Attualità
Spinaci, la nuova frontiera della tecnologia
Al Mit di Boston si studia come trasformare le piante in sensori bionici
Quando si è conosciuti come più importante centro di ricerca sulla tecnologia al mondo, a ogni nuova uscita, come minimo, c'è bisogno di stupire.
Puntuale, il Massachussets Institute of Technology (meglio noto come Mit), con sede a Boston, ci ha stupito con l'annuncio del suo nuovo progetto di ricerca: l'implementazione di parti bioniche nelle piante, allo scopo di trasformarle in raffinatissimi rilevatori di alterazioni ambientali.
Le nuove "cyberpiante" non torneranno però utili solamente in ambito agricolo; come ogni evoluzione tecnologica che si rispetti, sono destinate a una prestigiosa carriera militare. L'onore di aprire le danze stavolta tocca alla pianta di spinacio, opportunamente attrezzata con foglie arricchite da nanotubi in carbonio. Lo spinacio così modificato è in grado di rilevare la presenza di esplosivi nel terreno attraverso l'assorbimento delle sostanze nitroaromatiche presenti negli ordigni e perfino di segnalare (via mail!) il pericolo.
Tuttavia siamo solo agli inizi: restano ancora alcune difficoltà pratiche da superare. Per esempio, non è chiaro se gli artificeri dovranno partire dalla semina e aspettare la crescita delle piantine per procedere con le operazioni. Ma tant'è... un passo alla volta.
Copyright 2016 Italiafruit News
Puntuale, il Massachussets Institute of Technology (meglio noto come Mit), con sede a Boston, ci ha stupito con l'annuncio del suo nuovo progetto di ricerca: l'implementazione di parti bioniche nelle piante, allo scopo di trasformarle in raffinatissimi rilevatori di alterazioni ambientali.
Le nuove "cyberpiante" non torneranno però utili solamente in ambito agricolo; come ogni evoluzione tecnologica che si rispetti, sono destinate a una prestigiosa carriera militare. L'onore di aprire le danze stavolta tocca alla pianta di spinacio, opportunamente attrezzata con foglie arricchite da nanotubi in carbonio. Lo spinacio così modificato è in grado di rilevare la presenza di esplosivi nel terreno attraverso l'assorbimento delle sostanze nitroaromatiche presenti negli ordigni e perfino di segnalare (via mail!) il pericolo.
Tuttavia siamo solo agli inizi: restano ancora alcune difficoltà pratiche da superare. Per esempio, non è chiaro se gli artificeri dovranno partire dalla semina e aspettare la crescita delle piantine per procedere con le operazioni. Ma tant'è... un passo alla volta.
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