Xylella Fastidiosa, decalogo dei vivaisti per affrontare l'emergenza

Effetto domino nell'embargo, scatta l'allarme: «perdite per decine di milioni»

Xylella Fastidiosa, decalogo dei vivaisti per affrontare l'emergenza
Le quattro associazioni di rappresentanza dei vivaisti frutticoli, viticoli ed ornamentali (ANVE – Associazione nazionale vivaisti esportatori; Associazione Vivaisti Viticoli Friuli Venezia Giulia; CIVI-Italia – Centro interprofessionale per le attività vivaistiche; MIVA – Moltiplicatori Italiani Viticoli Associati) hanno espresso "forti preoccupazioni" per il settore vivaistico nazionale visto che continua a rimpolparsi di nuovi nomi la lista dei Paesi esteri che stanno adottando embarghi generalizzati su diverse specie vegetali italiane, a causa della presenza del batterio da quarantena Xylella fastidiosa in un'area limitata e ben definita del Salento.
L'Albania ha infatti deciso di bloccare le importazioni di ulivi provenienti da tutta la Puglia, mentre l'Algeria ha imitato la decisione del Marocco che, recentemente, aveva bloccato i materiali vivaistici di tutto il territorio nazionale (clicca qui per vedere la notizia). Il discusso blocco unilaterale imposto a inizio aprile dalla Francia è stato invece superato grazie alla nuova decisione comunitaria del 28 aprile scorso (clicca qui per vedere la notizia).

Le associazioni del comparto vivaistico si dichiararano fortemente preoccupate per "un possibile effetto domino da parte di altri Paesi e la perdita di importanti mercati esteri a favore di altri competitor". Le perdite subite sinora sono state quantificate in decine di milioni di euro, per un settore rilevante dell'economia italiana che sviluppa un valore della produzione di 1,74 miliardi di euro (4.350 aziende, 114mila addetti), di cui il 40% destinato all'export.

Tabella - L'importanza del settore vivaistico italiano


Per suggerire e condividere le iniziative più efficaci da intraprendere, le quattro associazioni hanno avviato una serie di incontri tra i propri rappresentanti e con le autorità ministeriali. "Nel corso delle riunioni è unanimemente prevalsa la necessità di affiancare le istituzioni preposte ad affrontare l'emergenza, dando contestualmente la piena disponibilità delle proprie strutture tecniche per una piena collaborazione" sottolinea una nota congiunta rilasciata dalle associazioni. "Nel presentare al Mipaaf la consistenza del vivaismo nazionale, sono altresì state avanzate una serie di punti ed istanze che, se attuate, permetterebbero di far chiarezza e di dare una seria risposta a quell'inerzia denunciata dalle autorità comunitarie".

Ribadendo il più incondizionato appoggio al piano di Giuseppe Silletti, Commissario straordinario per gli interventi in Puglia, le associazioni hanno avanzato 10 richieste:

1) rafforzare immediatamente il settore della ricerca attraverso il reclutamento di ricercatori di esperienza tramite bando internazionale (su fondi UE/Italia) sotto il coordinamento del Comitato tecnico-scientifico ministeriale

2) rafforzare l'ufficio DISR V con personale esclusivamente dedicato all'emergenza Xylella

3) inserire l'argomento Xylella tra le priorità da affrontare nell'agenda politica del governo per i rapporti internazionali, in missioni estere ed incoming, per avviare forti azioni politico-diplomatiche a difesa e sostegno dell'export delle produzioni vivaistiche nazionali verso i Paesi comunitari e terzi

4) intervenire presso la Commissione UE sulle responsabilità di altri Paesi membri (Olanda come nel caso Xylella fastidiosa) sull'efficacia dei controlli posti in atto per contrastare l'introduzione di organismi nocivi da quarantena in Europa, e la loro successiva diffusione a tutto il territorio comunitario

5) ribadire con forza che le numerose specie inserite nella lista di quelle per cui è vietata la movimentazione (vite, agrumi, piante del genere Quercus, ecc.), fino a che prove scientifiche ne dimostrino il contrario, non sono ospiti di Xylella fastidiosa subsp ."Pauca" ceppo Codiro. Pertanto, le restrizioni attuate, fanno sorgere il dubbio di un'azione denigratoria dei nostri prodotti sui mercati strategici, sia all'interno dell'Unione che fuori da essa, arrivando a configurare comportamenti di concorrenza sleale, che potrebbero essere oggetto di indagini anche dagli organismi internazionali preposti

6) avviare una comunicazione efficace del Ministero sia a livello nazionale che internazionale, che aggiorni in maniera ufficiale e tempestiva sulla problematica

7) produrre dichiarazione ufficiale del Servizio fitosanitario nazionale, da inviare a tutti i Servizi Fitosanitari Regionali, sulle aree indenni sulla base dei monitoraggi realmente eseguiti in tutte le regioni come prescritto dal DM 26/09/2014. Si sta infatti assistendo a dichiarazioni di parte, in cui le singole regioni si dichiarano "Xylella free area", che creano tanta confusione

8) organizzare missioni in-coming di delegazioni ufficiali dei Paesi di maggior interesse per l'export vivaistico per la visita ai distretti ed alle realtà vivaistiche più coinvolte nell'export. Gli operatori sono disposti a sostenere le spese (tra l'altro potrebbero anche essere reperiti fondi tra quelli stanziati per l'Expo)

9) esplorare la possibilità di attuare veri e propri "blocchi stradali fitosanitari" per verificare che il divieto di movimentazione dalla zona infetta sia realmente rispettato. E' una procedura in vigore in molti Paesi per la mosca mediterranea, che risulterebbe di grande impatto ed eco mediatica e potrebbe dare i suoi effetti

10) altro aspetto da affrontare è quello relativo agli indennizzi per i quali, pur convenendo che non saranno risolutivi della situazione venutasi a creare, vengano comunque presi in considerazione dall'Amministrazione pubblica a sostegno dei produttori situati sia all'interno sia all'esterno della zona infetta, anche in considerazione di dover allocare la produzione in altri areali.
 
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