Insalata di portulaca, piantaggine, aghetti di abete rosso

Il cibo selvatico vuole emergere nei nuovi stili alimentari: c'è anche un laboratorio di ricerca

Insalata di portulaca, piantaggine, aghetti di abete rosso
Il mondo cambia a velocità impressionante.

La voglia di acculturarsi, di provare, di capire e conoscere ciò che noi persone comuni stiamo piano piano perdendo della civiltà contadina è un elemento centrale da considerare nella fase di definizione dei prodotti innovativi da proporre al mercato.

Se oggi sono tanti gli chef italiani che fungono da veicolo di esportazione dei prodotti agroalimentari italiani, nel contesto nazionale stanno nascendo nuove professioni che mixano la voglia di stare all'aria aperta con la ricerca e la tecnologia informatica. E' il caso di Valeria Mosca, una giovane 36enne che come lavoro fa la raccoglitrice di erbe, di frutti e di altri cibi selvatici ed insegna alle persone come poter utilizzare questi ultimi per creare piatti a basso impatto ambientale.

Ma non è tutto. Valeria ha creato, in collaborazione con una decina di esperti e tecnici, il laboratorio di ricerca "wood*ing – wild food lab" (www.wood-ing.org) a Desio (Monza e Brianza) per catalogare e promuovere il cibo selvatico: un progetto quasi unico nel mondo che annovera già più di 1.200 prodotti. Così si scopre che la portulaca (foto di apertura), che si presta per essere consumata come insalata, è ricchissima di Vitamina K, nutriente importante per regolare la coagulazione del sangue, proteggere le ossa e aiutare il sistema nervoso; che la piantaggine presenta un sapore molto simile al fungo porcino; che gli aghetti di abete rosso possono valorizzare i risotti e hanno proprietà molto ragguardevoli in fatto di contenuto di vitamina C; e così via.


Piantaggine

Il gruppo di lavoro, attraverso il sito web, sta organizzando gite nei boschi per la raccolta di alimenti "selvaggi", realizzata con estrema attenzione e rispetto verso gli ecosistemi, e corsi per cucinare "con erbacce e alberi". I prodotti raccolti da Valeria vengono venduti a ristoranti e negozi locali. E tra i progetti futuri c'è quello di aprire nella primavera del 2016 uno spaccio aziendale a Desio. L'apertura del progetto "wood*ing – wild food lab" verso i produttori italiani è massima. Parlando al Corriere della Sera, Valeria si dichiara infatti pronta a collaborare con le aziende agricole di ogni parte d'Italia, al fine di diffondere una nuova cultura alimentare.

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