Violente grandinate, gravi danni da Nord a Sud. «In fumo 90 milioni di euro di ciliegie»

Piemonte, Toscana e soprattutto Puglia. Cascola in Emilia. Le testimonianze

Violente grandinate, gravi danni da Nord a Sud. «In fumo 90 milioni di euro di ciliegie»
L'ondata di maltempo era annunciata, ma la violenza con cui si è manifestata a partire da venerdì scorso non era proprio prevista data la stagione: copiose grandinate e vere e proprie bombe d'acqua hanno colpito diverse regioni d'Italia mandando in tilt le città e causando seri danni alle coltivazioni. L'ortofrutta esce da questo fine settimana di metà maggio inoltrato leccandosi le ferite e facendo la conta delle perdite subite.



Qui Puglia
Turi, Conversano, Putignano, Rutigliano, Castellana, Giovinazzo: la provincia di Bari è stata quella più colpita dalla grandine, con campi che dopo le precipitazioni sembravano innevati. La preoccupazione va subito alle ciliegie, già colpite dal maltempo le scorse settimane.

“La grandine ha colpito a macchia di leopardo, mentre la pioggia ha investito tutte le produzioni”, spiega a Italiafruit Ignazio Tateo della Tateo Group di Turi. “Ancora non siamo riusciti a quantificare con precisione i danni, ma sono consistenti. La grandine ha toccato le ciliegie Ferrovia e Giorgia, un prodotto tardivo per noi, che sarà pronto tra una ventina di giorni visto che la nostra zona è più fredda di quelle costiere. Quindi – conclude l'imprenditore – il danno potrebbe essere inferiore”.

Per Coldiretti Puglia  "sono andati in fumo 90 milioni di euro di ciliegie da inizio campagna 2016, una delle peggiori che gli agricoltori ricordino, prima per i danni alle varietà Bigarreaux e Georgia, ora alla Ferrovia". Le due ondate di maltempo, dalla fine di aprile a oggi,  per la confederazione, hanno causato danni "a oltre 23mila tonnellate di ciliegie, invendibili a causa di spacchi, muffe e cerchietto".
Danni anche per i vigneti scoperti e gli ortaggi all'aperto. 

Qui Piemonte
Un'intensa grandinata ha colpito il Cuneese, in particolare la Val Bronda con i comuni di Castellara, Pagno e Ravello. “I danni sono molto ingenti e i nostri tecnici sono al lavoro per cercare di stimarli – illustra a Italiafruit News Lauro Pelazza, vicedirettore di Coldiretti Cuneo – ad essere maggiormente danneggiata è stata la parte frutticola della nostra agricoltura, con pescheti, kiwi, ma anche piccoli frutti come i mirtilli. Laddove non c'erano reti di protezione il raccolto è andato praticamente distrutto e si sono riscontrati problemi anche per le piante. Il fenomeno è stato intenso, a più riprese: anche le reti sono state danneggiate. Siamo all'inizio della stagione frutticola, ancora non ha fatto caldo – conclude Pelazza - e questa grandinata proprio non ci voleva”.



Qui Toscana
Il maltempo ha investito la provincia di Massa Carrara, con le situazioni più critiche nel versante apuano del Candia e Montignoso, a confine con la vicina Forte dei Marmi, e nella zona lunigianese di Fosdinovo. Sui rilievi collinari, spiega la Coldiretti, “sono state compromesse le prime fioriture della pregiata e autoctona mela rotella che in Lunigiana con fatica le imprese agricole stanno recuperando”.

Qui Emilia
Nel Ferrarese intanto una situazione climatica anomala sta provocando un fenomeno altrettanto anomalo e diffuso di Cascola nei frutteti. Non si parla di episodi isolati ma di una caduta dei frutti generalizzata che interessa quasi la metà delle aziende agricole del territorio, senza particolare distinzione tra Alto e Basso ferrarese. Il problema è iniziato alla fine di aprile ed ha portato, in queste settimane, a una perdita di prodotto che sta raggiungendo picchi di 50-60%, al quale corrisponderanno cali produttivi in epoca di raccolta, ancora da quantificare con certezza. A sottolineare una situazione che preoccupa gli agricoltori di tutta la provincia è la Cia – Agricoltori Italiani di Ferrara che sta monitorando la situazione attraverso i produttori e i tecnici del Gie (Gruppo di Interesse Economico) Ortofrutta.

"Un’anomalia questi fenomeni così diffusi e generalizzati di cascola – spiega Vanni Branchini, membro del Gie e frutticoltore di Cia Ferrara – dopo un andamento vegetativo ed agronomico praticamente perfetto. Peri, ma anche albicocchi e ciliegi, hanno avuto una fioritura abbondante, un buon inizio di allegagione con una grande produzione di foglie di grandi dimensioni e una caduta fisiologica dei frutti normale e positiva. Poi, verso la fine di aprile, le foglie hanno iniziato a restringersi o ingiallire, i frutti a cadere in maniera anormale e sono iniziati i problemi". 

"A compromettere l’andamento sono stati, a nostro avviso, le brusche ed improvvise variazioni di temperature della fine di aprile che ha portato a questa cascola “meteoclimatica” non legata all’andamento agronomico e nemmeno alle forti grandinate che hanno colpito il territorio nel settembre 2015. La caduta riguarda, infatti, i frutteti di molte aziende dotate di reti anti-grandine, quindi non può trattarsi della conseguenza del grande stress che può subire la pianta colpita da manifestazioni atmosferiche particolarmente violente".

Nelle prossime settimana Cia Ferrara continuerà a monitorare il fenomeno, auspicando che Provincia – già allertata e informata nei giorni scorsi – e Regione aprano un tavolo per tenere sotto controllo la situazione che non riguarda solo Ferrara ma diverse zone del bolognese, del Basso Veneto e del Mantovano, quelle più vocate alla produzione di pere. 

Maicol Mercuriali
Italiafruit News
maicol@italiafruit.net

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