Dalla lavorazione delle olive la «difesa» della melagrana

Al Tg1 la storia del giovane produttore Giacomo Linoci, che punta su valorizzazione e ricerca

Dalla lavorazione delle olive la «difesa» della melagrana
Con la sua storia e le sue melagrane è stato tra i protagonisti dello Speciale Tg1 di domenica 24 aprile. Giacomo Linoci è un imprenditore dinamico, che crede nell'innovazione, e dopo gli studi in Tecnologie e Biotecnologie degli alimenti all'Università di Perugia ha deciso di investire nella sua terra, la Puglia. Perché, come sostiene il giovane produttore, “il Sud non ha più bisogno di gente che scappa”.

Linoci nel Sud ci crede. Guardando il suo incontro con la giornalista Rai Federica Balestrieri emerge la passione e la determinazione di questo imprenditore agricolo trentenne che ha scommesso nel melograno, intraprendendo un interessante percorso di valorizzazione.

E nell'ambito di questo percorso c'è anche una nuova ricerca che potrà dare un importante contributo alla difesa in post-raccolta delle melagrane sfruttando concentrati e purificati fenolici ottenuti dalla acque reflue della lavorazione delle olive.

Un prodotto di scarto dell'industria olearia, il cui smaltimento è problematico, dopo un opportuno trattamento potrebbe essere impiegato nella difesa fitosanitaria della melagrana e di altri frutti.
Per garantire al consumatore i migliori caratteri organolettici e nutrizionali, le melagrane devono essere raccolte a maturazione completa, quando sono maggiormente suscettibili all’attacco di funghi patogeni agenti di marciume. La difesa fitosanitaria in post-raccolta si pone quindi come passo importante della filiera, che deve contribuire a garantire la salubrità del prodotto.



Uno studio coordinato da Mara Quaglia e condotto all’interno del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali (DSA3) dell’Università degli Studi di Perugia mediante la collaborazione tra i settori della patologia vegetale (Chiaraluce Moretti) e delle tecnologie agro-alimentari (Agnese Taticchi) ha portato ad identificare, per la prima volta a livello mondiale, la specie Penicillium adametzioides come agente patogeno su melagrane in post-raccolta.

“Un concentrato fenolico ottenuto dalle acque reflue della lavorazione delle olive mediante un processo di filtrazione per membrana ed il relativo estratto purificato, privato della frazione zuccherina – spiegano i ricercatori - ha permesso di ridurre in vitro la crescita miceliare e la germinazione delle spore del patogeno quando impiegati alle dosi di 4 e 8 mg/mL in fenoli. A parità di contenuto in fenoli, la crescita miceliare era maggiormente ridotta dall’estratto purificato che dal concentrato tal quale. E proprio l’estratto purificato, impiegato alle dose di 4 e 8 mg/mL in fenoli, ha dimostrato la sua efficacia anche in vivo, riducendo significativamente, rispetto al controllo non trattato, l’indice di malattia nei frutti inoculati col patogeno". 

"L’efficacia del trattamento con l’estratto purificato impiegato alla dose maggiore era paragonabile a quella del trattamento con un formulato commerciale a base di Fludioxonil", sottolineano ancora i ricercatori. "I prodotti di scarto dell’industria olearia, per il loro alto contenuto in fenoli ad attività antimicrobica, possono dunque rappresentare un valido mezzo per la difesa delle melagrane in post-raccolta. L’applicazione di questi prodotti potrebbe essere estesa ad altre combinazioni ospite-patogeno, dato che studi preliminari condotti dallo stesso gruppo di ricerca hanno dimostrato la capacità del concentrato fenolico di ridurre in vivo la crescita miceliare e/o la germinazione dei conidi di altri funghi fitopatogeni tra i quali Penicillium expansum, Botrytis cinerea, Monilia sp. e Alternaria sp”.

“Il prossimo obiettivo della ricerca – sottolinea Giacomo Linoci – è trovare partner su larga scala per arrivare a un formulato idoneo all'applicazione post raccolta su melograno e non solo. La ricerca ha supportato i produttori di melagrane e testimonia l'interesse crescente verso questa coltura”.

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