Embargo russo, Vernocchi pensa positivo

Il presidente di Apo Conerpo: «Ottimisti, ci sono segnali incoraggianti»

Embargo russo, Vernocchi pensa positivo
Più che un passo verso la rimozione dell'embargo pare un'ammissione della difficoltà di reperire certi prodotti sul mercato interno e tra i nuovi partner commerciali. La Russia ha infatti deciso (decreto governativo n° 472 del 27 maggio 2016) di revocare il blocco delle importazioni per la carne di manzo, pollame e verdure (surgelate e secche) destinate alla produzione di alimenti per l’infanzia.
La mossa del governo russo è comunque un segnale. A fine mese l'Unione Europea dovrà prendere una decisione sulle sanzioni verso Mosca, mentre la Federazione guidata da Putin dovrà valutare se rinnovare o meno l'embargo in scadenza ad agosto. Sono mesi cruciali per le diplomazie dei vari Paesi in campo e anche gli operatori ortofrutticoli, con la stagione delle drupacee ormai iniziata, guardano con attesa ai prossimi movimenti di Europa e Russia.

Per il mercato di pesche e nettarine si profila un'altra estate con l'embargo in vigore. Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo e coordinatore del settore ortofrutticolo dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari, per le drupacee che effetti ci saranno?
Il persistere dell'embargo crea preoccupazione. Viviamo però una campagna dove sicuramente mancherà prodotto. Per il Sud Italia si parla di un calo a doppia cifra rispetto lo scorso anno, in Romagna c'è una diminuzione importante delle superfici, così come nel Veronese e in Piemonte. Non abbiamo dati certi per la Spagna. Il mercato adesso è favorevole, perché le drupacee nel Sud della penisola iberica hanno subito gli effetti delle gelate. Sicuramente affronteremo una campagna meno carica di prodotto, e quindi il mercato dovrebbe riconoscere valori più importanti. L'embargo? Mosca vorrebbe protrarlo, ma c'è una forte pressione della politica europea, spinta dal mondo agricolo italiano, spagnolo, francese e greco, perché Putin receda dal suo provvedimento. Noi siamo ottimisti, ci sono segnali incoraggianti, anche se queste scelte non dipendono certo da politiche settoriali.

Le misure straordinarie di sostegno per il settore ortofrutticolo saranno prorogate dall'Ue. Vi soddisfano?
L'attuale programma termina il 30 giugno e, se l'embargo persisterà, dal primo luglio partirà quello nuovo. L'Italia ha utilizzato tutto il plafond messo a disposizione, la Polonia, per esempio, purtroppo ne usato solo una minima parte. Il commissario Hogan ha garantito una continuità temporale al programma di ritiro, ma la proposta fatta è oggettivamente inadeguata, perché parliamo di quantitativi assegnati ai singoli Paesi troppo bassi, perché un taglio del 70% dei volumi rischia di rendere queste misure del tutto inefficaci.

Mercati alternativi a quello russo, per pesche e nettarine, sono stati trovati?
Ci stiamo lavorando. La Spagna vuole arrivare in Cina, poi ci sono i Paesi arabi. Ma parliamo di mercati le cui dimensioni, se paragonate a quello russo, sono infinitamente più piccole, capaci di assorbire qualche container. La Russia è un importatore netto di pesche e nettarine e faceva registrare volumi importanti: tra Italia, Spagna e Grecia, prima dell'embargo si superavano le sessantamila tonnellate, numeri che fanno mercato, senza poi considerare le varie triangolazioni con i Paesi contigui. Il blocco del mercato russo fa male, lo abbiamo visto anche sulle pere: non si è ancora trovato uno sbocco alternativo al flusso commerciale che si era consolidato con Mosca.

Copyright 2016 Italiafruit News