Arancia Tarocco, in archivio una stagione difficile

Pannitteri: penalizzati dai calibri piccoli, all'industria più del 40% del prodotto

Arancia Tarocco, in archivio una stagione difficile
Ultime battute per il Tarocco siciliano, che chiuderà la prossima settimana una campagna commerciale tutt'altro che memorabile. "Le previsioni di inizio stagione si sono purtroppo rivelate azzeccate, la stagione si è rivelata difficile", spiega a Italiafruit News Aurelio Pannitteri (nella foto), presidente dell'omonima azienda e dell'Op Rosaria. "Produzione abbondante e calibri medio piccoli hanno complicato il collocamento nelle catene distributive; quasi metà del prodotto è finito all'industria". 

"Si è lavorato con molto disagi propria a causa della pezzatura modesta, poco gradita alla grande distribuzione", prosegue Pannitteri. "Alla Gdo abbiamo proposto i nostri agrumi a prezzi assolutamente competitivi, talvolta al limite del sottocosto, ma non abbiamo purtroppo riscontrato l'auspicabile disponibilità a sostenere un prodotto che dal punto di vista qualitativo era comunque buono. Non bisogna comunque generalizzare. Anche perché chi deteneva calibri medio-grandi, pari al 30% circa della produzione totale, ha spuntato quotazioni adeguate". Altra nota dolente, aggiunge Pannitteri, la mancata stipula del contratto di filiera con l'industria di trasformazione, cui è stato destinato oltre il 40% della materia prima.

Attraverso il proprio brand di punta, Rosaria, che in questo 2016 ha festeggiato i 10 anni, l'azienda siciliana sta aprendo nuovi canali all'estero: "Stiamo seminando su più fronti e contiamo, dal prossimo anno, di raccogliere i frutti di questa azione per rifornire mercati europei alternativi".

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