Una task force anti-cimice asiatica

Sabato scorso a Modena il punto della situazione. Timori per la diffusione dell'insetto polifago

Una task force anti-cimice asiatica
Che la cimice asiatica sia pericolosa è cosa risaputa, ma che l'Emilia Romagna abbia attivato una vera e propria task force di contrasto al temibile insetto non è forse altrettanto noto. Il convegno organizzato sabato 6 febbraio a Modena per fare il punto dell'attuale situazione su tutto ciò che riguarda la Halyomorpha halys, ha messo in luce la collaborazione fra diversi attori (Università, Servizio Fitosanitario, Regione, tecnici, Organizzazione dei produttori ed agricoltori) che cercano in tutti i modi di trovare contromisure adeguate a debellare questo terribile parassita.


Nella foto Lara Maistrello dell'Università di Modena e Reggio Emilia.

Un insetto... diabolico

Lara Maistrello, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, è colei che ha coordinato i lavori di ricerca sulla cimice fin dalla sua scoperta, avvenuta tramite un suo studente nel settembre del 2012. La ricercatrice ha subito chiarito la pericolosità dell'insetto, che non a caso in Francia è denominato "cimice Diabolica". Halyomorpha halys, infatti, è super polifago, ovvero attacca tutte le specie di interesse agrario, con una particolare predilezione per pero, pesco, peperone, pomodoro, leguminose e mais. Inoltre non crea danni solo all'agricoltura, ma perfino alla popolazione, in quanto tende a svernare in massa (centinaia di individui) in luoghi asciutti e riparati, come case, magazzini ecc. In aggiunta, le popolazioni svernanti sono più resistenti rispetto alle cimici locali, con tassi di mortalità nettamente inferiori, e come se ciò non bastasse, in Italia trovano le condizioni ideali che rendono possibile il compimento di due generazioni complete all'anno.


Nella foto due esemplari maschio e femmina di cimice asiatica.

Nel 2015 colpite in maniera grave diverse aziende

L'anno scorso, grazie alle temperature elevate, è stato particolarmente favorevole per il suo sviluppo, con gravi conseguenze per diversi produttori di pere, che hanno subìto perdite ingenti (in certi casi superiori al 50%). E sicuramente questo "finto" inverno non è di buon auspicio per la prossima campagna. A preoccuparsi non dovrebbero essere solo i produttori modenesi, che sono stati i primi (e per ora gli unici) a toccare con mano la pericolosità della cimice, ma probabilmente anche i produttori romagnoli, lombardi, piemontesi, veneti e friulani, in quanto anche in queste zone sono stati avvistati alcuni esemplari; la cimice è capace di spostamenti molto lunghi (fino a 50 km).


Nella foto danni su pesco.

Una lotta non facile, ma prosegue la ricerca

Ad appena due anni dalla sua comparsa, i vari enti di ricerca hanno sperimentato diverse tecniche per contrastare l'invasione della Halyomorpha halys, che hanno portato alle seguenti considerazioni:
  • Attualmente non sono presenti predatori specifici per questo insetto;
  • Le reti antinsetto sono idonee soprattutto nei confronti degli adulti, ma molto meno per le forme giovanili;
  • I trattamenti chimici possono essere efficaci (diversi neonicotinoidi e piretroidi), a patto che agiscano direttamente sull'insetto;
  • Sono allo studio tecniche innovative che contemplano l'utilizzo di onde luminose e vibrazioni.
Tiziano Galassi, del servizio fitosanitario dell'Emilia Romagna, nello spiegare le strategie di difesa, ha specificato come il monitoraggio all'interno delle aziende sia fondamentale per capire la presenza dell'insetto ed il grado di infestazione. Monitoraggio peraltro, che deve essere eseguito analizzando non solo la coltura di interesse, ma anche altre colture che ospitano il fitofago, visto e considerato che la cimice è capace di spostarsi rapidamente ed in massa da una coltura all'altra soprattutto se quest'ultima presenta frutti maturi.


Nella foto i danni causati a pescheti americani dalla cimice.

E il 2016?

Il 2016 si prospetta anno ricco di incognite, e a renderlo ancora più imprevedibile c'è il fondato timore che la cimice possa provocare danni non solo nel modenese, ma anche in tutte le zone del centro Nord. Tuttavia, la task force messa in campo dall'Emilia Romagna fino ad ora ha permesso di contenere i danni ed impedito di trovarsi di fronte ad un nuovo caso Xilella. Insomma, il futuro non è roseo ma neppure così nefasto.

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