Un fil rouge fra passato e futuro nel segno della fragola

Resoconto del recente convegno di Image Line che ha approfondito i temi caldi

Un fil rouge fra passato e futuro nel segno della fragola
Che cosa c'è dietro un kg di fragole? Tanta roba! Dall'innovazione varietale al vivaismo, dalla produzione al mercato. Un percorso lungo e complesso con un unico protagonista: la fragola. All'interno del Macfrut 2016 si è tenuto un convegno allo scopo di approfondire alcune delle tematiche trainanti di un settore strategico per l'ortofrutta italiana, che negli ultimi anni però vive qualche difficoltà.

L'evento è stato organizzato da Image Line, grazie allo staff di Plantgest.com. Il commissario del Crea, Salvatore Parlato e Ivano Valmori (ceo di Image Line Srl), hanno dato il via ai lavori, ricordando come il processo di divulgazione dei risultati della ricerca passi sia attraverso momenti d'incontro sia attraverso la Rete, per creare un filo diretto fra chi fa innovazione e chi la sviluppa e la implementa in campo.

Nella parte iniziale sono intervenuti Walther Faedi, Carlo Fideghelli e Bruno Mezzetti per ricordare Pasquale Rosati, professore e breeder di fama mondiale, a 20 anni dalla sua morte.

"Pasquale è stato un grande innovatore - spiega Carlo Fideghelli -. Era un genio fine e ricchissimo di idee, capace di trascinare e motivare. Nel suo lavoro di ricerca traspariva grande passione, determinazione e capacità di lavoro. Grazie al suo lavoro ha potuto acquisire grande fama nel mondo accademico e costituire conosciutissime varietà. Aveva un mente molto aperta sia dal punto di vista professionale che umano. Era sempre alla ricerca di nuove sfide e nuovi traguardi da raggiungere. Ha contribuito al raggiungimento di grandi obiettivi ed ha posto le basi per quelli futuri. La sua scomparsa ha segnato la fine di una stagione ricca e felice delle nostre vite e della ricerca frutticola italiana".
 
Un'occasione, quella del convegno dedicato alla fragola, per condividere un successo tutto italiano: sarà Rimini ad ospitare il simposio internazionale dedicato alla fragola nel 2020. Ad annunciarlo, il professor Bruno Mezzetti - dell'Università Politecnica delle Marche - che aveva presentato la candidatura del nostro paese nel corso del suo intervento all'ultima edizione del simposio, svoltasi recentemente in Canada.

Fragola: superfici e produzioni
"In Europa la produzione media di fragole - spiega Elisa Macchi, direttore del Cso di Ferrara - è di 1,2 milioni di tonnellate. E sono 107mila gli ettari coltivati nel 2015. Il principale produttore è la Spagna con 300mila tonnellate seguito da Polonia con 200mila, Germania con 170mila, Italia con 120mila, Gran Bretagna con 100mila e Francia con 50mila. Nel bacino Mediterraneo spiccano Turchia con 350mila tonnellate, Egitto con 250mila e Marocco con 150mila. Se guardiamo l'Italia la superficie a fragole è pressoche stabile su circa 2500 ettari. C'è però una differenza tra le aree del Sud Italia, in crescita, e quelle del Nord Italia, in calo. Spiccano i dati della Basilicata che è passata da 12,1% del valore totale del 2005-2006 al 23,6% del 2015-2016 e quello dell'Emilia-Romagna passata dal 10,7% al 6,8%".

Uno sguardo all'evoluzione dei consumi di fragole
"In Europa nel 2015 il consumo apparente di fragole - spiega Michele Dall'Olio di Agroter - è di 1,2 milioni di tonnellate, con un trend medio in crescita del 13% rispetto agli ultimi 5 anni. La Germania è il principale mercato europeo con il 21% delle quote. Seguono la Polonia con il 17% e l'Italia con il 13%. Questa crescita globale della fragola è legata sia all'aumento dell'appeal verso questo frutto sia al calo medio dei prezzi d'acquisto. Principalmente le fragole vengono acquistate presso la grande distribuzione: il supermercato è al 36,4%, l'ipermercato al 25,1% e il discount al 10,7%. In calo i mercati tradizionali e il servizio libero. Il gusto è sicuramente il principale aspetto che viene apprezzato. E se poi parliamo di biologico le fragole piacciono di più. Segnalo un importante avvertimento: il consumatore crede che le fragole siano il frutto dove si trovino più 'pesticidi'".

