Caat, Manolino replica a Guala

Caat, Manolino replica a Guala
Riceviamo e pubblichiamo la replica del presidente del Caat - Centro Agroalimentare di Torino, Giuliano Manolino, a proposito delle dichiarazioni fatte da Ottavio Guala (clicca qui per leggere la notizia) per comunicare le ragioni delle sue dimissioni dalla carica di vicepresidente e consigliere di amministrazione dell'ente gestore del Mercato.

Ricevo la lettera in data 9 gennaio 2017 con cui il sig. Ottavio Guala, su carta intestata dell'Apgo, avverte che dal 1° gennaio 2017 non proseguirà il suo impegno nel Consiglio di amministrazione della Società Caat, con ciò confermando le insanabili contraddizioni puntualmente emerse nel corso dell'ultima Commissione Consiliare Legalità e Contrasti fenomeni mafiosi del Comune di Torino in cui l'allora vicepresidente Guala è stato ascoltato, solo e soltanto in tale qualità, dai Signori Consiglieri Comunali.
Che in quella sede sia apparsa in tutta la sua evidenza la personale difficoltà dell'allora Vice Presidente di criticare scelte gestionali che la Società ha assunto anche con la sua convinta adesione e mi riferisco, prima di tutto, al Business Plan (discusso ed infine votato all'unanimità nelle tre differenti sedute del 23 luglio 2014; 11 settembre 2014; 19 novembre 2014 dove, tra l'altro, si è deciso di far pagare alle lmprese insediate un piccolo contributo spese sul costo dello smaltimento dei rifiuti prodotti presso le stesse, mai pagato fino ad oggi), è un dato ma, per quanto e nelle mie possibilità, non intendo consentire che si tenti di giustificare un problema personale, che umanamente comprendo, a danno della Società oltreché di tutti coloro che quotidianamente animano la vita del Centro.

Per inciso, il sig. Ottavio Guala non si rende conto di rimproverare incapacità gestionali ad un Consiglio di amministrazione del quale ha fatto continuativamente parte nel corso di decenni e soprattutto dell'incongruità di tale critiche a fronte di un pareggio di bilancio raggiunto nel presente esercizio grazie agli sforzi del sottoscritto, del Consiglio di amministrazione e della Direzione generale, e senza che il parziale contributo richiesto alle Imprese grossiste sia nemmeno ancora complessivamente pervenuto, né contabilizzato ai fini del risultato di Bilancio.
Ma soprattutto mi preme osservare, per l'affetto e la stima di chi ogni giorno si confronta con tali operatori e ben ne conosce le qualità e lo spirito imprenditoriale, che la comunicazione del sig. Guala non valorizza nemmeno le imprese grossiste, quando cerca di accreditare, sulla base di un equivoco dallo stesso coltivato con mezze verità ed integrali omissioni, l‘equivalenza fra "rapporto funzionale tra Caat e operatori" e disequilibrio finanziario della società.

Le imprese grossiste non si meritano di essere qualificate come operatori egoisti e sprezzanti dell'interesse generale e della collettività.
Fino ad oggi le imprese grossiste insediate al Caat non hanno mai pagato alcun costo per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nei propri stand, considerandolo conglobato - nonostante quanto precisi il contratto -, nel costo di locazione (calcolato sull'area chiusa dello stand e dunque comprensivo di tutte le sue innumerevoli pertinenze) fissato ad oggi in 124,20 €/mq/anno di valore immobiliare + 10% a copertura di tutte le spese di gestione e dei servizi, che fino a poco tempo fa, anche a dire dell'allora Vicepresidente Guala erano forniti in maniera esemplare. Una prassi che non trova riscontro nelle altre realtà italiane, rispetto alle quali il sig. Guala, mai molto attento ai numeri, ricorda che il canone di locazione è in alcuni casi più basso ma dimenticando che le imprese grossiste là allocate pagano integralmente e a parte il costo di smaltimento di tutti i rifiuti.

