La pera della.... discordia: aggregazione o competizione?

Da una parte il progetto di Granata, dall'altro il blocco ex Pera Italia: retroscena e scenari

La pera della.... discordia: aggregazione o competizione?
È guerra fredda? Il paragone è volutamente provocatorio, ma osservando l'escalation delle ultime settimane, sembra proprio che l'aggregazione emiliano romagnola sia ormai una questione fra due blocchi contrapposti, il primo denominato Per.A. coordinato da Apo Conerpo, e promosso da Fruit Modena Group, Agrintesa e Pat Frut, ed il secondo, del quale non si conosce ancora il nome ma che vede l'unione di coloro che sono rimasti in Pera Italia (Apofruit, Afe-Salvi, Pempacorer, Granfrutta Zani e Spreafico).

In apparenza si dovrebbe esultare, in quanto si sono visti più tentativi di aggregazione nel giro di 2-3 mesi che in trent'anni. Purtroppo dico in apparenza, perché vedendo fin dove si è arrivati sembra che sia esploso lo spirito competitivo piuttosto che quello aggregativo. Ma proviamo a mettere in ordine gli eventi.

L'avvento di Luca Granata ha scombussolato il comparto

Il fulmine a ciel sereno per l'ortofrutta emiliana è stato la discesa in campo di Luca Granata, ex-dg Melinda, "acquistato" da Apo-Conerpo con l'obiettivo di unire l'intera offerta regionale delle pere. Il manager veneto non è riuscito del tutto nel proprio intento, nonostante il settore pericolo sia il più aggregabile vista l'elevata concentrazione produttiva (in tre province si produce il 65% dell'intera produzione nazionale di pere).

L'opera di unificazione di Granata non ha avuto i risultati sperati per una serie di motivazioni "ufficiali" descritte dai cinque dissidenti in un comunicato stampa ("mancanza di un chiaro progetto industriale e di marketing che dia distintività al prodotto e che generi valore") ed altre, "ufficiose", che Italiafruit News aveva ipotizzato fin da subito (clicca qui per leggere l'articolo):
  •     Il progetto è promosso da Luca Granata, riconducibile però ad ApoConerpo, e quindi potrebbe non risultare super partes;
  •     Grandi produttori si ritroverebbero ad essere alleati nelle pere, ma competitor in altri segmenti (pesche, kiwi ecc.).
Inoltre, il modo perentorio con cui l'ex dg Melinda ha cercato di modificare equilibri consolidati da anni, potrebbe aver fatto storcere il naso ad alcuni operatori. Forse sarebbe stata necessaria un'opera diplomatica più consistente?

Nuovo progetto aggregativo alle porte

Con il passaggio di Mazzoni allo schieramento di Granata, il blocco ex-pera italia sembrava aver perso colpi, ma col comunicato stampa uscito l'altro giorno, è ritornato prepotentemente alla ribalata e rilancia: "aggregazione allargata a tutto il comparto della frutta, sistema più ampio e maggiormente flessibile, più facile da gestire e che consenta di essere più efficaci rispetto al progetto Per.A.".

Evidentemente si cerca di contrapporre ad una certa rigidità del progetto Per.A. una maggiore flessibilità, aprendo a diverse colture e prendendo come esempio vincente il modello dei "club di prodotto" (es. Pink Lady).

Difficile dare un giudizio completo in quanto manca il piano operativo che verrà diramato nei prossimi giorni, ma ci sono alcuni aspetti da sottolineare. Il club di prodotto si contraddistingue per il controllo assoluto (dalle piante vendute al prodotto commercializzato) di una varietà o specie. In Emilia Romagna non si vedono esempi praticabili in tal senso. Prendiamo ad esempio il kiwi, una delle colture più concentrate: innanzitutto la produzione è delocalizzata in diverse regioni, e casualmente l'altro grande produttore regionale è proprio ApoConerpo...

Si ritorna al passato?

Si è passati da una possibile fusione di tutta la produzione pericola, a due schieramenti che entreranno in competizione diretta sulle pere, ed in futuro pure sul resto. Se da un lato la competizione è positiva in quanto sprona al miglioramento, dall'altra sembra di essere tornati indietro negli anni '60, quando esistevano le cooperative bianche e le cooperative rosse. Vizio tipicamente emiliano romagnolo...

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