E’ l’estate della minianguria Gavina

Quando una «storia alle spalle» convince mercato interno ed estero

E’ l’estate della minianguria Gavina
In Sardegna entra nel vivo la campagna della minianguria senza semi Gavina. “Abbiamo iniziato con i picchi produttivi questa settimana - dice a Italiafruit News Salvatore Lotta, direttore commerciale della Op Agricola Campidanese - e la qualità è ottima. In tre giorni abbiamo venduto 30 tonnellate di miniangurie e 300 di Gavina, caratterizzate da un contenuto in zuccheri eccezionale, sempre tra i 12 e i 13 gradi Brix”.

Gavina è sicuramente un caso virtuoso di marketing legato al territorio, di story-telling efficace che ha saputo prima incuriosire e poi convincere il consumatore. “Nel 2007 – ricorda Lotta - abbiamo avviato questo progetto, che è diventato operativo nel 2010 e ancora oggi funziona. Anzi migliora, visto che quest’anno siamo arrivati a trapiantare 200 ettari netti, il 30% in più dell’anno scorso. Abbiamo iniziato descrivendo un’anguria che allora era innovativa, giovane, futurista, piccola e senza semi, ad alta digeribilità. Abbiamo raccontato dove la coltiviamo, in quali territori e, quindi, le abbiamo dato un nome”. Il più sardo di tutti, Gavina. Più diffuso di Mario, di Salvatore o altri, si identifica totalmente con la tradizione, la natura e il carattere dell’isola.



E il mercato ha premiato lo sforzo. “In Italia Gavina spunta prezzi quasi doppi rispetto alle altre miniangurie; siamo attorno all’euro, contro 0,55-0,70. All’estero abbiamo il prezzo chiuso e fisso a 13,50 euro il cartone per tutta la campagna, perché diamo qualcosa in più che il cliente comprende, valuta e sceglie. A cominciare dalla impollinazione fatta esclusivamente con le api e dai limiti della certificazione Global Gap quasi dimezzati”.

“Da domani (oggi per chi legge, nda) – continua Lotta – partono i primi tre bilici per l’estero, Nord Europa per la precisione. Ma nella campagna 2016, che arriverà fino ai primi di ottobre, saranno una ottantina i camion diretti in Olanda, Germania, Regno Unito e Scandinavia, per un totale di circa 2.000 ton di Gavina”. Proprio per i Paesi Scandinavi Agricola Campidanese ha studiato una nuova confezione da due frutti (nella foto qui sotto), che sostituisce la classica busta da un pezzo.



Insomma, ora che anche il clima estivo sembra essersi “aggiustato”, possiamo finalmente commentare in positivo il mercato. Con il solito, vecchio “ma”: “Come di consueto pecchiamo in programmazione – conclude Lotta – Quest’anno in Italia ci sono quasi 1.500 ettari in più coltivati a miniangurie, ma i consumi sono sempre gli stessi e l’offerta è ancora troppo frammentata, perché le aziende non sanno lavorare in sinergia”.

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