Misure antiterrorismo, i rischi per i traffici di ortofrutta

Lanini: controlli a macchia di leopardo in strada e più ritardi. Uggè: tutelare la competitività

Misure antiterrorismo, i rischi per i traffici di ortofrutta
I controlli antiterrorismo avranno conseguenze sulla circolazione delle merci e quindi anche dell’ortofrutta: una certezza, più che un timore, quella espressa dal presidente di Conftrasporto Paolo Ugge secondo cui “quanto verificatosi nei giorni scorsi, con file di auto e mezzi pesanti lunghe 15 chilometri a Dover per paura di un possibile attentato terroristico su uno dei traghetti che attraversa la Manica, in un pauroso ingorgo creato dai controlli delle forze dell'ordine francesi, deve indurre a riflessioni e iniziative rapide da parte dei "decisori" della politica europea”.

“Dopo la Brexit - sostiene Uggè - il rischio che si faccia strada la politica di rinnegare il trattato di Schengen è dietro l'angolo; quanto sta accadendo lascia trasparire quello che potrebbe rapidamente avvenire qualora Germania, Francia e Austria, nel tentativo di rispondere alle paure dei propri cittadini, introducessero veri e propri muri di auto e Tir creati da controlli del tipo di quelli adottati dalla Francia e che hanno paralizzato l'uscita dall'Inghilterra”. 

“L'evidente rallentamento nello spostamento delle merci produce minore competitività per tutta l'economia europea”, aggiunge il presidente di Conftrasporto, che rilancia la proposta di “creare un corridoio per i Paesi dell'area Schengen attraverso il quale automezzi di quei Paesi, condotti da autisti residenti, possano transitare secondo le regole in vigore oggi, applicando invece ai mezzi extra Ue il sistema austriaco: obbligo, per ogni trasporto, di comunicare con sette giorni di anticipo i dati dell'impresa, della merce veicolata, la destinazione e i dati del conducente del mezzo senza i quali il Tir non può entrare nel nello spazio europeo”. 

Per Luca Lanini, docente di logistica e supply chain management all’Università Cattolica di Piacenza-Cremona, “stiamo andando verso nuovo mondo nel quale, nel breve periodo, si verificheranno controlli a macchia di leopardo nei punti strategici transfrontalieri, come Dover, Brennero o Monte Bianco, ma anche nelle autostrade, con ripercussioni evidenti per il trasporto di merci su strada; solo più avanti nel medio periodo questi controlli si dovrebbero spostare ai terminal intermodali”.

Il danno ai prodotti freschi e all’ortofrutta per Lanini sarà legato al deperimento della merce e al ritardo di consegna. “Bisognerà iniziare a lavorare su forme di programmazione settimanale degli invii, puntando maggiormente sull’intermodalità, mentre i fornitori dovranno inserire nei contratti clausole che contemplino il ritardato arrivo per motivi esterni”, aggiunge Lanini. “Sarà insomma giocoforza necessaria una maggiore pianificazione del trasporto”. 

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