Che sia stato richiesto un (minimo) contributo ai grossisti, fra cui anche le imprese che fanno capo al sig. Guala, fra l'altro e solo e soltanto una delle misure che sono state adottate e sono in corso di adozione per rispettare il condivisibile obiettivo imposto dal Comune di Torino.
Prova ne sia che questa gestione ha tra l'altro allo studio una serie di iniziative per ridurre comunque l'incidenza dei costi dello smaltimento dei rifiuti con il risultato finale di ridurre anche l'onere in capo alle imprese grossiste.
E in ogni caso l'importo di € 150.000 che è stato richiesto di pagare su un costo totale di € 750.000 va ad incidere su un fatturato complessivo delle lmprese Grossiste, sempre dichiarato dallo stesso Sig. Guala tra i 450/500 mil/€ l'anno con una percentuale pari allo 0,003% circa.

Riportati i numeri e i termini della questione si comprende ma non si condivide la necessita del sig. Guala di trovare una motivazione francamente più credibile di questa, che giustificasse la scelta operata e dunque scaricando generiche accuse e responsabilità a Presidente e Direttore Generale.
Purtroppo la sensazione che pervade alla lettura di queste dimissioni è che raccontando falsità o sottacendo fatti concreti oppure facendo generiche accuse egli tenti di riconquistare una credibilità decisamente compromessa sia davanti al Consiglio di Amministrazione sia nei confronti del Collegio Sindacale. Però i fatti rimangono questi.

La tanto sbandierata incapacità gestionale porta comunque Caat Scpa a chiudere in pareggio di bilancio anche senza tener conto della richiesta indirizzata ai grossisti del Centro di pagare almeno un quinto del costo di smaltimento dei propri rifiuti prodotti.
Il pareggio di Bilancio è un fatto importante per la Città e per i cittadini ed è la prima volta che accade al Caat, ed inoltre parrebbe mai accaduto nel Vecchio mercato prima che si trasferisse e di cui il Sig. Guala è sempre stato uno degli attori principali.
Come primo amministratore di Caat, - così egli si definisce - ci si aspettava che fosse positivamente partecipe del risultato, giacché convinto che gli interessi di Caat e quelli degli operatori grossisti insediati dovessero coincidere per il bene di entrambi, e per aver votato consapevolmente il Business Plan che operava tale scelta già nel 2014.
Fa dunque piacere vedere che quando si è giunti al traguardo del pareggio di Bilancio il Vice Presidente, avendo improvvisamente deciso di concentrarsi sui dati di Bilancio, peraltro pubblicati per legge sul sito istituzionale alla Voce "Società Trasparente" e comunque a sua personale disposizione presso gli uffici dell'Ente Gestore giacché consigliere, si lamenti delle condizioni di accesso.

Il Consiglio di Amministrazione prende inoltre atto con un certo dispiacere della sterile, quanto infondata, presa di posizione dell'ex vicepresidente anche sull'operato del Direttore generale, Dott. Massimo Busi. Ancora una volta i fatti invece che i veleni.
La "personale esperienza" del direttore, come proprio il sig. Guala ha sempre valorizzato per più di un decennio, fa si che il Dott. Busi abbia gestito il mercato ortofrutticolo di Bologna e abbia gestito tre Centri Agroalimentari, cui ha aggiunto altresì sia la conduzione delle attività di trasferimento oltreché in un caso anche di costruzione dei mercati, gestendo la parte tecnica come quella finanziaria e aggiunga a tali esperienze anche quella di ex direttore dell'associazione commercianti del Mercato di Bologna.

Al di là dell'enfasi delle gratuite affermazioni del sig. Guala appare evidente che lo sforzo di delegittimazione, quanto mai sospetto per tempi e modi, scada nel ridicolo, in quanto il sig. Guala, risulta il proponente della conferma del Direttore Generale per un ulteriore quinquennio a partire dall'aprile 2014 e sa molto bene, come attestano i Verbali dei Consigli di amministrazione di cui ha sempre fatto parte, quale sia l'ampiezza e i risultati sin qui raggiunti dal Dott. Massimo Busi, che, fra l'altro, si e sempre guadagnato, appunto con i risultati la conferma di cinque anni in cinque anni.
Il Direttore generale è uno degli artefici più importanti del raggiungimento del traguardo del pareggio di Bilancio e delle restituzione al Comune di Torino di tutte le lettere di Patronage da questo rilasciate nel passato al sistema bancario a copertura in garanzia del mutuo necessario per costruire la nuova struttura mercatale.
Sotto la sua direzione il "servizio del debito" che era di 23.169.000 € si e ridotto agli attuali € 4.767.916, quale unico debito che la società ha nei confronti del sistema bancario, a fronte di un patrimonio immobiliare importante e solido, un cash flow sempre positivo, così come è positivo il Margine Operativo Lordo della società.

