Orario diurno nei Mercati tra pro e contro: la posizione di produttori, dettaglianti, Gdo

Ieri a Roma primo confronto di filiera. Intanto il Mipaaf apre al sistema

Orario diurno nei Mercati tra pro e contro: la posizione di produttori, dettaglianti, Gdo
Passare dall’orario notturno a quello diurno per tutti i Centri all’ingrosso italiani, al fine di contenere i costi del personale e offrire a giovani e professionisti una maggiore attrattiva per il lavoro che si svolge quotidianamente in queste strutture. La proposta lanciata lo scorso febbraio da Fedagromercati (l'associazione nazionale di Confcommercio che rappresenta gli operatori grossisti dei Centri agroalimentari e dei mercati all'ingrosso) è stata presentata ufficialmente ieri a Roma in un convegno-dibattito che ha visto coinvolti i principali attori delle categorie impegnate nella filiera dell’ortofrutta. 

Obiettivo principale dell’incontro, iniziare a confrontarsi sul tema degli orari, il cui cambiamento potrebbe rilevarsi vincente per il rilancio del settore: se si eccettua il trend positivo dell’unico Centro agroalimentare con orario diurno, quello di Roma, i Mercati all’ingrosso italiani presentano, infatti, valori in costante decrescita, con flessioni che, è stato detto, negli ultimi dieci anni sono oscillate tra il 3 e 10%.  


Di Pisa, Sangalli e Pallottini

La proposta di Fedagromercati è rivolta ai 142 Mercati del territorio italiano: l’intero comparto, con oltre 42mila addetti, movimenta circa il 60% dei prodotti ortofrutticoli nazionali, con volumi di circa 11 milioni di tonnellate di merce e un fatturato complessivo che si attesta intorno ai 13 miliardi di euro l’anno.  

D’altra parte - come sottolineato dal presidente di Fedagromercati, Valentino Di Pisa - il cambio d’orario non può essere visto solo come uno spostamento in avanti delle lancette, ma deve essere contestualizzato in un processo di rinnovamento che deve interessare tutta la struttura organizzativa e logistica dei Mercati all’ingrosso e dei centri urbani su cui questi gravitano, puntando alla modernizzazione dell’intera filiera distributiva. I vantaggi, per quanto riguarda l’abbattimento dei costi del lavoro, sono facili da intuire. Nella fascia notturna, infatti, l’imprenditore deve fronteggiare spese che possono oscillare fra il 15 e il 35% in più. Inoltre, il passaggio alla fascia diurna permetterebbe di mettere a disposizione del settore personale più giovane e, anche, qualificato, spesso allontanato dal sacrificato stile di vita che operare in queste strutture impone. 



Parimenti, il cambio agevolerebbe sia l’ampliamento della gamma dei servizi che potrebbero essere offerti alla clientela, sia la possibilità di instaurare un nuovo dialogo con la media e grande distribuzione, al momento quasi assente da queste importanti piazze economiche. 

Come ricordato da Claudio Mazziniresponsabile nazionale Ortofrutta, al momento Coop Italia acquista nei Mercati all’ingrosso appena l’1% della sua merce. Il comparto va, quindi, sollecitato a rivedere non solo l’incidenza di alcune voci per la formulazione del prezzo finale, ma anche le strutture, gli spazi e i servizi necessari per agganciare l’interesse della Gdo, che - come ha ricordato Mazzini - copre quasi il 63% della vendita al dettaglio di tutta l’ortofrutta, con valori tendenzialmente in costante crescita.    

Il successo riscontrato con l’applicazione del nuovo orario diurno dal Centro agroalimentare di Roma (aumento delle persone occupate, incremento sia dei volumi di merce che di fatturato), potrebbe confermare l’opportunità di una scelta di questo genere, anche se - come sottolineato proprio dal direttore del Car (Centro agroalimentare di Roma) e presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini - il lento processo che ha portato all’attuale stabilizzazione è stato accompagnato, nel corso degli anni, da otto scioperi, molti dei quali proprio contro il nuovo orario.



Durante il dibattito non sono mancate le perplessità, sollevate sia da Donatella Prampolini, presidente della Fida (l’associazione che rappresenta i venditori al dettaglio) sia da Giacomo Errico, presidente della Fiva (l’associazione dei venditori ambulanti). Entrambi hanno sottolineato l’impatto e le difficoltà che un cambio di questo genere potrebbe avere nella vita delle piccole attività commerciali che vendono direttamente al pubblico per le quali, data l’esiguità del personale impiegato, la possibilità di rifornirsi di notte è ritenuta fondamentale per riuscire a lavorare di giorno.

Più possibilista, invece, la posizione dei produttori, soprattutto se un cambiamento del genere venisse inserito in progetti di sviluppo economico per l’intera filiera: il presidente di Coldiretti Lazio e Roma, David Granieri, ha così evidenziato la necessità sempre più impellente di rendere distintivi i prodotti del settore ortofrutta, puntando su una loro maggiore tracciabilità e trasparenza che ne valorizzi l’identità territoriale. 


Granieri e Mazzini
 
Per Riccardo Pompei, consigliere nazionale di Fedagromercati, non rendersi conto che i consumatori finali, in particolare le donne, hanno modificato le loro abitudini di acquisto (sempre più sporadicamente si recano al mercato la mattina privilegiando altre piattaforme) - e non predisporre strategie idonee per intercettare questo cambiamento - potrebbe essere fatale nel lungo termine.   

Bianchi: i Mercati nei progetti di filiera del Governo

Intanto, però, questo primo incontro (ne seguiranno altri per confrontarsi con gli operatori su tutto il territorio nazionale) ha prodotto un effetto immediato. Luca Bianchi, capo dipartimento delle politiche competitive e della qualità agroalimentare del Mipaaf, ha annunciato che il sistema dei Mercati, insieme alla Gdo, sarà uno degli interlocutori costanti del Ministero su tutti i tavoli che interesseranno le varie filiere, con il proposito di valorizzare al meglio l’intero settore agricolo e agroindustriale. 



“Dobbiamo lavorare insieme per la definizione del giusto prezzo e per le crisi di mercato che possono interessare  il settore”,  ha detto Bianchi, ricordando che sono proprio i Mercati l’interfaccia più vicina ai consumatori e la piattaforma migliore per la valorizzazione del made in Italy.  In questa chiave – ha concluso il rappresentante del Mipaaf - va letta la richiesta presentata dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, di inserire anche il sistema dei Mercati all’ingrosso nel Piano nazionale della logistica che il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Graziano Del Rio, sta predisponendo per migliorare l’asset logistico di tutto il Paese. Soddisfatto Pallottini: "E' importante che il ministero delle Politiche agricole abbia rivolto un invito ai Mercati di salire a bordo del progetto per l’agroalimentare, un settore fondamentale dell’economia del nostro Paese dove i Mercati occupano una posizione di primo piano fino a ieri sottovalutata, almeno sul piano politico”.

Non a caso, in apertura dei lavori, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, aveva messo in evidenza l’importanza di “intercettare i bisogni delle imprese e prevedere gli scenari futuri per predisporre modelli di sviluppo idonei a sostenere l’innovazione e il cambiamento necessario del settore”.

Copyright 2016 Italiafruit News