Opera: export in aumento, nuove varietà. Origine svela il brand: grande flessibilità

Ieri a Interpera riflettori sui due poli: gli interventi di Granata, Bastoni e Garbuglia

Opera: export in aumento, nuove varietà. Origine svela il brand: grande flessibilità
I “modelli” Opera e Origine Group per la prima volta a confronto: è avvenuto ieri a Ferrara, in occasione di Interpera, davanti a una folta platea di operatori. Da una parte Luca Granata, direttore generale dell’aggregazione specializzata e “monoprodotto”; dall’altra Ilenio Bastoni e Alberto Garbuglia, rispettivamente presidente e consigliere delegato del polo dedicato a pere e kiwi, che in futuro potrebbe ampliarsi ad altre referenze.

Gli spunti d’interesse non sono mancati: nella sua presentazione, Granata ha detto che "Opera produce un miliardo di frutti l’anno; messi in fila formerebbero una collana lunga 100 mila km, sufficiente a fare due volte il giro del globo". Dopo aver spiegato come Ferrara possa essere considerata a tutti gli effetti la capitale mondiale della pera, ha sottolineato il motivo della "discesa in campo" di Opera: "la scarsa aggregazione stava gradualmente sgretolando lo straordinario patrimonio italiano, in passato abbiamo tutelato la sostenibilità dei frutteti ma non quella economica e sociale”. 

“Siamo condannati alla qualità perché non potremo mai essere leader di costo - ha proseguito il manager rodigino - l’unica strada perseguibile è il win-win-win: debbono vincere ambiente, produttori, distributori e consumatore, con maggiori margini nella filiera”.



Granata ha annunciato che la quota export degli aderenti a Opera (207 mila le tonnellate prodotto nella scorsa campagna) è lievitata: "si era attestato poco oltre il 23% nell'ultima stagione, al momento ha superato il 30%”.
Quindi sono stati spiegati gli obiettivi nel medio termine: “Nei prossimi 60 mesi vogliamo proporci come partner ideali dei migliori distributori di pere di molte nazioni grazie a qualità e servizi e diventare inoltre punto di riferimento per la filiera della pera in Italia e nell’Ue 28 grazie alla specializzazione”.

Come? “Focalizzandoci su cinque aspetti: sicurezza alimentare e garanzia di un prodotto buono e bello, migliorando l’eating experience; innovazione di prodotto e di processo che è già iniziata, visto che abbiamo cinque varietà in esclusiva per l’Europa e 10 mila piante verranno messe a dimora in vista del 2016-2017; sviluppo dell’export; lancio e sostegno nel tempo di una forte politica di marca; miglioramento continuo di ogni ambito dell’attività a partire dall’ottimizzazione dei costi”.


La parola è passata quindi a Bastoni: “Puntiamo su nuovi mercati e nuove varietà, riteniamo fondamentale la gestione coordinata del destoccaggio per contenere le perdite di valore”, ha esordito il presidente di Origine Group, sottolineando a sua volta come il sodalizio sia aperto a nuovi partner ma, anche, a nuovi prodotti. “La nostra forza è il modello multiprodotto, siamo una piattaforma che vuole efficientare le imprese, proporsi con un’unica voce nei confronti delle istituzioni e ridurre i costi consortili, pari a 0,001 cent al chilo”.

Attività e obiettivi sono quindi stati sviscerati da Garbuglia: "dobbiamo sviluppare nuovi mercati, l’Abate è la Ferrari delle pere e dobbiamo portarla là dove comprano la Ferrari... Stiamo presenziando le maggiori fiere di settore per presentarci al mondo in maniera compatta partendo dal presupposto che i mercati cambiano, gli scenari mutano continuamente e dobbiamo essere flessibili e pronti a cogliere tutte le opportunità, ripensando la strategia produttiva. Un esempio di possibile destinazione? La Cina. Può essere un grande sbocco anche per le pere”. 



Origine punta sulla distintività: “la marca è valore” ha detto Garbuglia, presentando i due brand del Gruppo: Sweeki per il kiwi, lanciato in anteprima a Fruit Attraction e Pera Italia, in precedenza del Consorzio omonimo, “svelato” proprio a Interpera: “non è un marchio nuovo, abbiamo fatto un restyling salvaguardandone il valore e modificando il colore delle foglioline, ora tricolori”. 

E poi un altro valore che accomuna i due poli, l’innovazione, con “varietà inedite per vecchi e nuovi consumatori”, seguendo le orme degli operatori delle mele “che hanno risvegliato un mercato che era statico: Pink Lady, ad esempio, ha cambiato la vita dei produttori e la mentalità degli operatori”, ha aggiunto Garbuglia.

Origine come piattaforma di conoscenza e valore, in definitiva: “le informazioni sono importantissime per pianificare la produzione e i tempi della campagna commerciale. Siamo un gruppo, condividiamo elementi e valori ma ciò non vuol dire che, proprio come nel caso di Pink Lady non ci sia concorrenza interna, fondamentale per una continua crescita”.

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