Tutto questo senza distogliere l'attenzione dalla gestione quotidiana del Mercato, di cui il sig. Guala oggi offre una dimensione favolistica e astratta, dimenticando che la gestione del mercato da parte del direttore non si risolve certo in passeggiate nella "galleria delle contrattazioni" ma, ad esempio:
- nel presiedere personalmente (e molto spesso anche in notturna) a tutte le vicende che afferiscano l'ordine pubblico e la pubblica sicurezza;
- nel gestire e risolvere, e spesso anche attraverso la produzione normativa, tutte le questioni che, anche tramite il Comitato Operativo, la vita quotidiana del Centro presenta (vedi tra gli altri il regolamento degli "scarichi indiretti);
- nella gestione e risoluzione delle problematiche afferenti la sicurezza del lavoro in una costante opera di confronto con gli Enti competenti condotta a fianco delle imprese grossiste e dei movimentatori, onde consentire la continua messa a punto delle tematiche afferenti la valutazione dei rischi, ben evidenti a fronte della gestione di ben 27 cooperative di movimentazione con circa 500 addetti e della possibilità di introduzione di ulteriori cooperative mediante lo studio e la messa a punto di meccanismi regolatori funzionali al proposito (Normative Cli ed eventualmente Clig).

E mi scuso anche a nome del Consiglio di amministrazione e scuso la Direzione generale se poi rimanga complessivamente poco tempo per fare la "bella statuina" o dare pacche sulle spalle agli operatori nella galleria, dimenticando, fra l'altro, che tutti coloro che animano il Centro hanno ben altro da fare, anche perché la complessità del mercato e delle dinamiche concorrenziali è ben diversa dai riposanti ritmi di trent'anni fa.

Concludo, ribadendo che non mi presto al gioco incosciente di nobilitare esigenze meramente personali mascherandole da obiettivi di categoria, quando ho imparato a ben conoscere gli Imprenditori del Mercato di Torino consapevole della loro ragionevolezza e disponibilità al confronto costruttivo e ribadisco altresì che l'Ente Gestore nutre per loro rispetto ed amicizia pur non potendo comprensibilmente abdicare al ruolo che ricopre ed alla responsabilità soggettiva ed oggettiva connessa alla gestione della struttura di cui deve rispondere ai Soci e ai terzi.

Sono francamente dispiaciuto per quanto è accaduto con Guala e per l'atteggiamento che egli ha deciso di tenere nei confronti di Caat al solo scopo di gestire un conflitto d'interessi da lui creato con troppa superficialità. Non sono un legale ma credo che nelle affermazioni rese pubbliche dall'ex vicepresidente Guala, siano presenti dei passaggi sui quali si potrebbe probabilmente procedere alla tutela per diffamazione. Questo non è nel mio stile. Non è una questione legata ai noti trascorsi di Guala, facilmente editabili su internet, ma piuttosto alla consapevolezza che le eventuali ricadute si trasferirebbero inevitabilmente anche sulle imprese grossiste che egli rappresenta, le quali a mio parere non lo meritano affatto. Io con le Imprese Grossiste operanti al Centro, nonostante gli obblighi che la carica che ricopro mi assegna, vorrò sempre collaborare e confrontarmi in modo fattivo e concreto, indipendentemente dall'eventuale ed a volte inevitabile diverso punto di vista.

La vita del Centro consente ogni discussione e chiarimento schietto e propositivo fra le categorie che lo animano e ne sono la vita e quindi a mio modo di vedere non devono essere inquinati da veleni strumentali o dall'abile gestione di mezze verità.

Concludo che se Guala avesse voluto chiudere la propria collaborazione con il Caat avrebbe potuto farlo con maggiore dignità e non attraverso calunnie e menzogne a catena.