Si aggrava a Verona e arriva in Piemonte: la moria del kiwi fa paura

Danni per 100 milioni in Veneto, altri focolai. E i neozelandesi si informano

Si aggrava a Verona e arriva in Piemonte: la moria del kiwi fa paura
Si aggrava la moria del kiwi nel veronese. E inizia ad espandersi in altre aree. I dati e gli interventi del convegno dedicato alle previsioni produttive e commerciali per il frutto tenutosi mercoledì sera a Veronamercato (cliccare qui per leggere il resoconto) hanno delineato i contorni di un problema sempre più opprimente per i produttori scaligeri, ma non solo. 

Claudio Valente, rappresentante della Camera di Commercio, è stato esplicito: "La situazione è pesante, abbiamo calcolato che il danno per un ettaro coltivato a kiwi ed espiantato causa moria sia di 100 mila euro in quattro anni: 18 mila euro l'anno di mancata produzione, più i costi di re-impianto e di coltivazione fino a che la pianta non diventa produttiva, al quinto anno. Al momento il danno per le imprese veronesi è di 100 milioni di euro. Stiamo cercando di mettere assieme tutti gli attori per portare avanti un progetto comune". 



Stando al Cso sono interessati quasi 1.000 ettari, a fronte dei 600 ettari del 2014, con un coinvolgimento di aree che lo scorso anno erano esenti. 
Il responsabile della Direzione produzioni agroalimentari della Regione Veneto, Alberto Andriolo ha invitato le imprese agricole danneggiate dalle moria a segnalare all’Avepa di Verona la presenza della malattia, richiedendo il sopralluogo dei tecnici. La Regione ha avviato un monitoraggio del fenomeno.

Sul tema  è intervenuto con una relazione ad hoc Lorenzo Tosi di Agrea che ha sottolineato come "l’area interessata dal fenomeno riguardi la zona di produzione ad ovest di Verona, ma ci sono recenti segnalazioni in zone diverse con focolai anche in Piemonte e richieste di informazioni dalla Nuova Zelanda. Si verifica un'espansione della malattia a nuovi impianti mentre la situazione nella zona “storica” si fa molto critica".


Qui sopra e in alto due momenti del convegno dedicato al kiwi di mercoledì sera a Verona

Ma cosa si sta facendo? "C'è l'impegno della Regione Veneto per finanziare un progetto di tre anni per la realizzazione di un impianto pilota in cui verificare l’efficacia di nuove modalità di impianto e di gestione dell’acqua nel prevenire la malattia", ha detto Tosi. "In attesa dell’incarico ufficiale l’impianto è già stato realizzato su 5.000 metri quadri, su espianto di kiwi morto per moria nel 2014, in zona Palazzolo di Sona".

In cantiere inoltre un progetto di ricerca finalizzato ad individuare tutti i microrganismi presenti sulle radici delle piante infette e sane nei rispettivi terreni: "dal confronto dei dati sarà possibile evidenziare l’eventuale coinvolgimento dei patogeni. L’indagine, in attesa di approvazione ufficiale, sarà effettuata con tecniche di biologia molecolare da laboratori specializzati". 

Mentre continua a migliorare la situazione per la Psa ("ma guai ad abbassare la guardia", ha detto ancora Tosi") l'actinidia sembra aver trovato un nuovo, temibile nemico.