«Insolvenze, rischio elevato nel settore»

Report Paese 2017 di Coface: l'incertezza domina lo scenario globale

«Insolvenze, rischio elevato nel settore»
Nonostante i recenti segnali di ripresa economica, l’incertezza continuerà a dominare il clima economico nel 2017. E’quanto emerge dal recente report rischio-Paese di Coface, leader mondiale nell’assicurazione dei crediti. Il gruppo fondato in Francia è presente in Italia da più di vent'anni ed opera sul territorio grazie a una rete di 37 agenzie, proponendo soluzioni e servizi integrati: assicurazione dei crediti, cauzioni, informazioni e recupero crediti. 
Il rischio di mancato pagamento nel comparto ortofrutticolo - secondo quanto affermato dal Ceo di Coface Italia Ernesto De Martinis in occasione della recente “missione” organizzata a Pechino da Macfrut - interessa il 35% circa del fatturato totale di settore; molti dei mercati di riferimento nascondono rischi.
 
E le incognite sono destinate a permanere anche in questo anno, sebbene sia atteso un leggero incremento della crescita su scala mondiale  (da +2,5% a +2,7%), con un recupero dell’attività nei Paesi emergenti (+4,1%) grazie alla ripresa in Brasile e in Russia che compensa il rallentamento della Cina. I Paesi avanzati assisteranno a un progresso dell'1,6%.

La debole crescita del commercio mondiale potrebbe essere ulteriormente frenata dal ripresentarsi di misure protezioniste, a seguito della leadership Usa di Donald Trump. Nel breve termine, queste misure dovrebbero avere effetti più contenuti sull’economia americana (+1,8%) rispetto ad altri Paesi che esportano in misura consistente verso gli Stati Uniti: America centrale (in particolare Honduras, El Salvador, Messico ed Ecuador) e alcuni Paesi asiatici (Vietnam, Tailandia).


Ernesto De Martinis, Ceo di Coface Italia

Fra le economie avanzate, è l’Europa che si confronta con le maggiori incognite politiche, dato il numero di scadenze elettorali decisive e l’attesa per le esatte modalità della Brexit. Nell’ultimo anno l’indicatore di rischio politico europeo di Coface è aumentato in media di 13 punti in Germania, in Francia, in Italia, in Spagna e nel Regno Unito. In caso di uno shock politico rilevante, di ampiezza paragonabile a quella del referendum britannico, la crescita europea potrebbe ridursi di 0,5 punti.

Nei Paesi emergenti, il rischio politico è più alto che mai, alimentato dal malcontento sociale e dal crescente rischio sicurezza. La Csi, a causa della Russia e la regione Nord Africa/Medio Oriente (in primis Turchia e Arabia Saudita) presentano i rischi più elevati fra i maggiori Paesi emergenti. Peggiora la situazione in Sudafrica.
 
L’aumento del rischio credito, stando a Coface, si manifesta in modo diverso a seconda dei Paesi. Nelle economie avanzate il livello delle insolvenze d’impresa dovrebbe continuare a ridursi. Ma la creazione di nuove imprese resta spesso al di sotto dei livelli pre-crisi: -19,8% in Germania, -5,1% negli Stati Uniti e -4,1% in Italia. Il tasso di crediti in sofferenza del settore bancario cresce nettamente in Russia, India, Brasile e Cina, con un simultaneo irrigidimento delle condizioni di finanziamento.

Per la prima volta dalla metà del 2015, in ogni caso, i miglioramenti delle valutazioni rischio Paese di Coface sono più numerosi dei peggioramenti.
La Spagna è stata promossa ad A3, mentre Islanda e Cipro (in cui si attenuano i rischi legati ai controlli dei capitali), sono rispettivamente valutate A2 e B. I Paesi dell’Europa centrale continuano a migliorare in classifica. L’Estonia (A2), la Serbia (B) e la Bosnia-Herzegovina (C) registrano miglioramenti nel loro ambiente economico e la crescita in questi Paesi si attesta su livelli incoraggianti. La Bulgaria (A4) conferma la ripresa con una crescita moderata e il continuo consolidamento del suo settore bancario.
Nell’Africa Subsahariana, i piccoli Paesi vanno meglio dei grandi. Coface segnala il Ghana (B), che ha passato il test di maturità democratica lo scorso dicembre e vanta una buona gestione dei conti pubblici, e il Kenya (A4), che registra una ripresa del turismo e un aumento degli investimenti pubblici.

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