Op Geagri: «Sviluppo e innovazione tra Puglia, Basilicata e Calabria»

Il direttore vendite Simona Battaglio illustra risultati e progetti per uva, albicocche, agrumi

Op Geagri: «Sviluppo e innovazione tra Puglia, Basilicata e Calabria»
Ci sono Op e Op. Ci sono quelle che distribuiscono prevalentemente finanziamenti e agevolazioni ai soci, che si accontentano di gestire bene la burocrazia, e ci sono quelle che si impegnano a valorizzare, esportare e aggregare la produzione agricola italiana. Tra queste Geagri, con sede a Massafra (Taranto), parte della filiera commerciale di Battaglio, di cui abbiamo incontrato il direttore vendite, Simona Battaglio

"Geagri - spiega - è un'organizzazione di produttori fondata nel 1999 strutturata con un magazzino per la lavorazione e conservazione di agrumi, uva e albicocche sito a Massafra, perfetto crocevia tra Puglia, Basilicata e Calabria. E' una realtà dinamica e in continua evoluzione. I progressi più significativi sono quelli emersi negli ultimi tre anni, periodo in cui la compagine sociale è stata rivisitata e arricchita da nuovi soci con capacità produttive rilevanti ma soprattutto innovative. Questo ha portato l'azienda a crescere in termini di volumi, con circa 3.000 tonnellate di agrumi commercializzati in più rispetto al 2013 e ad affermarsi come presenza significativa sul territorio per i produttori.

Che valore aggiunto riesce a dare la vostra Op a questo territorio? 
La scelta di essere una Op scaturisce dalla volontà e dalla necessità sia di offrire alle realtà produttive locali un valido sostegno in termini di raccolta, lavorazione e commercializzazione dei prodotti, sia di orientare tali realtà secondo quelle che sono le richieste e le novità provenienti dal mercato, nazionale ed estero, dove Geagri sta concentrando l'attenzione negli ultimi anni.
Uva da tavola, albicocche e agrumi sono, in tema di risorse e di produzione, fiori all'occhiello del territorio e delle regioni limitrofe. Ma bisogna portare sviluppo ed innovazione, con nuove tecniche produttive e ampliando la gamma varietale, ottenendo così risultati che permettano al nostro Paese di poter rimanere al passo con gli altri Paesi produttori.

Quali tendenze sono in atto per questi prodotti? Quali nuove visioni e impostazioni varietali si vogliono dare alla produzione agrumicola e viticola locale?

Per quanto riguarda le clementine, l'interesse principale è quello di ampliare il calendario di commercializzazione, cominciando già nel mese di ottobre e terminando a marzo-aprile. Puntiamo sulle varietà più interessanti (in pratica le precoci e le tardive), tra le quali spiccano Clemenruby, già ben apprezzata dal mercato, e tardivi (mandarino simili in primis), sulle quali vogliamo sicuramente puntare nella prossima campagna.

L'uva da tavola si orienta, com'è ben noto, prevalentemente sulle varietà senza semi. Seguendo le dinamiche di mercato, la Puglia ha iniziato a sostituire le varietà con seedless, di particolare interesse lo sviluppo di varietà "made in Puglia" come il progetto Nuvaut. Attualmente sono circa 7.500 gli ettari volti a questo tipo di produzione, numero destinato a sicura crescita nei prossimi anni. Pur essendo a favore del progresso e dell'evoluzione, non dobbiamo però dimenticare che le uve con i semi (in particolare l'uva Italia) hanno da sempre caratterizzato la storia e la ricchezza della nostra regione, e che tale diversità di produzione rispetto alle altre aree del mondo ci ha permesso tante volte di distinguerci.

Riguardo le albicocche, abbiamo assistito al triplicarsi delle superfici coltivate in Basilicata, seguita a ruota dalla Puglia. L'incremento dell'ultimo decennio deriva sia dal forte interesse commerciale per questo frutto, sia dalle favorevoli condizioni climatiche che consentono il conseguimento di uno standard produttivo quanti-qualitativo rilevante. Molto interessanti sono le varietà introdotte recentemente a basso fabbisogno di ore di freddo e dalla fioritura precoce come Mogador, Margottina, Colorado, Flopria, Pricia e Banzai.

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