Burocrazia e prezzi ko, giovedì agricoltori in piazza

Burocrazia e prezzi ko, giovedì agricoltori in piazza
"Ei fu… Siccome Immobile”, la celebre frase di apertura della poesia “Il Cinque Maggio” di Manzoni diventa lo slogan e il simbolo della manifestazione congiunta delle associazioni agricole Cia - Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri che si terrà, appunto, il 5 maggio dalle ore 9 alle 12 in Piazza della Costituzione (area antistante l’ingresso della Fiera) a Bologna. 

La mobilitazione ha l’obiettivo di protestare pacificamente contro “l’immobilità” del settore dovuto all’asfissiante burocrazia, a un’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura nazionale) inefficiente che genera lunghi ritardi nei pagamenti e a costi di produzione divenuti insostenibili. Sul tavolo anche temi di grandissima attualità come i prezzi dei prodotti agricoli in caduta libera, le incognite dell’embargo russo e le vendite sottocosto; gli investimenti bloccati e le innovazioni tecnologiche al palo; una reale tutela del Made in Italy, la cementificazione del suolo, l’abbandono delle aree rurali e il crescente problema dei danni alle colture provocati dalla fauna selvatica.

Attesi a Bologna oltre 500 agricoltori – numerosa sarà la partecipazione ferrarese - in rappresentanza delle regioni del Nord Italia coinvolte (Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia) che daranno supporto alla manifestazione nazionale che si terrà nelle principali piazze, da Roma a Potenza.

“Apprezziamo che Agrea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura dell’Emilia-Romagna) abbia deciso di erogare una prima tranche del saldo a pagamento della Domanda Unica 2015 - sostengono Cia – Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri Ferrara – per un valore totale di 8 milioni di euro. Sblocco avvenuto grazie all’impegno e alle sollecitazioni dell’assessore all’Agricoltura Caselli. Aderendo alla manifestazione vogliamo però evidenziare la necessità di un’azione urgente tesa a recuperare la necessaria efficienza operativa di Agea che nel resto del Paese provoca ritardi inaccettabili nei pagamenti e incide anche sui tempi di erogazione da parte degli organismi pagatori regionali. Oggi come 13 anni fa – concludono le associazioni agricole – sono la burocrazia e i prezzi pagati all’origine ai produttori che schiacciano inesorabilmente il reddito, impedendo innovazione e sviluppo. Basti pensare che per una pratica di subentro l’azienda agricola deve produrre una quantità di carta superiore ai 20 chilogrammi e un agricoltore per pagarsi un biglietto del cinema deve vendere 30 chili di melanzane”. Un gap che va colmato al più presto e che deve essere compreso anche dall’opinione pubblica perché il settore primario ha un valore inestimabile a livello produttivo, culturale e di salvaguardia del suolo e dell’ambiente che deve essere valorizzato e non lasciato, appunto, nell’immobilità».

Fonte: Cia