Anticipi produttivi, attenti a «gridare al lupo»

Allarmismi e stime precoci rischiano di alterare il mercato

Anticipi produttivi, attenti a «gridare al lupo»
Quest’anno la produzione di frutta e ortaggi sta bruciando le tappe. A seconda delle specie, si parla di 15-20 fino a 25 giorni di anticipo sulla media e tutti, dalle Organizzazioni agricole alle testate di settore e quotidiani generalisti, hanno dato risalto alla cosa.

L’inverno mite, insomma, dopo aver condizionato il consumo dei prodotti ortofrutticoli di stagione, sta creando altra preoccupazione. Giustificata, sì, anche se sarebbe meglio evitare allarmismi.

Ok, l’anticipo di 15-18 giorni delle fasi fenologiche è evidente su susini, ciliegi, peschi e anche kiwi. Le elevate temperature, per il periodo, ma anche le ultime piogge e l'intensità luminosa delle giornate soleggiate hanno decisamente interferito sul regolare sviluppo vegetativo, ma – sorpresa – non tutto il “male” viene per nuocere.

Intanto non è detto che debbano verificarsi le stesse gelate che, a metà febbraio, hanno colpito la regione spagnola della Murcia, e poi – comunque – una riduzione della allegagione, in un epoca di surplus produttivi, potrebbe paradossalmente trasformarsi in un toccasana. E non dimentichiamo che, di solito, le annate che partono con forte anticipo, nel proseguimento della stagione recuperano le tempistiche normali.

Ancora, si parla molto del rischio di sovrapposizione tra produzioni del Centro-Nord e quelle del Sud: oltre alle fioriture, anche le previsioni sono precoci. E’ troppo presto, bisogna aspettare per avere conferme in tal senso.

Intanto, però, un rischio vero c’è. Ed è quello che i mercati, sempre attenti a questo tipo di informazioni, possano strumentalizzare a loro favore andamenti stagionali sì anomali, ma non necessariamente disastrosi.

Raffaella Quadretti
Editorial manager - Agroter Group
raffaella@agroter.net

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