Reti di imprese, una chance per la supply chain di settore

Focus sull'innovativa forma di aggregazione che apre le porte ad agevolazioni fiscali

Reti di imprese, una chance per la supply chain di settore
"Una rete d'impresa è una libera aggregazione tra imprese finalizzata al perseguimento e raggiungimento di obiettivi specifici che il legislatore identifica in innovazione e competitività" (D.L. 91/2014).

La legge afferma che gli imprenditori coinvolti devono collaborare sulla base di programmi precedentemente stipulati per raggiungere i traguardi prefissati. Alle reti possono prendere parte aziende di qualsiasi dimensione, forma e nazionalità purché operino in Italia. Inoltre, non ci sono vincoli nemmeno da un punto di vista merceologico per cui all'interno della stessa rete possono operare aziende della produzione, della trasformazione fino alla grande distribuzione. Gli unici due vincoli sono legati all'iscrizione nel Registro delle Imprese ed essere imprenditori ai sensi dell'articolo 2082 del Codice Civile.

Alla base della rete vi è il contratto di rete che è entrato in vigore nel 2009 e che permette all'azienda di mantenere la propria autonomia ed indipendenza, realizzando obiettivi condivisi con le altre realtà aderenti alla rete. Dopodichè tutto è lasciato nelle mani degli aderenti che stabiliscono in modo autonomo i criteri alla base delle assunzioni decisionali, se creare un fondo patrimoniale e quali siano le regole alla base dell'ingresso di nuovi soci. Non esistono sovrastrutture burocratiche.

In questa innovativa forma di aggregazione le imprese mantengono la propria autonomia e la propria indipendenza ma possono realizzare progetti comuni finalizzati alla crescita e all'incremento di competitività. Nel caso di imprese agricole medio-piccole, il legislatore pone l'attenzione sulla possibilità di collaborare nell'esercizio dell'impresa per arrivare ad una produzione agricola che favorisca la crescita imprenditoriale delle aziende partecipanti. I fattori produttivi possono essere condivisi per realizzare una produzione agricola comune la quale potrà essere divisa in natura, cioè ripartita tra i "retisti" in base a quote pattuite nel contratto di rete. L'obiettivo è quello di rendere nel medio-lungo periodo l'impresa agricola più competitiva, riducendo i costi (vantaggi sia cu costi fissi che variabili) ed incrementando i ricavi.

La novità del sistema è legata alla libertà di gestione e forma che la rete può assumere diventando strumento in grado di adattarsi alle differenti sfaccettature imprenditoriali presenti nel nostro Paese. Altra possibilità associata alla rete è l'accesso alle agevolazioni fiscali con il riconoscimento di un credito di imposta al 40% per investimenti fino a 400.000 euro destinati allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche e processi tecnologici. L'intento è quello di rafforzare le iterazioni cooperative già presenti sul nostro territorio e non di sostituirsi a queste.

Riuscirà questo nuovo format di aggregazione ad essere di riferimento per le aziende operanti nella supply chain ortofrutticola?

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