«Fragole produttive e di qualità»: le selezioni emergenti

Il breeding è riuscito a combinare al meglio i due caratteri. Nuove chance per il Nord

«Fragole produttive e di qualità»: le selezioni emergenti
La fragolicoltura del Nord Italia potrà giocarsi la carta di spingere sulla produzione di varietà di buon grado brix, consistenza ed elevata shelf life. A prodotti saporiti come Pircinque, Joly, Clery o Sibilla, infatti, si affiancheranno presto nuove cultivar che per la prima volta riescono a combinare i due caratteri della produttività (almeno un chilo per pianta) e della qualità organolettica e gustativa. E' il caso delle selezioni FC 09.140.13 e FC 10.172.02, testate dal Crea-Frf a Cesena in coltura protetta nell'azienda agricola Fratelli Moretti e in pieno campo nel centro sperimentale Martorano 5.

Le due proposte sono state valutate sul territorio romagnolo da Apofruit Italia e Agrintesa, le quali attraverso i loro tecnici hanno confermato una forte attenzione all'introduzione.

"Era da un po' di anni che non vedevo materiale così interessante", ha detto Fabio Mosconi, tecnico di Apofruit Italia durante l'incontro sulla fragola tenutosi giovedì scorso a Cesena (clicca qui per leggere la notizia). "Quest'anno si è confermata promettente la selezione medio tardiva FC 09.140.13, che crediamo sia una valida alternativa alle varietà Tecla e Asia: produce bene, fa pezzatura, il colore è buono. Mi ha personalmente sorpreso – ha sottolineato – per l'insieme delle sue caratteristiche la FC 10.172.02. Questa selezione, infatti, presenta una pianta rustica e produttiva che genera frutti buoni e di bell'aspetto".

Secondo l'analisi di Gianluca Baruzzi (nella foto), ricercatore del Crea-Frf, quest'anno le due selezioni hanno raggiunto in pieno campo una media di quasi 7 gradi brix e prodotto ben oltre il chilo per pianta. "Un aspetto distintivo della FC 10.172.02 è l'aromatica dei frutti, che si avvicinano molto alle caratteristiche di Clery", ha sottolineato Baruzzi.  

Spicca per dolcezza la selezione FC 12.176.06, al primo anno di test nell'areale del cesenate: "In pieno campo – ha aggiunto il ricercatore – ha registrato una concentrazione zuccherina di 7,6 gradi, risultando anche la selezione più costante per quanto riguarda l'andamento della pezzatura dei frutti".

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