Granata: qualità distintiva, continuità, offerta controllata

I presupposti di un prodotto a marchio vincente secondo il direttore di Opera

Granata: qualità distintiva, continuità, offerta controllata
"Non basta una nuova varietà per portare profitti agli agricoltori, occorre che essa sia distintiva e che l'offerta sia perfettamente controllabile: solo in questa modo è possibile massimizzare il reddito dei produttori". Con questo intervento, Luca Granata Direttore di Opera sca, ha chiarito la sua idea sul ruolo dell'innovazione varietale in ambito frutticolo. Nella fattispecie si stava parlando di pere, in quanto l'ex Dg melinda è intervenuto durante la presentazione delle quattro nuove varietà di pere costituite dall'Università di Bologna.

I presupposti per una varietà a marchio

Ovviamente l'ex Dg Melinda, ragionando da manager, ha spiegato i presupposti di un prodotto a marchio: qualità distintiva e percepibile, continuità, ed offerta totalmente controllabile. Con la frutta e la verdura non è così semplice, in quanto si tratta di un prodotto vivo, e questo pone diversi problemi. Innanzitutto, la maggior parte dei prodotti ortofrutticoli gode di una vita sullo scaffale particolarmente breve che non garantisce una presenza costante nel punto vendita. Pertanto, il primo assunto per il prodotto a marchio che è la continuità, viene a mancare salvo alcuni casi: frutta esotica (banane ed ananas) e prodotto a lunga conservazione (pere e mele). Non a caso, i marchi di successo sono una mela (Melinda) ed una banana (Chiquita).

Innovazione varietale molto complessa ed in alcun casi senza controllo

Non di poco conto sono problemi di natura genetica. E' complicato ottenere una varietà che soddisfi tutti gli attori della filiera, e che si distingua in maniera netta: l'alta produttività che desidera l'agricoltore collide con l'alta qualità auspicata dal consumatore. Solitamente il genetista cerca di ottenere il miglior compromesso possibile.
In alcune specie il problema è ben più grave. Prendiamo ad esempio il pesco, dove esistono una marea di varietà, molte delle quali indistinguibili l'una dall'altra che creano una confusione senza precedenti. Ogni anno ne escono di nuove, ed ogni vivaista ha il suo "pacchetto varietale" che propone al produttore o alla OP di turno. I risultati deleteri sono sotto gli occhi di tutti.

Vedremo una pera club tutta italiana?

Analisi diametralmente opposta per i "club" varietali, nel quale il costitutore della varietà controlla ogni singolo passaggio della filiera, dal numero di piante prodotte dal vivaio alla diffusione commerciale del prodotto. In questo modo si evitano sovrapproduzioni e si garantisce elevata remunerazione del prodotto a patto che esso sia realmente distinguibile.
Si ritorna al punto di partenza ed è questo che auspica Granata, e nel pero c'è già più di un caso, (Angelys e Sweet Sensation). A questo punto la domanda è ovvia, le selezioni proposte dalla facoltà di Bologna possiedono i requisiti giusti per una varietà club? Non spetta a noi dirlo. Sicuramente lo scopriremo a breve, e vedremo se Opera oltre al marchio esclusivo avrà anche varietà esclusive..

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