Ci salverà l'innovazione varietale? Nì...

La "corsa", nelle diverse specie, non sempre dà risultati positivi. Vivaismo italiano trascurato

Ci salverà l'innovazione varietale? Nì...
Sarà l'innovazione varietale a dare nuovo slancio al comparto frutticolo? Sicuramente da sola non basta, come ripetuto più volte dalle colonne di questa newsletter, tuttavia, mai come negli ultimi tempi si sta assistendo ad una "corsa" alla varietà nuova, innovativa, per non dire esclusiva. Insomma, si cerca il coniglio dentro al cilindro, sperando che questo possa dare slancio ai consumi e remunerazione ai produttori. Ma non è così semplice. E spieghiamo il perché.

Innovazione o confusione?

Se si parla di pesche, negli ultimi anni sono uscite centinaia di varietà, condensate nell'arco di pochi mesi. Risultato? Nei Mercati e nella grande distribuzione non c'è una pesca o nettarina uguale all'altra. Per il consumatore c'è un continuo effetto sorpresa (molte volte negativo) che lo disorienta. Al contrario, per le pere, la sorpresa è pressoché assente, in quanto il mercato è composto da cinque varietà secolari difficilmente scalzabili. Non a caso, i due più grandi poli pericoli, Opera ed Origine, sono a caccia di nuove selezioni per orientare il mercato a proprio favore. La mela, da par suo è la specie esemplare per il modello "club", con Pink Lady come esempio vincente (e per ora unico) che molti altri cercano di imitare con fortune alterne. Kiwi ed albicocche hanno registrato innovazioni tutto sommato remunerative per i produttori, se si pensa al caso del kiwi a polpa gialla e della serie di varietà tardive nell'albicocco.

Quelli appena citati sono solo alcuni esempi per comprendere come il miglioramento genetico si sia evoluto in maniera totalmente diversa da specie a specie. Ad ogni modo ci sono alcuni aspetti che andrebbero sempre tenuti in considerazione:
  • È inutile introdurre varietà che non siano realmente migliorative di quelle già presenti sul mercato;
  • Occorre aver pazienza nel valutare una nuova selezione. Non è la prima volta che una varietà dai test sembra una bomba, salvo rivelare problemi agronomici di ogni tipo in fase di coltivazione;
  • È necessario porre più attenzione all'aspetto fitosanitario. Sovente, nuove selezioni nonostante i controlli degli enti preposti, sono fonte di malattie;
  • Serve migliorare la comunicazione dell'innovazione. Spesso accade di vedere nei mercati nuove varietà, del quale si sa poco o nulla in termini di sapore o di aspetti innovativi.

Come nel calcio: Italia vs Spagna?

Infine, tanto per essere campanilisti, c'è un aspetto che accomuna il calcio italiano all'innovazione varietale. In entrambi i settori si predilige il prodotto del vivaio straniero rispetto a quello italiano, al contrario degli spagnoli che investono sui giocatori e varietà "made in Spain". I risultati sono sotto gli occhi di tutti, tanto nel pallone quanto nel settore ortofrutticolo. Quindi, per tornare a vincere la Champions e riconquistare il primato nell'ortofrutta, occorre investire sui nostri vivai, anche se ciò comporta sacrifici, pazienza ed investimenti non da poco. Solo in questo modo l'innovazione varietale ha un senso.   

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