Coop Italia e Unes, proposte e progetti per l'ortofrutta

Pedroni e Gasbarrino all'evento di Milano: investiremo sul reparto, ma ai fornitori chiediamo...

Coop Italia e Unes, proposte e progetti per l'ortofrutta
Due protagonisti di primissimo piano del mondo della distribuzione come Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes, si sono confrontati ieri a Milano sui temi caldi legati alla gestione dell’ortofrutta a valle della filiera, ma non solo, in occasione dell’evento Mark Up-Italiafruit. I due manager hanno parlato chiaro spiegando cosa si aspetta la Gdo dai propri fornitori; efficace e ricco di spunti l’intervento di Pedroni, diretto e particolarmente apprezzato dalla platea Gasbarrino, interrotto un paio di volte da applausi convinti. 

Sollecitati dalle domande di Roberto Della Casa e “imbeccati” dai contenuti del Monitor Ortofrutta presentato da Michele Dall’Olio, si sono soffermati su numerose tematiche ammettendo che la distribuzione non sempre ha investito adeguatamente (e bene…) sulle professionalità del reparto ortofrutta, chiedendo trasparenza a monte della filiera, evidenziando alcune criticità che frenano il settore.

“Abbiamo bisogno di una filiera più strutturata e integrata - ha detto il presidente di Coop, catena che veicola per l’86% ortofrutta made in Italy - per dare maggior valore ai produttori e consentire così di far arrivare messaggi chiari ai consumatori. Consumatori che guardano sì al bello e al buono ma anche all’aspetto economico: il prezzo non è uno scherzo. L’italianità da sola non basta, le tecnologie possono aiutarci molto, ma ci sono alcuni nodi da sciogliere: spesso, se non è brandizzato, non sappiamo da dove proviene un prodotto. Serve un’operazione di trasparenza raccontando cosa c’è dietro un frutto. Anche perché di mezzo c’è il tema della legalità, che rappresenta un’altra grande battaglia da fare insieme a livello di filiera”. 



Se servono produttori affidabili e organizzati, ha chiesto Della Casa, perché non specializzare i fornitori per piattaforme affinché contribuiscano a costruire il valore di un prodotto insieme al negozio? Un rapporto diretto programmato su filiere specifiche è possibile? Per Pedroni “è una strada difficile, gli accordi si possono fare in mercati stabili ma nell’ortofrutta gran parte dei distributori compra sul mercato giorno per giorno con la variabilità del prezzo che complica le cose”; il  problema di efficienza e prezzo, ha aggiunto Pedroni “sta soprattutto nell’area intermedia; logistica, organizzazione, gestione magazzini assorbono il 40% del valore. Non è che i distributori guadagnino chissà cosa….” 

“Per noi l’ortofrutta - ha detto Gasbarrino - è un elemento strategico di comunicazione,  abbiamo agito più sulla forma che sulla sostanza e facciamo cose in parte “folli” che però portano risultati. Dal Monitor emerge che il 60% dell’ortofrutta è venduta fuori dai super, il 57% degli interpellati dice che la qualità è come quella dei discount. Non solo: il 71% dei consumatori dice di non fidarsi della provenienza italiana. Insomma, qualche problema ce l’abbiamo e secondo me nasce dalla mancanza di definizione: i distributori americani decidono cosa fare e non guardano i competitor, da noi invece è un confronto continuo sul prezzo”. E giù applausi della platea. 
“In un mercato sempre più agguerrito dove stanno arrivano nuovi competitor anche online - ha proseguito Gasbarrino - dobbiamo decidere il da fare e farlo senza continuare a cambiare. Per quanto riguarda l’ortofrutta il problema non è il prezzo, quanto piuttosto il fatto  che spesso non gli corrisponde un’adeguata qualità. Quest’estate ho pagato quasi 4 euro al chilo albicocche che facevano schifo: poi ha ragione il consumatore a inca..arsi”. E giù altri applausi.

Pedroni ha spiegato che Coop sta lavorando a un progetto importante sui freschissimi per il Medio Oriente, con destinazione Dubai.
I due illustri ospiti hanno convenuto infine sull’opportunità di investire di più sul reparto ortofrutta e hanno garantito lo faranno a livello di gestione della categoria, clusterizzazione assortimentale, ma soprattutto nell'assunzione e maggiore qualificazione del personale

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