione e singole realtà.

Il pool di prodotti che l'Italia esportava verso la Russia prima dell'embargo era capitanato dalle Mele (25,8%) e a seguire dall'Uva da tavola (22,1%), il Kiwi (17,8%), Pesche e Nettarine (13,7%), Pere (5,0%) e Prugne (4,0%).


Export-russia-prodotti


Per alcuni prodotti la Russia rappresentava un mercato ben più importante dell'1,8%: è questo il caso delle Prugne dove, nel 2013, si è raggiunto un'incidenza di questo mercato sul totale export italiano del 4,9%. Scorrendo la classifica dei prodotti a più alta incidenza della Russia troviamo il Kiwi (3,7%), Pesche e nettarine (3,3%) e l'Uva da tavola (3,1%).


russia-export-incidenza-2013-

Prezzi generalmente stabili, male pomacee e drupacee

Da agosto a dicembre 2014 i prezzi medi dei prodotti italiani esportati sono aumentati nelle destinazione interne all'UE 28 da 1,11€ a 1,13€ ma diminuiti verso i paesi esterni da 1,25€ a 1,13€ probabilmente anche per effetto del cambio di mix di vendita. Sul totale categoria, non si è quindi risentito di una effettiva pressione a seguito di un accumulo di merce dovuto all'embargo.

Discorso diverso per alcuni prodotti che hanno registrato diminuzioni di prezzo molto significative durante agosto-dicembre 2014 rispetto al periodo precedente. In particolare si sottolineano le Mele -16%, Pere -22%, Pesche e Nettarine -20% e Susine -25%. In controtendenza il Kiwi +17% e l'Uva da tavola +6%.

Triangolazioni?

Nel periodo preso in esame sono stati selezionati alcuni dei papabili Paesi con cui l'Italia avrebbe potuto triangolare i propri prodotti verso la Russia. Per cercare di comprendere a consuntivo quali potrebbero essere stati gli eventuali punti di triangolazione delle mancate 27.348 tons di prodotti ortofrutticoli destinati alla Russia nel periodo di riferimento, si presentano le variazioni di alcuni paesi con il periodo precedente.


triangolazioni-russia

Come possiamo notare, l'Egitto è sicuramente stata una valvola di sfogo importante per l'export Italiano.

La Polonia e l'Italia non sono in competizione

La Polonia, il principale esportatore verso la Russia all'interno dell'UE 28, nel 2013 aveva spedito verso questo mercato quasi 300.000 tons di prodotti. La Polonia non ha però riversato le sue eccedenze nè in Italia nè in Germania (principale mercato di destinazione Italiano) non creando così particolari effetti sui nostri flussi di esportazione, almeno direttamente, stando alle statistiche ufficiali.

Copyright 2015 Italiafruit News