La marca del distributore torna a crescere. Anche in ortofrutta

Ampio margine per il Premium. «Serve chiarezza nella comunicazione»

La marca del distributore torna a crescere. Anche in ortofrutta
Ancora brillante Marca, il Salone internazionale sui prodotti a marca del distributore iniziato ieri che chiude oggi nel quartiere fieristico di Bologna. Ad accompagnare l'evento, un incremento della Mdd (Marca del distributore) che tocca quota 18,6% nel largo consumo confezionato e il 32% nell'ortofrutta a peso imposto, anch'essa in crescita.

Mdd ancora in crescita, ma bisogna valorizzarla di più nei negozi

Per la marca del distributore il 2016 appare un anno di svolta nel quale si assiste ad una crescita (+0,3% di quota) con il 78% degli italiani, secondo la ricerca presentata di Gfk, che si dichiara propenso ad acquistarle. Le prospettive di crescita, dunque, sono significative. E' quanto emerso nella mattinata di ieri nel convegno “La marca del distributore alla sfida dei nuovi processi di acquisto”, organizzato da Adm.

"La marca del distributore - hanno commentato a doppia voce Giuseppe Minoia e Gianluca Nardone di Gfk - sta diventando un riferimento importante e assume i valori e la reputazione dell'insegna. Viene sempre più considerata come una marca a tutti gli effetti, con degli specifici plus: ottimo rapporto qualità-prezzo, ampiezza dell'offerta anche nei segmenti più innovativi e premium". E ancora, hanno aggiunto, "il consumatore vuole vedere il backstage dei prodotti, vuole provare emozioni e testare stili di vita nel negozio". Per questo gli esperti di Gfk consigliano di usare sempre più il punto di vendita come riferimento, proponendo come leva il marketing della "felicità".

Il successo è premium, attenzione però alla proposta

Tra i fattori di successo va segnalato il rilevante sviluppo dei segmenti premium. Questo universo a marca del distributore è cresciuto del 15% nel corso dell'ultimo anno con un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro. Attenzione però a ben comunicare i valori del premium, evitando di confondere l'offerta assortimentale e il pensiero del consumatore. "Le Mdd di questa fascia - sottolinea Guido Cristini, professore di Marketing dell'Università di Parma - rappresentano una significativa opportunità per piccole imprese industriali che possono così fare conoscere al grande pubblico quei giacimenti di qualità, di eccellenza e di sostenibilità che altrimenti sarebbero confinati unicamente in micro territori, secondo modalità e logiche artigianali".


GS1 e Nielsen: grazie a Immagino nuove analisi, anche sulla dieta degli italiani

Durante l'incontro Nielsen e GS1 Italy hanno presentato l'Osservatorio Immagino, un nuovo strumento utile a misurare realmente il rapporto tra informazione ricercata e risultati di mercato. "Informare bene è oggi una delle mission costitutive per le imprese – ha spiegato Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy – I consumatori, infatti, sono alla ricerca di punti di riferimento e i punti di vendita e le marche dispongono di strumenti informativi assolutamente centrali per costruire una relazione di valore con loro".

"Per la prima volta – ha aggiunto Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – possiamo misurare i trend di consumo che svelano come cambiano i comportamenti di acquisto degli italiani". Da qui emergono i primi dati su un campione preliminare dell'analisi: grandi performance per i prodotti senza glutine, fonti di fibre, con pochi grassi e non Ogm. La dieta degli italiani si arricchisce di proteine (+1,6%) mentre calano gli zuccheri (-1,9%) e i grassi in generale (-0,8%). Interessante notare come questa nuova banca dati possa portare ad analisi di grande dettaglio: Fantasia ha infatti rimarcato come il consumo di zuccheri cali all'interno di famiglie a più alto reddito.


Da private label a marca del distributore. E smettiamola di aprire nuovi negozi

"I retailer sono riusciti a sdoganarsi dalle vecchie idee, così la marca del distributore si è evoluta dal concetto di private label", ha afferma Giorgio Santambrogio, presidente di Adm. "Non siamo, infatti, di fronte solo a una questione semantica, ma a un autentico cambio di posizionamento. Se prima la marca commerciale esprimeva solo un'opportunità di convenienza, ora identifica un mondo di valori, di diversificazione d'offerta, di innovazione che le hanno fatto conquistare un nuovo spazio e un ruolo guida nel panorama del Largo Consumo". 



Santambrogio ha poi sottolineato che "il tutto deve però essere sostenuto da una forma di onestà intellettuale dei retailer nel proporre i propri prodotti, serve chiarezza nella comunicazione, specialmente tra le linee premium". Il presidente ha concluso affermando che la distribuzione deve smetterla di aprire nuovi negozi e pensare a rilanciare la rete esistente anche con l'aiuto della digitalizzazione.



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