Ogm e contaminate: le fragole indigeste di Ballarò

"Titoloni" altisonanti nella trasmissione di Rai3. Ma il dibattito frena gli allarmismi

Ogm e contaminate: le fragole indigeste di Ballarò
“Un buon 30% dei campioni provenienti da Paesi extracomunitari non sono regolamentari; per lo più contengono pesticidi, come il profenofox, che non modificano l’organolettica e quindi il gusto ma possono provocare effetti neurotossici cronici o cancerogeni”. Lo ha detto Katia Russo, dell’Istituto zooprofilattico di Roma, in un  servizio mandato in onda martedì sera a Ballarò, durante la parte della trasmissione dedicata ai cibi potenzialmente pericolosi intitolata “Broccoli e fragole: la lista dei cibi contaminati”. A dare il "là", la recente "Black list" di Coldiretti comprendente prodotti non proprio diffusissimi in Italia: basilico dell'India, peperoncino della Thailandia, piselli del Kenia, menta del Marocco.

Il dibattito, che ha visto tra i protagonisti in studio Claudio Mazzini di Coop Italia e l'europarlamentare Paolo De Castro ha fatto emergere che il “rischio” maggiore è nei prodotti lavorati, dove può essere utilizzata materia prima non “tracciabile”. E a spiegarlo in modo puntuale è stato proprio Mazzini: “Sulla frutta fresca - ha detto - l’indicazione è chiaramente indicata e il consumatore può scegliere. E comunque, parliamoci chiaro, di broccoli dalla Cina non ne arrivano. E’ sui trasformati che è necessario fare un passo avanti, scrivere in etichetta l'origine dei prodotti, indicando da dove provengono per consentire una corretta scelta”.    



Curioso il fatto che anche nella puntata precedente di Ballarò, quella del 19 aprile, si fosse parlato di frutta e sempre con un titolo di “sottopancia” allarmistico:  “Mais, fragole e mele: gli Ogm fanno male”. Esattamente come l'altro ieri, il dibattito in studio - tra i protagonisti il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - aveva (ovviamente) fatto emergere che le possibilità di addentare una mela o gustare una fragola geneticamente modificata in Italia sono pari a zero. Ma il “titolone”, qualche brivido sulla schiena dei telespettatori meno attenti e degli amanti dello zapping lo avrà sicuramente fatto correre. A discapito, questo sì, del made in Italy.

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