«Embargo russo fino a dicembre 2017». Fruitimprese: sarebbe gravissimo

Dopo il G7 Mosca preannuncia la linea dura. Salvi: sempre meno sbocchi

«Embargo russo fino a dicembre 2017». Fruitimprese: sarebbe gravissimo
Doccia fredda sulle speranze di vedere abbattuto il “muro” eretto dai russi per impedire l'accesso di ortofrutta europea: il primo ministro russo Dmitri Medvedev ha infatti dato incarico ai "suoi" di preparare una proposta per l'estensione dell'embargo fino alla fine del 2017. La palla passerà poi al presidente Vladimir Putin. "Ho dato incarico di preparare una proposta per estendere le misure di risposta alle sanzioni occidentali non di un anno, ma fino alla fine del 2017", ha detto esplicitamente il premier in una riunione con i rappresentanti dell'Unione russa degli industriali e degli imprenditori.

Una "risposta" al vertice del G7 riunito in Giappone che venerdì aveva lanciato un nuovo monito al Cremlino: "Le sanzioni resteranno fino a quando la Russia non si conformerà completamente agli accordi presi a Minsk, nel rispetto della sovranità dell'Ucraina. Siamo pronti ad adottare misure ancora più restrittive nel caso non si adegui".

La situazione insomma, sembra precipitare. C'è chi si chiede se possa essere una mossa tattica alla vigilia del confronto tra i Paesi Ue sulla proroga delle sanzioni contro Mosca, o se sia invece un primo concreto passo verso un ulteriore innalzamento dell’ideale steccato. Finora le sanzioni sono state rinnovate ogni sei mesi; nei giorni scorsi il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini aveva detto di attendersi una nuova proroga. Ma per il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier si intensificano le resistenze nella Ue. Le sanzioni europee scadono a luglio e il loro prolungamento va votato all'unanimità.



Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi (foto sopra) non è ottimista: "Il prolungamento di un anno e mezzo dell'embargo sarebbe gravissimo e peserebbe molto sul settore", spiega a Italiafruit News. "A livello comunitario stiamo continuando a fare il gioco degli Usa nella "guerra" con la Russia, prestando il fianco a problemi che non ci riguardano. L'Europa dovrebbe invece privilegiare gli interessi degli Stati membri per recuperare una situazione che sta danneggiando l'economia di diversi Paesi, soprattutto nel comparto agricolo, lavorando per una soluzione diplomatica che ripristini i flussi commerciali. La Russia, era la destinazione numero uno per molti comparti dell'agroalimentare europeo. Così non va: questa Unione Europea è ancora debole e frammentata".

"La prosecuzione dell'embargo -aggiunge Salvi - andrebbe ad aggiungersi alle tante situazioni problematiche che in questa fase stanno limitando l'export, mi riferisco ad esempio al Nord Africa; la conseguenza sarebbe un ulteriore appesantimento della situazione sul mercato comunitario. Stiamo soffrendo chiusure di mercati di cui sentiamo la necessità. E' un problema grosso. E non concordo con chi dice che si sono trovate o si possono trovare soluzioni alternative alla Russia, mercato da 150 milioni di consumatori di grande valenza: non è così".

"La notizia ci sorprende, i segnali degli ultimi mesi lasciavano intravedere una possibile conclusione positiva della crisi in atto", aggiunge il coordinatore di Fruitimprese Carlo Bianchi. "E d'altra parte siamo consapevoli che, comunque andranno i prossimi negoziati, qualcosa cambierà nei rapporti con la Russia, visti i cospicui investimenti messi in campo per diventare sempre più autosufficiente".

Varato nell’agosto 2014 quale risposta alle misure restrittive occidentali lanciate contro Mosca per la crisi ucraina, l'embargo russo ha colpito in prima battuta Usa, Ue, Canada, Australia e Norvegia, che non possono più esportare in Russia carni, formaggi, pesce, latte, frutta e ortaggi. Nel “mirino” di Mosca sono successivamente finite anche Albania, Montenegro, Islanda e Lichtenstein e, da gennaio 2016, anche l'UcrainaSecondo un rapporto governativo russo le perdite dei Paesi colpiti dall'embargo ammonterebbero a 9,3 miliardi di euro. 

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