Radicchi veneti «traditi» dall'inverno, ma l'Igp continua a crescere

Bellò: produzione ed export in aumento in una campagna tra luci e ombre

Radicchi veneti «traditi» dall'inverno, ma l'Igp continua a crescere
L'inverno anomalo a livello climatico non ha certamente posto le condizioni migliori per la stagione dei radicchi. Tra le diverse produzioni si distinguono il Radicchio Rosso Tardivo di Treviso e Variegato di Castelfranco Veneto, fregiate del marchio di tutela Igp e parte del programma europeo multipaese di valorizzazione, a proposito dei quali abbiamo chiesto di fare un punto con Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto. Dopo una buona partenza, in quest'ultima fase domanda e prezzi si sono piuttosto raffreddati, ma per l'Igp ci sono ottime prospettive.

Siamo ormai giunti al termine della stagione. Qual è il suo commento sulla campagna a livello qualitativo e quantitativo? Quanto ha influito il clima particolarmente mite di questo inverno?
A livello strettamente produttivo ci si è trovati di fronte ad una offerta di prodotto abbondante e di qualità generalmente buona. La stagione è ancora aperta, quindi è presto per dare dati ufficiali. Le stime parlano di una produzione di radicchio tardivo superiore ai 120 mila quintali; per il variegato ci si dovrebbe attestare sugli 80 mila quintali. Per Opo Veneto nello specifico complessivamente l'offerta stagionale su queste referenze ha avuto un incremento medio del 50%.
Di fatto però non c'è stato inverno, quasi non si è avvertito il freddo. C'è stato piuttosto un prolungamento di autunno e la primavera sta arrivando con anticipo. I radicchi amano il freddo, tant'è che il tardivo di Treviso è riconosciuto Igp dopo la seconda gelata. Stesso discorso vale per il variegato di Castelfranco. E i consumi di radicchio sono condizionati dal freddo, con il quale storicamente aumentano.

Come sta procedendo la campagna commerciale, relativamente a quotazioni e richiesta? Le temperature anomale per il periodo hanno avuto ripercussioni sulla richiesta di prodotto?
La campagna si avvia alla conclusione in maniera piuttosto fiacca. Niente di drammatico, ma sicuramente i produttori si aspettavano qualcosa di più in termini di domanda e di quotazioni. Ci si è salvati con le promozioni mirate, che hanno dato buoni risultati. Fatto degno di nota in questa campagna è l'attenzione crescente della Gdo nei confronti dei radicchi Igp sia rossi tardivi di Treviso che di Castelfranco.
L'inverno mite ha tuttavia sicuramente "raffreddato" le richieste di prodotto e i consumi, con conseguenze negative sulle quotazioni. Per Opo Veneto i prezzi hanno avuto finora un decremento medio del 30%.



Qual è la quota di venduto Igp rispetto al totale? In termini di prezzi, quanto viene riconosciuto in più al prodotto con marchio di tutela?
Sia per il tardivo di Treviso che per il variegato di Castelfranco l'interesse per la produzione Igp è decisamente in crescita. Proprio durante l'inverno, che stiamo lasciando alle spalle, è raddoppiata la produzione Igp di tardivo di Treviso e lo stesso andamento positivo si è avuto con il Castelfranco. La Gdo sta appunto dando più spazio ai radicchi Igp, rispondendo in questo modo alle richieste dei consumatori sempre più orientati verso prodotti del territorio, sani, di qualità e coltivati in ecosistemi "unici" con pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente e della sua biodiversità.
C'è, comunque ancora molto da fare sul fronte promozionale per una affermazione più estesa dell'Igp, ma si è sulla buona strada, grazie anche al "costante" lavoro del Consorzio di tutela, presieduto da Paolo Manzan. Certo, bisognerebbe che al radicchio Igp fosse riconosciuta una maggiore quotazione e che quindi venisse pagato di più ai coltivatori. Il "plus valore" che viene dato al radicchio Igp rispetto alla produzione non tutelata dal marchio europeo è ancora minimo e questo certamente non "anima" abbastanza i produttori ad investire ulteriormente sulle produzioni a denominazione di origine.
Altro obiettivo importante: si deve arrivare a programmare la produzione e insistere sulla professionalità dei coltivatori.

Quale percentuale di prodotto viene venduta sul territorio nazionale e quanta invece è rivolta all'estero?
La maggior parte del prodotto è assorbito dal mercato interno, che si sta allargando nel Centro Italia e nel Sud (isole comprese), e soltanto una minima parte finisce all'estero.
Proprio dall'estero stanno però arrivando interessanti opportunità: per Opo Veneto ad esempio l'export è in crescita e sta superando il 20% del radicchio tardivo Igp di Treviso che viene commercializzato. Le piazze più importanti sono il Centro e Nord Europa e, in particolare, la Germania e la Danimarca. Si hanno alcune aperture in Giappone e, in previsione, anche negli Emirati Arabi. Lo richiedono in particolare i ristoranti italiani più prestigiosi.


Continua la campagna europea triennale di comunicazione e promozione della frutta e della verdura DOP e IGP. L'Europa firma i prodotti dei suoi territori è il messaggio forte che la campagna vuole divulgare sottolineando così l'esigenza di qualità e l'esperienza di consumo gratificante che l'etichetta europea garantisce. Protagonisti per l'Italia il radicchio di Treviso, la pera dell'Emilia-Romagna, la pesca e la nettarina di Romagna.



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