Woody Allen e l'arancia del delitto perfetto

Tra le elucubrazioni del regista, un agrume avvelenato in un negozio di ortofrutta

Woody Allen e l'arancia del delitto perfetto
Se la maschera del clown nasconde le lacrime, quella di Woody Allen (il suo volto è tanto caratteristico da averne fatto, anni fa, il protagonista di una striscia a fumetti) quali sorprese rivelerà?

In realtà, nulla di nuovo. In una recente intervista rilasciata a Cannes, Allen si limita a ribadire che le "lacrime" (il suo cronico, tetro pessimismo, protagonista di tutti i suoi film come e più delle tantissime, memorabili gag) sono sempre lì, anzi, non potrebbero andare da nessuna parte, tanto sono radicate in profondità nel suo animo.

Che c'entra con l'ortofrutta, direte voi? In effetti, niente. Tuttavia, nel corso della stessa intervista, Allen s'imbarca in una riflessione sulla parte creativa dei pensieri delittuosi, fino a esplicitare una possibile formula per il delitto perfetto: avvelenare un'arancia in un negozio di frutta e lasciarla lì.

Come delitto perfetto, in realtà, non funziona (si affretta ad aggiungere Allen) perché non colpisce un bersaglio preciso ma qualcuno a caso, nel mucchio...

Una frase che abbiamo sentito fin troppo spesso, negli ultimi tempi.

Basta così, grazie, Woody.

Ci vediamo al cinema.

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