Monitor Ortofrutta 2015: i punti fondamentali

Dal vendere prodotti all'esportare territori e italianità. La sintesi della ricerca Agroter

Monitor Ortofrutta 2015: i punti fondamentali
Italianità e territorio; e ancora fiducia, gusto, salubrità, sono questi i temi emersi dalla decima edizione del "Monitor Ortofrutta" di Agroter, l'unica analisi condotta periodicamente per delineare in specifico l'evoluzione nel comportamento di acquisto e di consumo dei prodotti ortofrutticoli da parte delle famiglie italiane.

Quest'anno il Monitor Ortofrutta di Agroter, oltre ai consueti 2.000 responsabili acquisto intervistati tramite metodologia Cati (Computer Assisted Telephone Interviewing), si è arricchito di un nuovo strumento: tramite tecnica Cawi (Computer Assisted Web Interviewing), si sono intervistati inoltre 2.500 maggiorenni selezionati tra i 5 maggiori Paesi di destinazione dell'export ortofrutticolo italiano: Austria (500), Germania (500), Francia (500), Spagna (500) e Regno Unito (500).

Di seguito si riportano gli highlights emersi dalla ricerca.

Il made in Italy agli occhi dei nostri partner

  • L'alimentare è tra i settori maggiormente identificati con il made in Italy; tra i prodotti primeggiano incontrastati pasta e pizza, mentre i prodotti basici delle filiere agricole nazionali, come ortofrutta e carne, sono poco riconosciuti.
  • L'ortofrutta Made in Italy vede in testa l'uva da tavola fra i frutticoli, probabilmente per il nome della varietà più esportata ma anche per il suo rapporto con il vino, mentre per la verdura troviamo al primo posto il pomodoro, principalmente per la sua relazione con la versione trasformata di marca e con la pasta. Terzo posto per la rucola, di cui l'Italia è leader in esportazione sul prodotto di IV gamma. Non sono riconosciuti come italiani prodotti di cui l'Italia è leader nello scenario europeo come mele e pere.

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  • La "provenienza italiana" dei prodotti ortofrutticoli, rispetto ad altri luoghi di produzione, suscita la maggior fiducia rispetto ai competitor analizzati.
  • Il territorio e l'ambiente italiano sono le variabili che supportano tale fiducia. Inoltre, tali valori caratterizzano la distintività delle nostre produzioni.
  • La maggior salubrità percepita per le produzioni nostrane è il principale elemento differenziante rispetto a quelle spagnole.
  • Il problema dell'export italiano è di natura commerciale, non è legato alla reputazione o alla qualità percepita.

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Il made in Italy secondo gli Italiani

  • Pasta ambasciatrice: l'italiano, rispetto allo straniero, attribuisce alla sola pasta lo scettro del prodotto più rappresentativo per il Bel Paese, la pizza passa infatti in secondo piano. Tra i prodotti ortofrutticoli appare in buona posizione la verdura, con il pomodoro in particolare.
  • Fiducia e Sfiducia: i main driver che condizionano il sospetto verso le produzioni ortofrutticole estere sono i metodi di coltivazione percepiti come non idonei e l'elevato uso di "pesticidi".

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  • La presenza percepita dei "pesticidi" influenza infatti il mercato dell'ortofrutta nel bene e nel male. Si citano la persistenza dei luoghi comuni che colpiscono ancora il comparto della IV gamma e la ricerca di sicurezza nel prodotto biologico da parte del consumatore nazionale.
  • L'origine: ben il 35% degli italiani non si fida del prodotto proveniente dalle diverse parti d'Italia, tra queste spicca la terra dei fuochi i cui scandali sono ancora vivido nella mente delle persone.
  • Italian Sounding Ortofrutticolo? 7 italiani su 10 affermano che spesso viene venduta come italiana ortofrutta estera. Nonostante la provenienza Italia sia uno dei valori più ricercati in fase di acquisto, la diffidenza provocata da un possibile truffa, annulla tutti i plus potenziali.
  • Il locale: il più vicino e "sicuro" concetto di locale rispetto al generico made in Italy sembra concentrarsi in un raggio di massimo 100 km dalla residenza per la maggior parte della popolazione.

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Le percezioni sul mercato interno

  • Continua ancora lo scollamento tra l'andamento del consumo percepito e quello reale: sempre più persone credono di aver aumentato il proprio consumo di ortofrutta mentre il trend negli ultimi anni è decrescente. Inoltre, anche il percepito sull'andamento dei prezzi e il reale trend sono totalmente slegati.
  • La frequenza modale di acquisto dell'ortofrutta per le famiglie italiane è di 3-4 volte a settimana
  • Fenomeno Discount: ancora bassa in Italia la quota dei frequentatori assidui dei discount, anche se circa 1 italiano su 2 afferma che la qualità di frutta e verdura nel canale sia paragonabile a quella della Gdo.

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  • Qualità nella Distribuzione Moderna: solo 1 italiano su 10 è completamente soddisfatto della frutta e verdura venduta dalla Gdo. I motivi di insoddisfazione non sono da ricondurre al prezzo bensì alla qualità in generale e alla sua discontinuità nel tempo.
  • Gusto garantito: l'italiano afferma di preferire la garanzia di avere un frutto dolce rispetto alla sicurezza di poter scegliere un frutto bello; inoltre si dichiara disponibile a pagare un elevato premium price per questo plus. Nei punti di vendita però mancano ancora gli strumenti e la comunicazione per soddisfare tale bisogno.
  • I marchi Dop e Igp in ortofrutta sono ancora lontani dall'essere riconosciuti e apprezzati. Trend ancora più marcato nei Paesi esteri non produttori come il Regno Unito.

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Per eventuali approfondimenti metodologici o sui risultati dell'analisi, si rimanda allo speciale Mark Up Frutta&Verdura 2015 realizzato in collaborazione con Italiafruit News (Pag.55-61)


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