Scelta del punto vendita e acquisti, così gli italiani

Ricerca Nielsen: shopping experience importante. Prezzi più alti? Meno ortofrutta nel carrello

Scelta del punto vendita e acquisti, così gli italiani
Il supermercato dei sogni, per gli italiani, è quello con un Ufficio postale, una farmacia e il benzinaio. Sono questi i servizi che i consumatori vorrebbero trovare, almeno secondo i dati emersi dalla Global Survey di Nielsen Retail Growth Strategies, eseguita su un campione di 30 mila individui distribuiti in 61 Paesi tra i quali l’Italia.

Passando dai sogni agli aspetti più concreti, i tre fattori che maggiormente influenzano la scelta di un determinato distributore piuttosto che un altro sono: l'offerta di buoni prodotti a prezzi molto convenienti (55%), prodotti freschi di alta qualità (52%) e ottime offerte e promozioni (50%).


Emerge un certo equilibrio tra la ricerca della convenienza e della qualità dei prodotti in vendita. Ma se i prezzi dovessero aumentare i consumatori sarebbero pronti a tagliare gli acquisti: a fronte di un incremento del 10% uno su due comprerebbe meno ortofrutta fresca e una percentuale analoga sarebbe pronta a rinunciare a frutta e verdura trasformata, di quarta e quinta gamma.

“Il consumatore richiede nel momento dell’acquisto la possibilità di fare un'esperienza di valore – dichiara Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – quella shopping experience che permette di identificare nell’insegna i fattori che la distinguono dalle altre. Il momento dell’acquisto è sempre più costituito da una molteplicità di fattori. Questo è tanto più vero in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, visto che il consumatore considera l’andare a fare la spesa come un’opportunità di svago piuttosto che un obbligo da adempiere. La variabile prezzo perde allora la posizione trainante avuta negli scorsi anni, lasciando spazio anche a driver in linea con le istanze del cognitive business”.



L'aspetto della shopping experience non va quindi sottovalutata in Italia. Questo perché per il 60% dei consumatori italiani fare la spesa è un piacere, mentre in altri Paesi la percentuale diminuisce notevolmente, come in Francia (42%) o nel Regno Unito (44%).

Un ulteriore focus viene dedicato al comportamento degli italiani quando sono davanti allo scaffale. Il 55% riserva particolare attenzione alle informazioni nutrizionali riportate sulle etichette dei prodotti, mentre ben il 65% ammette di ricercare prodotti con ingredienti salutari. La percentuale si posiziona ad un livello nettamente superiore se raffrontata con quella di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, dove il dato si colloca tra il 50 e il 53%.

Sulla scelta del negozio dove fare la spesa, i fattori che influenzano variano in funzione del prodotto che si desidera acquistare. Se per panificati, latticini, carni, frutta e verdura la ricerca degli ingredienti naturali è importante nella scelta per il 20% del campione, la percentuale risulta del 15% per quanto riguarda frutta o verdura biologica. Elevato il livello di interesse verso nuovi prodotti: il 48% si orienta preferibilmente verso nuovi brand e il 39% intende essere “fra i primi” a testare le novità offerte dalla Gdo, a fronte del 29% di Germania e al 33% di quanto avviene in Francia.



La ricerca di Nielsen, volendo esaminare la reazione dei consumatori a variazioni nei prezzi dei prodotti, ha testato come cambierebbe il comportamento d’acquisto in presenza di un aumento del prezzo. A fronte di un incremento pari al 10% del prezzo dei prodotti, le reazioni sarebbero diverse in funzione delle categorie di beni acquistati a seconda che appartengano a prodotti di prima necessità o a quelli di cui si può fare a meno. Il 56% taglierebbe sulla quantità acquistata nel caso dei latticini, il 52% se ad aumentare di prezzo fossero frutta e verdura. Circa la metà degli intervistati dichiara invece che potrebbe rinunciare all’acquisto se l’aumento interessasse i piatti pronti, frutta e verdura in scatola e le bevande alcoliche, generi di prodotto di cui non viene indicata la primaria necessità. In particolare il 47% potrebbe decidere di rinunciare a parte degli acquisti di frutta/verdura, il 52% a bevande alcoliche e il 59% ai piatti già preparati.

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