Focus agrumi: produzioni, superfici, import-export, consumi. Più ombre che luci

Dati, grafici e analisi dei trend di arance, mandarini, clementine e limoni

Focus agrumi: produzioni, superfici, import-export, consumi. Più ombre che luci
Gli agrumi, tra cui spiccano arance, mandarini, clementine e limoni, sono tra le colture più importanti per il nostro Paese sia in termini agricoli, rappresentando il 9% della PLV e l'11,8% delle aree investite rispetto al totale ortofrutta, sia in termini di consumo, con il 9,5% a volume e il 13,4% a valore sull'acquisto domestico di frutta e verdura. Ciò nonostante, analizzando i trend storici registrati finora, emerge che i prodotti stranieri troveranno sempre più spazio sulle tavole degli italiani.

Produzioni e superfici agrumicole italiane

Secondo i dati Istat, in Italia le maggiori produzioni agrumicole (arance, mandarini, clementine e limoni) stanno attraversando una progressiva dismissione del suolo investito: hanno chiuso l'annata 2014-2015 con 148.157 ettari e una produzione di 3,3 milioni di tons.

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Nello specifico, le superfici dedicate alle arance coprono quasi il 60% del totale agrumi seguite da clementine (19%) e limoni (17%). Le regioni più rappresentative per quota di produzione sono sicuramente la Sicilia con 85.455 ettari investiti, la Calabria con 37.268 ettari e la Puglia con 9.391 ettari: insieme riuniscono oltre il 90% delle aree coltivate ad agrumi sul territorio nazionale.

Focus arance: le varietà più diffuse

Stando alle ultime rilevazioni Ismea, le varietà di arance più diffuse sul territorio italiano sono il Tarocco Comune che detiene il 42,5% delle superfici totali; a seguire Navelina (18,2%), Tarocco Gallo (10,4%), Moro (9,3%), Sanguinello (5,1%), Tarocco nocellare (4,5%) e Washington Navel (2,6%).

Import di agrumi in crescita

I flussi in entrata di prodotti agrumicoli, secondo ai dati Istat elaborati dal Monitor F&V di Agroter, hanno evidenziato trend di crescita nelle ultime sei campagne commerciali. Nello specifico, nell'ultima annata 2014-15 si sono registrate movimentazioni per 364 milioni di euro e 467.986 tons.

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Stando ai dati Eurostat, il nostro principale Paese fornitore resta la Spagna con il 60% di quota sul totale flussi in entrata, mentre per il prodotto in contro stagione spiccano il Sudafrica e l'Argentina.

Export di agrumi: trend negativo

Discorso opposto per quanto riguarda l'export nostrano che ha attraversato un andamento negativo a volume nelle ultime sei campagne, passando dalle 344.009 tons del 2009-2010 alle 250.622 tons del 2014-2015.

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A controbilanciare tale trend discendente, l'aumento positivo dei prezzi medi delle ultime tre annate rispetto al periodo precedente cha ha stabilizzato gli andamenti a valore. Secondo i dati Eurostat, i principali mercati di sbocco restano ancora la Germania, l'Austria, la Svizzera e la Polonia.

Bilancia commerciale sempre più sfavorevole

Per la bilancia commerciale, ossia l'import sottratto all'export, si è registrato un progressivo decrescente nelle ultime sei annate, specialmente a volume, con una piccola battuta d'arresto nella campagna 2013-2014, grazie ad una diminuzione dei flussi in entrata.

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L'ultima annata commerciale 2014-15 ha chiuso con una bilancia negativa di 178,8 milioni di euro e 217.363 tons; questi dati certificano che l'Italia, per quanto riguarda gli agrumi, sta diventando sempre più un importatore netto.

Focus arance: Italia Vs Spagna

Le esportazioni italiane di arance hanno presentato dall'inizio del millennio trend di crescita limitati, specialmente a volume. Secondo i dati Eurostat elaborati dal Monitor F&V di Agroter, i mercati di destinazione sono concentrati nell'Europa continentale per circa il 97%, nell'ambito dei quali la Francia è l'unico Paese su cui si sono registrati aumenti considerevoli.

L'Italia non è un esportatore di particolare rilievo per le arance, anche sul mercato europeo; basti pensare che nel 2013-2014 ha venduto all'estero un totale di meno di 90 milioni di euro, al contrario della Spagna che ha esportato più di 1 miliardo di euro di prodotto.

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Quali strategie ha utilizzato la Spagna per raggiungere tale traguardo?
  • Per prima cosa ha saturato il mercato europeo, compreso quello italiano; infatti, la Spagna esporta ingenti quantitativi verso il nostro Paese (61 milioni nel 2014) e con trend positivi a valore specialmente negli ultimi anni.
  • Altra leva utilizzata dalla Spagna è stata la differenziazione delle spedizioni verso i Paesi extra Ue, dove – tra l'altro - ha registrato le maggiori crescite; tra questi anche paesi lontani, come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Brasile e Canada. Si sono registrate ottime crescite nel 2014 anche in Paesi asiatici come Hong Kong, Malesia, Corea del Sud, Cina e Singapore, dove l'Italia è quasi inesistente.
  • Infine, ci ha nettamente superato nel rapporto tra export e produzione: negli ultimi anni per l'Italia è stato nell'ordine del 5%, mentre per la Spagna di oltre il 50%.

Consumi agrumicoli ancora in calo

Stando ai dati Ismea-Nielsen sui consumi delle famiglie italiane, gli agrumi hanno inciso nel 2014 per il 13,4% a quantità e per il 9,5% a valore sul totale ortofrutta. Rispetto al periodo dell'anno precedente, durante il 2014, i consumi di agrumi hanno perso il 2,2% a volume e il 6,3% a valore, consolidando così il trend negativo degli ultimi anni. Per quanto riguarda i primi sei mesi del 2015, a fronte di una stabilità negli acquisti in valore, si sono registrati ulteriori cali a volume (-6,8%) rispetto allo stesso periodo del 2014.

La stagionalità dei consumi

Per avere un quadro d'insieme dei consumi domestici di agrumi in Italia, si presentano di seguito i consumi mensili medi degli ultimi anni.

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Sul totale dell'anno, le arance rappresento circa il 52% dei consumi di agrumi, le clementine/mandaranci il 23%, i limoni il 16% (grazie alla loro presenza costante tutto l'anno), i mandarini il 7% e i pompelmi il 2%.

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Come era logico supporre, le arance dominano, specialmente nel periodo primaverile, sul totale agrumi mentre clementine, mandarini e mandaranci sono particolarmente presenti in autunno-inverno. Da notare infine che la destagionalizzazione dei limoni li porta ad essere il prodotto più impattante sul totale agrumi nel periodo estivo.

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