Marca del distributore, l'effetto traino dell'ortofrutta

Vendite su del 9,2% a valore, quota del 31,8% nel largo consumo. Così insegne e copacker

Marca del distributore, l'effetto traino dell'ortofrutta
La crescita della marca del distributore è guidata dai prodotti freschi, ortofrutta in testa. Per il nostro settore è la principale evidenza del tredicesimo “Rapporto Marca sull’evoluzione dei prodotti a Mdd in Italia”, elaborato da Adem Lab - Università di Parma sulla base di una ricerca commissionata a Iri e presentata ieri alla Fiera di Bologna, in occasione della giornata conclusiva di Marca.

Dopo la contrazione del 2014 e del 2015, nello scorso anno la quota di mercato della Mdd è tornata a crescere (+0,2%) raggiungendo il 18,6% - per un fatturato nei canali ipermercati, supermercati e libero servizio di 9,78 miliardi di euro (+1,5% a valore, + 1% a volume) - e sfiorando quindi il massimo del 2013, quando aveva raggiunto il 18,7%.

Dicevamo dell'effetto traino dell'ortofrutta a peso imposto. I dati illustrati da Gianmaria Marzoli di Iri indicano per frutta e verdura venduta con la marca del distributore una variazione delle vendite a valore del 9,2% e a volume dell'8,5% per una quota valore del 31,8% nel largo consumo con una variazione dello 0,8%.

Marzoli ha spiegato come “il rafforzamento competitivo della Mdd avviene principalmente nelle sue categoria di forza”. E tra le 97 categorie “core” - che performano sopra la media - ci sono le verdure di quarta e quinta gamma.



Crescono gli assortimenti della Mdd: un supermercato medio ora conta circa 1.500 referenze contro le 1.350 di due anni fa. Ad aumentare sono quelle biologiche (+18%) e premium (+11%), mentre cala il primo prezzo (-5,4%). “La marca del distributore – sottolinea il ricercatore dell'Iri – cresce nel segmento premium, dove garantisce un elevato rapporto qualità-prezzo, disinveste nel segmento del primo prezzo a protezione e rafforzamento della marginalità. Razionalizzare le referenze? Meglio lavorare per servire bene il mercato, badando a soddisfare la domanda dei clienti. Il concetto della convenienza non deve mai uscire dal territorio che caratterizza la Mdd, è un valore per i clienti”.

Il rafforzamento del segmento premium - che nei primi 11 mesi del 2016 ha toccato gli 1,35 miliardi di euro - è soprattutto nel food e la quota dell'ortofrutta è quella che cresce di più in assoluto (+3,1%).



“Dieci anni fa il premium era residuale, mentre ora ha una connotazione importante, vale il 14% della marca del distributore – ha osservato Guido Cristini dell'Università di Parma, introducendo la tavola rotonda con manager della Gdo e del mondo produttivo – non a caso i fattori di scelta della Mdd da parte del consumatore sono qualità, gusto e sicurezza.



Per Marco Bordoli, amministratore delegato di Crai-Secom, la Mdd deve evitare l'omologazione. “La distintività è fondamentale per la marca del distributore, così come per il punto vendita – ha osservato il manager – per questo come insegna cerchiamo di dare un'identità sempre più forte e marcata. L'area bio e la premium sono quelle su cui più abbiamo lavorato nel 2016”.



Loris Pedon, direttore generale del Gruppo Pedon, ha ricordato come la sua azienda abbia cavalcato l'innovazione "focalizzandosi sull'ascolto del consumatore". E ha aggiunto: "Abbiamo aperto canali di ascolto in tutto il mondo, sviluppando attività di category, presidiando il core e sviluppando il premium. L'esperienza nel mainstream ci ha aiutato anche nel premium”.



Lucio Fochesato, direttore generale Despar, ha posto l'accento sull'aspetto qualitativo della Mdd. “Ascoltando i clienti abbiamo recepito una forte domanda di chiarezza, di sicurezza, di certificazione. Un quarto dell'assortimento è coperto dal premium e nel 2016 abbiamo sviluppato più del 50% dei nuovi prodotti in questo segmento; nel 2017 faremo altrettanto”.



Per Mario Gasbarrino, amministratore delegato di Unes-U2, “la marca del distributore è pronta a diventare insegna. Quest'anno abbiamo superato quota 40% con i prodotti a nostro marchio, raddoppiando la quota in dieci anni. Il premium è all'8%. Tutto questo con zero promozioni”.

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