Il lavoro delle donne in ortofrutta è prezioso. Senza quote rosa

Busana, Salvi e Suriano: tre esempi per tutti

Il lavoro delle donne in ortofrutta è prezioso. Senza quote rosa
Senza enfasi né esaltazioni oggi, 8 marzo, festeggiamo tutte le donne impegnate in agricoltura, in particolare nel settore ortofrutticolo, riportando la testimonianza di tre manager di punta che sono riuscite ad affermarsi in un mondo a forte prevalenza maschile.

Da Nord a Sud, che le loro parole possano essere di stimolo per le future generazioni. Uomini compresi.

“Per me – dice Cinzia Busana, alla guida dell'azienda veneziana L'Insalata dell'Orto - essere imprenditrice in agricoltura significa avere tanta voglia di arrivare ed essere sempre sulla cresta dell'onda. Servono coraggio, ore infinite di lavoro e onestà in tutto quello che si fa. Così si ottiene la fiducia degli altri”.

“Essere donna imprenditrice vuol dire mettersi in gioco tutti i giorni, seguire un impegno e una sfida costante. E’ svolgere anno dopo anno il lavoro con uno spirito di grande sacrificio quotidiano”. E’ il parere di Silvia Salvi, socia e referente della Salvi Vivai di Ferrara che aggiunge: “Quando ho iniziato a lavorare in agricoltura ho scommesso su una attività che è considerata maschile. La mia scelta di lavorare nell’ambito dell’azienda familiare è stata proprio quella di mantenere, seguire e sviluppare la tradizione di famiglia, oltre che la volontà di realizzarmi a livello lavorativo diventando autonoma”.

Per Carmela Suriano, direttore generale di Planitalia, “il mondo agricolo è pieno di donne imprenditrici che, come me, riescono con grande dedizione, professionalità e passione a realizzare progetti innovativi e di grande valore per il settore e la società. L’attenzione per la qualità dei beni che produciamo e la sensibilità per le tematiche ambientali contribuiscono a migliorare il rapporto con i consumatori e a rendere l’agricoltura più sostenibile e rispettosa del pianeta. Sono sicura che l’agricoltura del Terzo millennio sarà sempre più rosa".

Tutti i settori sono difficili, complicati per le donne, non ci regala niente nessuno - è il comune denominatore delle tre interviste - Per emergere dobbiamo lottare. Ma, poi, i risultati si vedono.

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