Apofruit e Terremerse, progetti ambiziosi

Ieri a Faenza convegno sulle opportunità dal campo al mercato. «Più imprenditori, meno agricoltori»

Apofruit e Terremerse, progetti ambiziosi
Più imprenditori e meno agricoltori. Non ce ne vogliano gli altri relatori che ieri pomeriggio sono intervenuti a Faenza, ma Alberto Grassi, direttore tecnico di Apofruit Italia, ha ben sintetizzato in uno slogan il filo conduttore di tutti gli interventi. 

In effetti, il convegno organizzato da Apofruit Italia e Terremerse-Pempacorer, "Opportunità per l'ortofrutta dal campo al mercato", ha offerto diversi spunti su come una cultura d'impresa più attenta all'analisi dei costi e dei benefici - e che sfrutti a proprio vantaggio le opportunità del marketing e della tecnologia - possa fare la differenza.



Logicamente, in un tessuto produttivo polverizzato come quello italiano, l'aggregazione è un elemento fondamentale per dare futuro al settore e la sinergia fra Apofruit Italia e Terremerse-Pempacorer segue con forza questa via. Lo ha spiegato nel suo intervento il direttore di Apofruit Italia, Ilenio Bastoni: "Al centro del progetto – ha detto Bastoni – c'è l'interesse del socio agricoltore. Ormai forniamo al produttore un servizio a 360 gradi grazie alla specializzazione sulla filiera del fresco da parte di Apofruit e sulla filiera del prodotto da industria grazie a Pempacorer. Inoltre, essere più grandi ci consente di abbattere i costi industriali, oltre ad avere un maggiore potere contrattuale sia con i fornitori che con i clienti".

Il direttore di Apofruit ha illustrato i progetti strategici per il gruppo: Sviluppo del Biologico; Politica di marca e innovazione di prodotto; Sviluppo di nuovi mercati.

Il biologico, che è visto come il cavallo trainante del settore ortofrutticolo, denota delle potenzialità ancora inespresse: "Abbiamo fatto dei test – ha illustrato Bastoni – in alcune catene distributive, con vendita di prodotto bio, sfuso in isole dedicate e con vendita assistita. Risultato? L'incidenza del bio è quintuplicata, all'interno del reparto". 



Non da meno la voce export, che ha visto incrementi a tripla cifra: il primo trimestre 2016 registra una crescita pari a 154,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Opportunità, che ci sarebbero anche per un settore perennemente in crisi come quello peschicolo: "Prendiamo esempio dalle fragole italiane – ha continuato Bastoni – dove una politica di segmentazione e di valorizzazione della qualità consentono di ottenere quotazioni nettamente superiori rispetto a quelle spagnole". 

L'innovazione in generale, e quella varietale in particolare, sono strumenti fondamentali per creare opportunità di reddito ai frutticoltori e Alberto Grassi ha illustrato tre progetti sul quale il gruppo punta deciso: la pera rossa Falstaff (che oltre al colore accattivante è consumabile anche croccante); le albicocche rosse, con nuove selezioni in fase di valutazione dalle caratteristiche organolettiche eccellenti; gli ibridi intraspecifici (susincocco) dalle pregevoli caratteristiche sensoriali (oltre 14° brix) ma che necessitano di approfondimenti produttivi in campagna.


Nella foto quattro frutti di susincocco.

Dal punto di vista della gestione agronomica, la piattaforma online Agronomica 3.0 è indubbiamente uno strumento all'avanguardia. "Grazie a questo servizio che elabora in tempo reale i parametri ambientali e di sviluppo della pianta - ha affermato Gianfranco Predolesi, responsabile ricerca e sviluppo Terremerse - l'agricoltore è nella condizione di prendere decisioni efficaci, efficienti e compatibili con i principi della produzione integrata".

"In virtù di questi strumenti innovativi e del servizio tecnico altamente preparato, i 4.000 soci produttori di oltre 580.000 tonnellate di ortofrutta (fresco più industria) che sviluppano un fatturato di oltre 320 milioni di euro, potranno svolgere la propria attività con la massima serenità", ha aggiunto Mirco Zanotti, presidente di Apofruit.



Le conclusioni, sono state affidate a Simona Caselli, assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, che ha approfondito lo scenario proiettato dal presidente di Terremerse, Marco Casalini, a inizio lavori: "Durante il convegno – ha detto l'assessore – sono state nominate a più riprese parole a me molto care quali, innovazione, aggregazione, qualità, internazionalizzazione, esportazione e così via. Grazie al successo che hanno avuto i bandi indetti dalla Regione Emilia Romagna per il biologico, l'innovazione e la lotta integrata, posso affermare che tutti i nostri agricoltori credono in questi valori, a dimostrazione che l'agricoltura, nonostante la crisi, è ancora viva e vegeta. La Regione farà il possibile per portare avanti questa crescita".

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