Erbe aromatiche, Sipo punta al raddoppio

Il general manager Ceccarini: «Economie di scala per essere competitivi»

Erbe aromatiche, Sipo punta al raddoppio
Erbe aromatiche e funghi: due linee di prodotto a marchio “Sapori del mio Orto” per una nuova concezione dell'ortofrutta pensata insieme a chef e nutrizionisti. “Volevamo un vero e proprio piano di categoria all'interno del reparto, cavalcando il successo delle trasmissioni di cucina e le richieste del consumatore di essere consigliato nell'utilizzo delle verdure. Quindi, insieme al prodotto, comunichiamo le sue proprietà nutrizionali e i modi nei quali cucinarlo. Insomma, un modo per dare senso alla spesa degli italiani”. Così Massimiliano Ceccarini, general manager del Gruppo Sipo con sede a Bellaria Igea Marina (Rimini).

“In particolare, le Erbe aromatiche sono un insieme di mix studiati per condire piatti e insaporire pietanze. Tranne basilico e prezzemolo, infatti, molti dei nostri connazionali non sanno come usare le spezie, a cominciare da timo, maggiorana, forse lo stesso origano”.

Il lancio dei prodotti può essere definito “a ventaglio” o “a fisarmonica”. Sipo è partita con sei referenze mixate per carne e per pesce (mix carne bianca, carne cruda, carni rosse, insalata di mare, pesce al cartoccio e pesce crudo), ma può adattare velocemente la linea a seconda dei riscontri. La linea è composta anche da monoingredienti quali alloro, aneto, basilico, coriandolo, erba cipollina, finocchio selvatico, maggiorana, menta, origano, prezzemolo. “Presto, potremmo pensare anche ai vegani, ai condimenti per i primi, e così di seguito”, osserva Ceccarini.



“Le erbe  sono una categoria che sta crescendo molto. Noi in estate utilizziamo prodotto della nostra regione, poi in autunno quello coltivato in Liguria e, in inverno, quello proveniente dalla Sicilia. Un piano produttivo, quindi, che segue vocazionalità e stagionalità. Ma le aziende produttrici sono piccole, non ci sono specialisti per 14/15 referenze - continua il manager romagnolo - Ognuna ne coltiva 4/5, non c'è massificazione. Per competere con le produzioni di Spagna, Israele e Nord Africa, invece, dobbiamo lavorare con piani produttivi su larga scala”.

Anche in questo caso, le trasmissioni incentrate su cuochi e ricette hanno lasciato il segno: non solo moda, condire con un’erba aromatica antipasti e contorno, passando per i primi e i secondi piatti, è considerata quasi un’arte. Il segmento, poi, è in crescita anche per effetto della globalizzazione. La nostra cucina è più speziata, il packaging è più accattivante ma ancora manca un piano merceologico che dia dimensione al segmento.



“La categoria, dunque, cresce mese dopo mese – prosegue Ceccarini - ma a scaffale c'è ancora poco spazio e questo è colpa dei produttori. Bisogna avere un Made in Italy forte, mentre ora è bloccato da prezzi alti dovuti a mancanza di economie di scala. Ma, per creare categoria a scaffale, ci vogliono sinergie tra mondo produttivo, confezionatori e distributori”

“Con le aromatiche facciamo un milione di euro di fatturato, ma i volumi sono ancora bassi perché ci scontriamo con i produttori locali. I più venduti sono ancora i mono-prodotto, basilico, prezzemolo e salvia. Siamo partiti anche con l’export, nelle collaudate Austria e Germania, e stiamo ultimando i contatti con Paesi Bassi, Scandinavia e Regno Unito. Entro il 2017 – conclude Ceccarini – ci siamo dati un obiettivo ambizioso: raddoppiare volumi e valore”.

Raffaella Quadretti
Editorial manager - Agroter Group
raffaella@agroter.net

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