Kiwi e pesche deludono, Verona punta sulle susine

Patologie e prezzi bassi: le aziende diversificano, campo sperimentale a Villafranca

Kiwi e pesche deludono, Verona punta sulle susine
Le pesche arrancano senza concedere soddisfazioni economiche e i kiwi, dopo la Psa, soffrono ora per la moria che ha cancellato quasi mille ettari ad actinidia. Ecco allora che nel Veronese si cercano (e si testano) alternative. In un campo sperimentale di Villafranca di proprietà di Claudio Campostrini verranno messe a dimora alcune varietà di susino per testare la potenzialità della cultura. Fra queste, Prime Time (buccia rossa, pasta gialla venata di rosso) che matura a metà luglio;  Fortune (buccia chiara, pasta gialla) e Crimson Glo (buccia scura, pasta rossa), da raccogliere alla fine dello stesso mese; Angeleno (susina di riferimento con buccia scura e pasta gialla) e October Sun (buccia chiara, pasta gialla) per agosto. Una decina di aziende, inoltre, ha deciso di mettere a dimora piante in modo da entrare in produzione con il frutto già nel 2018.

La sperimentazione parte dopo una serie di incontri sul territorio dedicati alle possibili opzioni per integrare il panorama colturale delle campagne veronesi. E in un recente convegno al Mercato Ortofrutticolo di Villafranca è emerso che "l’adattamento ai terreni, il buon rapporto quintali/ettaro, una Plv costante nel tempo, ed una migliore resistenza alla Sharka rendono il susino l'ideale candidato".

Particolare attenzione, nella fase sperimentale, verrà rivolta alle varietà di pasta rossa che negli ultimi anni trovano un riscontro molto positivo nella commercializzazione e nel prezzo alla produzione. Tra le cultivar "papabili" anche Metis, incrocio tra albicocca e susina con commercializzazione a club. 

Il materiale vivaistico per il test è fornito da Gori Umberto dei Vivai Gori di Lendinara, l'assistenza tecnica da Pelucco Claudio di Tecno Agri, l'assistenza in campo dall'azienda Agricola Ai Colli di Campostrini Claudio. La prova è sponsorizzata da Coofrutta sca di Cipriani Antonio e Coopesche sca di Lonardi Stefano. 

"La situazione per il kiwi veronese - spiega a Italiafruit News Stefano Lorandi -sta diventando molto critica, i produttori si trovano a combattere con un problema importante come l'asfissia radicale, mentre la pesca ormai non dà reddito. Le aziende sono in grossa difficoltà e vogliono trovare soluzioni alternative per piantare spendendo poco, perché non ci sono molte risorse. Il susino risponde a questa esigenza. C'è anche chi ha provato con le mele, chi con le pere: si punta a diversificare per ottenere reddito. Confidiamo che la sperimentazione dia i risultati auspicati: c'è ottimismo, una decina di aziende agricole ha deciso di investire subito dedicando al susino una parte dei terreni. Insomma, potremmo assistere in tempi relativamente brevi a un significativo cambiamento di rotta nel panorama frutticolo veronese".

La susina, tra l'altro - come hanno spiegato al quotidiano L'Arena lo stesso Lorandi e il collega Cipriani di Coofrutta  - ha caratteristiche molto simili alla pesca, si rivolge allo stesso mercato, dell'Est e Nord Europa, ma anche a quello interno, spuntando prezzi interessanti, "tra i 30 e i 50 centesimi il chilo". 

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