Il talk show di confronto fra gli operatori della filiera ha offerto molti spunti di riflessione, a partire dai precedenti interventi e dalle specifiche esigenze di coltivazione, riproduzione e commercializzazione.

Il talk show: la fragola a 360°

"L'Italia della fragola va a due velocità - spiega Teodoro Talento, tecnico di Coop Sole -: il Sud va veloce e il Nord stenta. Due i motivi principali di questa tendenza: l'introduzione della pianta fresca rispetto all'uso della tradizionale frigoconservata e la specializzazione varietale mirata alla qualità".
L'innovazione è importante per la fragola di oggi e di domani. Anche per l'export rappresenta un aspetto fondamentale. "Nel veronese - spiega Primo Anselmi, direttore generale di Apo Scaligera - ha rappresentato fino a qualche anno fa l'80% del volume prodotto. Una gran bella fetta. Oggi si è ridotto, vista l'esplosione produttiva di altri Paesi tradizionalmente importatori. E quando li arriva il prodotto locale non c'è ne per nessuno. La battaglia è difficile ma non persa. Dobbiamo rimboccarci le maniche".

Il concetto d'innovazione appare trainate. Anche l'innovazione varietale.
"Dal 1995 ad oggi sono state brevettate in Europa 525 nuove varietà di fragola - spiega Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea di Forlì -. Sono tante ma molte di queste seguono le nuove esigenze della produzione e del mercato. Tra i parametri più interessanti abbiamo: sapore (contenuto in zuccheri in particolare), colore, forma, consistenza, shelf-life, aroma. Senza dimenticare l'ampliamento del calendario di maturazione e la maggiore specificità ai vari ambienti".

La qualità oltre che nel frutto c'è anche nelle piante. Questa necessità significa certificare, cioè dare garanzia della sanità delle piante e della veriticità genetica. "Nel 2015 sono state prodotte oltre 300 milioni di piante di fragola - spiega Pierluigi Lucchi, tecnico del Cav di Tebano -, e 200 milioni sono certificate. Con questi numeri l'Italia è leader mondiale. Nella fragola la certificazione è volontaria e dal 2003 è completamente a carico delle aziende vivaistiche private che la richiedono. L'80% della produzione va all'estero, confermando come il 'made in Italy' sia anche qui sinonimo di valore. Dal 1° gennaio 2017 però le regole europee cambieranno, e saranno al ribasso. L'Italia ha però deciso di continuare il percorso iniziato ed ha chiesto al Mipaaf e all'Ue di creare una certificazione a marchio privato, con regole stringeti come oggi, per valorizzare il proprio prodotto. Il marchio dovrà essere però riconosciuto dagli organi istituzionali".

La grande distribuzione, supermercato in primis, è oggi il primo punto vendita per la fragola.
"Per noi la qualità è fondamentale - spiega Alberto Pianezzola, direzione assicurazione qualità di Esselunga -. Noi dobbiamo cercare di non distruggerla ma di esaltarla e darne valore. Per farlo abbiamo lavorato molto sulla comunicazione. Senza dimenticare la disposizione del prodotto a negozio e l'utilizzo di packaging adatti. Per noi qualità vuol dire sapore, consistenza, dolcezza ed aroma".

"Nel mondo la tendenza del consumatore - Mike Knowles, managing editor di FruitNet.com - è quella di privilegiare la qualità della fragola. Tra gli aspetti più richiesti ci sono il gusto, la shelf-life, l'aspetto attraente, l'elevato valore nutrizionale, una fornitura per 12 mesi all'anno e la provenienza del frutto. Come possono essere fornite e veicolate queste informazioni? Con nuove varietà, nuovi imballaggi, nuove tecnologie, un marketing adeguato. Il consumo della fragola deve essere una vera e propria esperienza di vita per il consumatore".

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Fonte: Agronotizie

Autore: Lorenzo Cricca